REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno V n° 12 DICEMBRE 2009 FATTI & OPINIONI


Censis - Il Rapporto annuale 2009 in pillole
Lavoro, professionalità, rappresentanze
Dal 43° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2009



Le strategie a medio termine del mercato del lavoro in affanno. Nei primi due trimestri dell’anno diminuisce il numero degli occupati (-1,6% rispetto allo stesso periodo del 2008) e aumenta contemporaneamente il tasso di disoccupazione (dal 6,7% al 7,4%). Cresce anche il numero delle persone in cerca di occupazione (+8,1%). La crisi occupazionale ha fatto sentire i suoi effetti con un’ulteriore contrazione del lavoro femminile (-0,7%). Nel Mezzogiorno si rileva un tasso di disoccupazione più alto che nel resto del Paese (12%). E si conferma la debolezza dell’Italia all’interno dell’Unione europea (tasso di occupazione al 58,7% contro il 65,9% medio dell’Ue27).

La crescita del tempo di non lavoro. Gli effetti del rallentamento dell’economia sul mondo del lavoro hanno riguardato anche la dimensione del tempo complessivamente dedicato alle prestazioni lavorative. Le ore di Cassa integrazione guadagni ordinaria passano dai 77 milioni del 2005 a 369 milioni. La Cassa integrazione straordinaria aumenta, nello stesso arco di tempo, del 162%, quella dell’edilizia del 129%. Sia nei servizi che nell’industria le ore effettivamente lavorate nelle grandi imprese diminuiscono rispettivamente del 2,4% e dell’1% tra luglio 2008 e luglio 2009. Analogamente, calano dello 0,4% sia le ore di sciopero, sia quelle dedicate al lavoro straordinario.

Il valore della risorsa umana nei processi di internazionalizzazione. Le imprese che rafforzano le strategie di internazionalizzazione investono non solo su reti logistiche e distributive nella prospettiva di conoscere meglio il cliente, ma anche sulle risorse umane utilizzate. Le imprese che hanno una significativa attività all’estero sono anche quelle che adottano più delle altre i contratti standard (il 96,6% contro il 92,5%) e meno i contratti flessibili (il 3,4% contro il 7,5%). In esse il significato stesso del salario si lega in proporzioni maggiori al concetto di valorizzazione del merito. Il personale all’estero, a parità di qualifica, viene pagato di più di quello in Italia: un dirigente che lavora in Italia guadagna poco meno di 87 mila euro annui, un dirigente di un’impresa italiana all’estero ne guadagna quasi 140 mila.

Verso una nuova previdenza per i professionisti. Anche le Casse di previdenza dei professionisti italiani, privatizzate da più di dieci anni, si stanno ponendo l’obiettivo di ripensare il loro welfare interno. Tra il 1997 e il 2009 il numero di professionisti iscritti agli Ordini e ai Collegi professionali ha conosciuto un incremento del 35,9%, passando da 1,476 milioni a 2,006 milioni (circa 530 mila nuovi iscritti), mentre nello stesso periodo l’occupazione nel nostro Paese è cresciuta solo del 14,8%. Resta auspicabile raggiungere anche le professioni senza regolamentazione che si collocano ai margini del mondo professionale ordinistico e che hanno bisogni di tutela ancora scoperti.

Le imprenditrici terziarie, fattore strategico per l’economia. Le donne imprenditrici del settore terziario costituiscono il vero elemento innovativo nel contesto dell’occupazione femminile degli ultimi decenni. Costituiscono il 67,1% del totale delle aziende gestite da donne, occupano sempre meno spazi di mercato legati al commercio e sono sempre più proiettate su settori un tempo monopolizzati dagli uomini, come la logistica (il 17% delle donne imprenditrici), i servizi professionali intellettuali (12,1%) o il turismo (12%). Dal secondo trimestre del 2004 allo stesso periodo del 2009 gli imprenditori nel complesso sono diminuiti del 4,1% e quelli del terziario del 3,2%, mentre le imprenditrici terziarie sono scese solo dell’1,3%, mostrando una capacità di contrasto alla crisi più alta. Fra le imprenditrici terziarie si registra un aumento significativo di formule societarie diverse dall’impresa individuale, ad esempio la società di persone (41,5%), mentre le società di capitali costituiscono lo 0,5% delle imprese femminili terziarie, aumentate del 126% dal secondo trimestre del 2004 allo stesso periodo del 2009.

© Riproduzione vietata, anche parziale, di tutto il materiale pubblicato