REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno V n° 11 NOVEMBRE 2009 TERZA PAGINA


la Terra e l’Islam
Per “I colori del Sacro. Terra!” Rassegna internazionale di illustrazione. Quinta edizione 2009 - 2010 Padova, Museo Diocesano, 28



 

Emanuele Luzzati, Eden, 1994

Il Corano fa costante riferimento al mondo della natura e all’ordine che regna nell’universo: il mondo e la sua storia sono un grande libro in cui l’uomo dotato “di sano intelletto” è invitato a leggere i segni divini. Il cosmo intero è in qualche modo partecipe della rivelazione divina, perché nei fenomeni naturali è possibile intravedere una realtà che va decisamente al di là di ciò che normalmente si percepisce in modo immediato, ossia una manifestazione diretta del divino. Il Corano costituisce però l’unica chiave di lettura adatta a percepire la realtà e a svelarne il significato reale. Cosa insegna il Corano? Che l’uomo e la creazione sono “segni” eloquenti e sufficienti della signoria di Allâh nella storia e nel mondo.

    In verità, nei cieli e in terra ci sono segni per i credenti; e nella vostra creazione e negli animali che Dio sparge sulla terra ci sono segni per chi è saldo nella fede. E ce ne sono pure nell’alternarsi della notte e del giorno e nella pioggia che nella sua provvidenza Dio manda dal cielo per far vivere la terra già morta; e anche nel mutevole spirare del vento ci sono segni per chi ragiona. (Corano 45, 1-5)

È la teoria dei “segni di Dio”, degli âyât Allâh, comprendente la cosmicità, l’uomo e anche il Corano nella sua inimitabilità. La creazione, opera di Allâh, viene presentata come “luogo” del suo potere e della sua signoria, che il credente riconosce nell’identificare i segni. E l’uomo, pur grande nella creazione a lui affidata, si trova a sviluppare una vocazione più contemplativa che “gestionale” nei confronti della creazione. La “lettura” coranica e il riconoscimento dei segni della creazione permettono all’uomo di orientare il proprio cammino.


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