REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno V n° 9 SETTEMBRE 2009 - EVENTI |
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A differenza dalle precedenti rassegne dedicate all’artista, tutte antologiche, questa volta sarà studiato un solo fondamentale capitolo della sua carriera: quello del primo periodo parigino, dal 1871 al 1886. La mostra indagherà l’evoluzione della sua pittura in quegli anni decisivi e getterà nuova luce su una fase per lui determinante, ma ancora oggi poco studiata. Prima di diventare il ritrattista del bel mondo parigino, Boldini fu soprattutto pittore di Parigi. In quei primi e cruciali quindi anni che vi trascorse e che coincise con l’esplosione della rivoluzione impressionista, egli ne ritrasse ogni angolo, ogni palpito di vita, traducendo l’energia della metropoli e le sue atmosfere in pennellate scattanti, nervose, talvolta travolgenti. Autore di quadri di ogni tipo – dalle scene di genere alle vedute di città, dai paesaggi agli interni d’atelier, dai nudi ai ritratti – Boldini fu un artista poliedrico che, al pari dei colleghi impressionisti, ma con uno stile diverso e personalissimo, seppe restituire la vita pulsante della ville lumière. La mostra, organizzata da Ferrara Arte e dal Clark Art Institute di Williamstown, che la ospiterà dopo il debutto a Palazzo dei Diamanti, sarà l’occasione per presentare per la prima volta l’artista ferrarese in un museo statunitense di grande prestigio. Dalla rassegna emergerà la complessità della personalità boldiniana in quella fase che lo condusse dall’esperienza macchiaiola all’acquisizione della maniera larga e veloce, che caratterizza i grandi ritratti della piena maturità.
Ad accogliere il visitatore sarà un breve prologo dedicato all’attività degli anni fiorentini, un’esperienza fondamentale per la formazione di Boldini, non priva di conseguenze anche negli anni a venire.
Si entra poi nel cuore della rassegna con i quadri di genere dei primi anni Settanta, che fecero la fortuna del pittore fra i ricchi collezionisti del tempo, soprattutto in America.Protagoniste saranno le piccole e preziose tavolette caratterizzate dallo stile ricercato e dal colore scintillante che, ispirate talvolta ad un galante Settecento, talvolta a fantasie esotiche spagnoleggianti o ancora a scene di vita contemporanea all’aperto, lasciano intuire il gusto dell’artista per la rievocazione storica e, ad un tempo, l’interesse per la trascrizione del dato naturale e atmosferico.
Anche il mondo del teatro e dei caffè concerto richiamò la sua attenzione. Boldini frequentò questi ambienti e studiò i personaggi che li animavano al pari del suo amico Degas, come se volesse misurarsi con lui: ballerine, cantanti, musicisti, direttori d’orchestra, platee di spettatori sono gli attori di questo scenario i cui gesti e le cui movenze vengono fermate sulla tela dall’artista. Ma Boldini non registrò soltanto la realtà urbana. Si spinse nelle campagne, lungo la Senna o sulla Manica, lavorando a vedute e paesaggi con figure che costituiscono una personale interpretazione della pittura en plein air, dipinti di grande fascino, caratterizzati da una luce cristallina e da quella capacità, che tanto colpì Diego Martelli, di “scoprire minuzie impossibili di colore e di forma a tre miglia di distanza”.
Il modo in cui l’artista, alla metà degli anni Ottanta, giunse ad esplorare questa molteplicità di temi e di generi rivela un’indipendenza stilistica rispetto al panorama figurativo coevo e testimonia l’acquisizione di quella maniera che caratterizzerà lo stile della sua piena maturità. È proprio con opere di questa fase che si conclude il percorso espositivo, in particolare con alcuni tra i più celebri ritratti realizzati nell’ultimo decennio dell’Ottocento, momento in cui Boldini si afferma sul palcoscenico internazionale come uno dei più contesi pittori dell’alta società del vecchio e del nuovo continente, capolavori magistrali che testimoniano come l’artista sia stato, oltre che un indiscusso innovatore di questo genere pittorico, uno straordinario testimone del proprio tempo. BOLDINI NELLA PARIGI DEGLI IMPRESSIONISTI Dal 20 settembre 2009 al 10 gennaio 2010 Ferrara, Palazzo dei Diamanti Mostra a cura di Sarah Lees, organizzata da Ferrara Arte in collaborazione con lo Sterling & Francine Clark Art Institute di Williamstown Orario: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso, dalle 9.00 alle 19.00 Aperto anche 1 novembre, 8, 25 e 26 dicembre, 1 e 6 gennaio Ingresso: intero € 10.00, ridotto € 8.00, scuole € 4.00 Catalogo edito da Ferrara Arte Editore con testi di Sarah Lees, Richard Kendall e Barbara Guidi. Call Center Ferrara Mostre e Musei: tel. 0532.244949, fax 0532.203064, e-mail: diamanti@comune.fe.it , www.palazzodiamanti.it
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