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“Grandi foglie blu”di Carlo Fontana Alla Serra di Villa Revoltella di Trieste dal 21 ottobre all’ 8 novembre 2009 |
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Dettagli architettonici, suppellettili e sfondi paesaggistici rinvianti al capoluogo giuliano costituiscono il nucleo tematico portante delle opere in mostra, all’interno delle quali troviamo ritratta una realtà trasognata, evocante un’atmosfera di provvisorietà scomposta (o ricomposta) in senso cubista: un mondo che talvolta può richiamare in superficie la vita moderna, dinamica e contrastata, ma dal quale traspare sempre uno spirito romantico e spirituale. Una luce calda e gessosa si irradia dalle cose raffigurate per poi espandersi e abbracciare orizzonti lontani: disegna l’oscillazione di un crepuscolo sospeso fra il preludio di un giorno lontano e la vicinanza di un raggio di luna: un bosco, un fiore, un prato sono i termini più semplici e comprensibili di una simbologia immediata e capace di smuovere l’animo alla pacificazione. “Sono convinto che la pittura rimanga, oggi, in assoluto, la formula più innovativa della ricerca artistica contemporanea. Il mio scopo è semplicemente quello di creare immagini che si facciano apprezzare per il loro aspetto cromatico con specifica energia positiva e creativa.Non ho la pretesa di azzerare quanto c’è stato prima: la mia pittura guarda alla tradizione e pertanto vi si trovano esperienze delle avanguardie storiche, lacerti di Giotto e Piero della Francesca e fisionomie greco-romane”.
La sua pittura, lungi dall’essere un mero esercizio di stile, è in bilico tra un mondo naïf e una brillante consapevolezza stilistica che richiama il colorismo di Matisse e le impennate geometriche di Braque; attira lo spettatore dentro il suo universo, fino a fargli perdere il centro gravitazionale di un sapere che, per conoscere, pretende di “riconoscere” e lo immette in un mondo solo apparentemente risolto, dove tutto si intreccia: il vecchio e il nuovo, l’allusione e la certezza, il domestico e il selvatico, l’albero con il cielo, la stanza con il panorama, il sogno con il ricordo.
Pittura non come rimando, quindi, quella di Fontana, quanto inaspettato dejà vu che irrompe in un nuovo presente pittorico: una nuova storia da narrare che si alimenta di storie già sentite, come di filastrocca tramandata dalla tradizione orale, di generazione in generazione, lasciando che ognuno aggiunga qualcosa, quel qualcosa che diventa il solco del tempo e la forma del presente.
Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #fontana , #mostra , #trieste |
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