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 Anno V n° 11 NOVEMBRE 2009    -   PRIMA PAGINA


Lo sbuffo
Il combattimento

Di Giovanni Gelmini



È sera, ma tutti sono pronti alla nuova sfida. Seduti sul divano o sulle sedie si apprestano alla nuova tenzone, sperando che sia bella cruenta, che faccia grondare sangue a quegli avversari che, lo sappiamo, sono da distruggere perché cattivi. Ormai è un rito, prima un guitto intrattiene il pubblico, poi l'arbitro presenta le due squadre: i rossi e gli azzurri che si affrontano a colpi di dialettica. Dialettica affilata, sferzante, cattiva, che fa male e apre ferite sanguinanti. Il pubblico li attende, le segue e sobbalza nelle comode poltrone, quando un fendente fa grondare di sangue l'avversario. Gioisce quando vede l'odiato rivale soccombere.

Questo combattimento ha tutte le caratteristiche di un combattimento di gladiatori dell'antica Roma. Anche qui gli spettatori sperano sempre che alla fine del combattimento l'Imperatore non grazi il soccombente, ma dia il “pollice verso”, cosa che non succede mai perché i gladiatori sono preziosi e devono tornare a combattere alla prossima puntata; mi sa anche che, dopo l'incontro, vanno tutti insieme a cena dalla “Sora Nina” per rifocillarsi con trippa o abbacchio.

Spettacolo disgustoso, che purtroppo rappresenta il dibattito politico oggi. Non ci si confronta più in Parlamento, dove i provvedimenti che passano hanno quasi sempre origine da un Decreto Legge da convertire con urgenza e quindi soggetto al voto di fiducia senza possibilità di dibattito costruttivo. Non ci si confronta sui fatti reali, per migliorare le decisioni, ma ci si confronta per fare spettacolo, per dar sfogo alle tensioni represse degli elettori; infatti quelli “rossi” guardano i canali “rossi, dove gli azzurri soccombono sempre, mentre gli “azzurri” guardano i canali “azzurri” ove, ovviamente, questi ultimi prevalgono.

Tutti soddisfatti, ma se a qualcuno questo non basta ecco pronto il “viaggio premio” a Roma. Caricati alla sera in un Pullman di lusso, o quasi, viaggio di notte, al mattino scaricati a Roma, incolonnati e portati in “piazza” (del Popolo o Esedra, a secondo dei casi) dove potranno sfogarsi con urla e canti, sentirsi tutti uniti e contenti, e, a fine giornata, rientrare a casa soddisfatti di aver fatto capire al mondo da che parte tira il vento. Anche questo fa parte della politica di oggi.

Ma le cose non vanno meglio, anzi peggiorano di giorno in giorno. Le persone sono sempre più povere, di soldi e di sentimenti. Le ingiustizie aumentano, la delinquenza dilaga, la giustizia non funziona, le forze dell'ordine non hanno i soldi per lavorare, ma ci sono le “ronde” che ci salvano. I posti di lavoro diminuiscono, ma la gente non accetta certi lavori, perché non sono degni di loro, in compenso “loro”non sanno fare nulla, perché la scuola li ha promossi, ma non li ha preparati.

Ma questa triste realtà è presto dimenticata, perché anche questa sera ci sarà un bel combattimento tra i “novelli gladiatori”.

Avanti così che questo fa tutti contenti; per prima cosa questi politici incapaci di fare la vera politica.



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