Ecco il comunicato stampa sommario diffuso dall’Istat.
Periodo di riferimento: Settembre 2009
Diffuso il: 10 novembre 2009
Prossimo comunicato: 10 dicembre 2009
Nel mese di settembre 2009, sulla base degli elementi finora disponibili, l'indice della produzione industriale destagionalizzato, con base 2005=100, ha segnato una diminuzione del 5,3 per cento rispetto ad agosto 2009; tornando così sui livelli raggiunti a luglio scorso. La variazione congiunturale della media degli ultimi tre mesi rispetto a quella dei tre mesi immediatamente precedenti è pari a più 4,0 per cento; questo aumento segue la riduzione del 3,3 per cento registrata nel secondo trimestre del 2009.
L'indice della produzione corretto per gli effetti di calendario ha registrato a settembre una diminuzione tendenziale del 15,7 per cento (i giorni lavorativi sono stati 22 come a settembre 2008), mentre nei primi nove mesi la variazione rispetto allo stesso periodo del 2008 è stata di meno 20,3 per cento (i giorni lavorativi sono stati 190 come nel 2008).
L'indice grezzo della produzione industriale ha registrato una diminuzione del 15,3 per cento rispetto a settembre 2008. Nel confronto tendenziale relativo al periodo gennaio-settembre, l’indice è diminuito del 20,5 per cento.
Questo comunicato stampa congela tutte le costruzioni ipotetiche sulla ripresa economica. Come avevamo già anticipato è assolutamente prematuro parlare di ripresa, si può correttamente dire che c’è un rallentamento della caduta, che si può sperare di aver toccato il fondo, ma la ripresa è un’altra cosa.
Perché la crisi non diventi strutturale, cioè che ci sia una crescita tale da far recuperare i danni ricevuti e tornare a livelli simili a quello del 2006-2007, occorre effettuare dei cambiamenti nel sistema per eliminare i vecchiumi che producono la perdita di produttività.
Vi sono cambiamenti che devono essere realizzati dalle aziende, per questi la leva fiscale può stimolarli, agendo in modo selettivo e defiscalizzando gli interventi che si ritengono positivi, mai interventi a pioggia come l’abbattimento dell’IRAP proposto da Berlusconi e sostenuto da Confindustria.
Altri devono essere realizzati dallo Stato e sono gli interventi di adeguamento delle infrastrutture, interventi diffusi su tutto il territorio e non i pochi monumenti faraonici che piacciono tanto ai politici, e la revisione del sistema burocratico, con aumento dell’efficienza e la riduzione della spesa pubblica.
Nessuno di questi tipi di interventi sono stati avviati dal Governo e quindi è prevedibile che la nostra “crisi” diverrà strutturale, cioè saremo sospinti tra i paesi di basso profilo economico, come eravamo fino agli anni ‘50
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