Mi sembra che quanto scritto dagli autori in prefazione
spieghi cos'è il libro meglio di chiunque altro.
"A
noi autori, anzi collezionisti di pensieri, parole, opere, lifting, trapianti e
soprattutto bugie del premier che speriamo uscente e mai più rientrante, non
restano che pochi ringraziamenti. Anzitutto a Lui, che questo libro l'ha scritto
praticamente da solo, cedendoci gentilmente i diritti d'autore. Ai pochi
colleghi che in questi anni hanno condiviso con noi questa insana passione di
catalogare tutto quel che Lui diceva e dunque non faceva, o non diceva e dunque
faceva. Ma specialmente all'opposizione più ridicola del mondo, che non gli ha
mai fatto nemmeno il solletico. E infine ai tanti italiani che, nonostante
tutto, hanno continuato a dargli fiducia, perpetuando per 12 anni un incubo che,
se fosse dipeso da qualche vecchio saggio come Montanelli, Biagi, Bocca,
Sartori, Cordero, Scalfari, Bobbio, Galante Garrone, Sylos Labini, Furio Colombo
e pochi altri, non sarebbe durato nemmeno 12 secondi."
Il libro è in effetti una raccolta ordinata di cose dette in vario
modo dal Cavaliere, a cui vi sono delle aggiunte. “Le Leggi della Vergogna” è un
capitolo dedicato a quanto legiferato che si identifica in modo abbastanza
chiaro con quello che viene chiamato “conflitto di interessi”; gli autori
identificano ben 33 provvedimenti, non avrei creduto tanto, eppure ho seguito
attentamente l’evolversi del quinquennio di questa legislatura. L’ultimo
capitolo si intitola “fedina penale” e passa in rassegna 17 casi interessanti.
Infine il corposo testo, che, se letto senza spirito, diventa “deprimente” per
chi ha a cuore il bene dell’Italia, è allietato dalle piacevoli vignette di
Ellekappa.
La prefazione conclude con: "Chi avrà
voglia di addentrarsi nel gaio museo degli orrori non potrà non porsi una
domanda: dove mai, nel mondo, un uomo politico potrebbe permettersi di
pronunciare una sola di queste mille balle blu senza doversi dimettere un minuto
dopo? Esclusa l'Italia, si capisce."
E nella pagina
successiva troviamo un “manifesto” firmato nell’Aprile 2001 da quatto
intellettuali di spicco e che, a maggior ragione, è oggi ancora piu valido dopo
aver provato quasi un decennio di governo.
"È
necessario battere col voto la cosiddetta Casa delle Libertà. Destra e sinistra
non c'entrano: è in gioco la democrazia. Berlusconi ha dichiarato di voler
riformare anche la prima parte della Costituzione, e cioè i valori fondamentali
su cui poggia la Repubblica italiana. Ha annunciato una legge che darebbe al
Parlamento la facoltà di stabilire ogni anno la priorità dei reati da
perseguire. Una tale legge subordinerebbe il potere giudiziario al potere
politico, abbattendo così uno dei pilastri dello Stato di diritto.
Oltre
a ciò, Berlusconi, già più volte condannato e indagato, in Italia e all'estero,
per reati diversi, fra cui uno riguardante la mafia, insulta i giudici e cerca
di delegittimarli in tutti i modi, un fatto che non ha riscontri al mondo. Ma
siamo ancora un Paese civile? Chi pensa ai propri affari economici e ai propri
vantaggi fiscali governa malissimo: nei sette mesi del 1994 il governo
Berlusconi dette una prova disastrosa.
Gli innumerevoli conflitti
d'interesse creerebbero ostacoli tremendi a un suo governo sia in Italia sia, e
ancor di più, in Europa. A coloro che, delusi dal centro-sinistra, pensano di
non andare a votare, diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria della
Casa delle Libertà minerebbe le basi stesse della democrazia” (Norberto Bobbio,
Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso e Paolo Sylos Labini, aprile
2001).
Un libro che consigliamo a tutti, specialmente a chi
ama Silvio.
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