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FUTURISMO - MODA - DESIGN. La ricostruzione futurista dell’universo quotidiano A Gorizia, Musei Provinciali, dal 19 dicembre 2009 al 1 maggio 2010
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Se l’abito non fa il monaco, certo fa il Futurista. Ne era ben convinto Giacomo Balla: “si pensa e si agisce come si veste”, scrisse nel suo Manifesto per il vestito antineutrale del 1914.
Così giù picconate ai simboli stessi del decoro maschile: demolita la simmetria delle giacche, ficcati in un dimenticato cassetto i colori nero e marrone d’ordinanza, via libera a panciotti che sono un tripudio di colori, a scarpe e sciarpe pluricolorate.
Alla moda e alla “Ricostruzione futurista dell’universo quotidiano”, meglio domestico, i Musei Provinciali di Gorizia dedicano un’originalissima esposizione, che sarà allestita al Museo della Moda e delle Arti Applicate dei Musei Provinciali dal 19 dicembre al primo maggio. Saranno esposti un centinaio di pezzi originali; alcuni dei capi in mostra sono concessi da coloro che oggi fanno la moda: Laura Biagiotti Cigna oppure Ottavio e Rosita Missoni, ad esempio, collezionisti di vestiti futuristi. Roberto Capucci, a conclusione della rassegna, è presente con un’anteprima del suo abito-omaggio al Futurismo.
Oggetti tutt’altro che secondari dato che, attraverso loro, la rivoluzione modernista proclamata dal movimento può avere una diffusione più estesa e capillare, entrare a far parte della realtà, del vissuto. “Quegli uomini – scrive Marinetti riferendosi alle esperienze moderniste internazionali – hanno finalmente la gioia di vivere fra pareti di ferro. Hanno mobili d’acciaio, venti volte più leggeri e meno costosi dei nostri. Sono finalmente liberati dall’esempio di fragilità e di mollezza debilitante che ci danno il legno e le stoffe coi loro ornamenti agresti”.
Non è un caso, infatti, che vi sia un gran proliferare di Case d’Arte, da nord a sud, negli anni Dieci, Venti e Trenta: da Balla a Prampolini, a Depero, a Giannattasio, Tato, Rizzo, Corona, Dal Monte, Diulgheroff, Andreoni, Pizzo e Azari. La loro produzione è vasta, varia e diversificata, per quanto omogenea nello stile: dal mobile al componente d’arredo, agli arazzi, alle stoffe, ai pannelli decorativi, ai tappeti, alle ceramiche, ai metalli, nel tentativo di ridare dignità artistica all’oggetto d’uso. La trasposizione della dinamicità dalle arti figurative a quelle decorative investe sia le forme che le decorazioni, improntate su plastiche combinazioni astratte cinetiche. I risultati variano da tipologia a tipologia, a seconda dei materiali utilizzati e dell’artista stesso. Balla è, infatti, più dinamico, Depero apparentemente più statico, ma comunque vitale grazie al suo colorismo rutilante, Prampolini più severo e modernista.
La mostra rientra nel Progetto “Gorizia. Futurismi di Frontiera” congiuntamente promosso a Gorizia da Provincia, Comune e Fondazione Cassa di Risparmio. L’esposizione è stata promossa dalla Provincia di Gorizia con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e con il patrocinio del Comitato Nazionale per le Celebrazioni del centenario del Manifesto futurista. Per informazioni: Musei Provinciali di Gorizia, Località Borgo Castello (34170) Telefono: 0481 547541/ 547499 musei@provincia.gorizia.it Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #design , #futurismo , #gorizia , #moda , #mostra |
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