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Censis - Il Rapporto annuale 2009 in pillole

Sicurezza e cittadinanza

Dal 43° Rapporto sulla situazione sociale del Paese/2009



Il difficile equilibrio tra contrasto dell’irregolarità e diritto d’asilo. Secondo l’Unhcr 42 milioni di persone sono costrette alla fuga da guerre e persecuzioni: si tratta di 16 milioni di rifugiati o richiedenti asilo e di 26 milioni di sfollati all’interno del proprio Paese. Il «peso» dell’asilo grava sull’Europa in maniera contenuta rispetto alle zone più prossime ai Paesi che non garantiscono i diritti fondamentali: sono più di 3 milioni le persone sotto mandato dell’Alto Commissariato nel continente europeo (l’8,9% del totale), mentre superano i 10 milioni (30,3%) in Africa e sfiorano i 17 milioni in Asia (49,1%). Il 75% degli italiani auspica una maggiore forza decisionale dell’Europa nelle politiche dell’immigrazione e dell’asilo (la media europea si ferma al 63%), e percentuali simili emergono in altri Paesi dell’Europa mediterranea interessati da cospicui flussi irregolari, come Spagna, Grecia e Portogallo. Le questioni sulle quali gli italiani ritengono che l’impegno delle istituzioni europee dovrebbe crescere nei prossimi anni sono, dopo quelle economiche (prioritarie per il 43%), proprio quelle relative all’immigrazione (se lo augura il 34% della popolazione, rispetto al 23% medio dell’Ue).

Viaggio attraverso le regolarizzazioni. Quella recentemente conclusasi è stata la sesta regolarizzazione di stranieri in Italia dal 1986 ad oggi: 294.744 domande (180.408 per le colf e 114.336 per le badanti) concentrate soprattutto nelle grandi città di Milano (il 14,7% delle domande), Roma (10,9%) e Napoli (8,2%), e presentate prevalentemente da persone di nazionalità ucraina (12,6%), marocchina (12,2%) e moldava (8,7%). Crescono le presenze di cittadini dell’Europa dell’Est e si registra un processo di femminilizzazione dei flussi migratori: le donne passano da un quinto del totale dei regolarizzati nel 1986 a quasi la metà di quelli del 2002 e del 2009.

Immigrazione in tempi di crisi. Nell’Unione europea il tasso di disoccupazione tra i lavoratori immigrati è aumentato nel periodo 2007-2009 del 3,1%, a fronte di un incremento dello 0,7% tra gli autoctoni. Anche in Italia è evidente la situazione di difficoltà nella quale si trovano gli immigrati, e non deve trarre in inganno la crescita degli occupati stranieri rilevata nel secondo trimestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008 (+184 mila), legata semplicemente alla crescita della popolazione straniera, perché contestualmente è diminuito il tasso di occupazione dello 0,7%. Negativi anche i dati sugli stranieri disoccupati o in cerca di lavoro, cresciuti nell’ultimo anno rispettivamente del 2,2% e del 40,8%. Nel biennio 2007-2008 le compravendite di abitazioni concluse da immigrati sono diminuite del 23,7% e si stima un’ulteriore contrazione del 12,6% nel 2009 (la prima parte dell’anno ha fatto registrare una diminuzione del 40%). Anche la quota di mutui immobiliari accesi dagli immigrati è in costante calo dal 2006, quando corrispondeva al 10,1% del totale, poi scesa al 7,6% a fine 2008 e al 6,6% all’inizio del 2009. È in crescita, invece, il flusso di rimesse in uscita dall’Italia, ma solo in ragione dell’aumento del numero degli immigrati: gli importi complessivi sono aumentati del 5,6%, ma è netta la diminuzione delle rimesse pro-capite (-9,6%). L’unico dato in controtendenza riguarda gli imprenditori stranieri, aumentati del 2,4% tra la fine del 2008 e la prima metà del 2009 (ormai rappresentano il 6% della classe imprenditoriale in Italia).

L’integrazione parte dalla salute. I servizi sanitari pubblici sono molto conosciuti dagli stranieri residenti in Italia: l’89,4% conosce/utilizza il medico di base, l’84% la Asl e l’81,1% il Pronto soccorso. Servizi apprezzati dall’utenza straniera: il 48,4% è soddisfatto e il 33,1% mediamente soddisfatto del Servizio sanitario nazionale, il medico di base raccoglie giudizi positivi nel 70,1% dei casi, la Asl nel 69,8% e il Pronto soccorso nel 64,5%. La salute degli stranieri sembra comunque migliore di quella degli italiani: l’85% degli stranieri di sesso maschile e il 75,1% delle femme affermano di sentirsi «bene/molto bene», a fronte di dati che tra gli italiani si fermano rispettivamente al 75,5% e al 68,1%. Nelle quattro settimane precedenti l’intervista, il 22,8% degli stranieri residenti in Italia ha sofferto di una malattia acuta, mentre tra gli italiani la percentuale sale al 27,4%. Resta da sfatare il pregiudizio che vede negli immigrati i responsabili di una possibile recrudescenza delle malattie infettive in Italia: negli ultimi dieci anni i nuovi casi di tubercolosi diagnosticati sono diminuiti del 16,5% a fronte di una crescita della popolazione straniera residente del 232,2%.

La crescita della contraffazione alimentare. Il fatturato della falsificazione di generi alimentari viene stimato dal Censis in 1.153 milioni di euro, con un impatto in termini di mancata occupazione di circa 24.300 unità. Nel 2008 le dogane europee hanno sequestrato 2.434.959 prodotti alimentari contraffatti, corrispondenti all’1,4% del totale dei prodotti sequestrati, con un aumento del 26% rispetto al 2007. All’interno del territorio nazionale i Nas hanno sequestrato nel 2008 generi alimentari per un valore complessivo di oltre 159 milioni di euro, in crescita rispetto ai 121 milioni di euro del 2007. E l’Ispettorato centrale per il controllo della qualità, istituito presso il Ministero delle Politiche agricole, ha svolto nel 2008 più di 37 mila ispezioni, controllando quasi 90 mila prodotti e individuando un 5,5% di prodotti irregolari, con 543 notizie di reato, 4.547 contestazioni amministrative e un totale di 539 sequestri per un valore di oltre 181 milioni di euro. Particolarmente lesivo per l’export italiano è il fenomeno imitativo: il mercato dell’italian sounding vale nel mondo circa 60 miliardi di euro.

Pubblica Amministrazione in terra criminale. Dal 2004 al 2008 sono pervenute alle Forze dell’ordine 19.019 denunce per reati legati alla corruzione della Pa: il 42,2% concentrato nelle quattro regioni del Sud più interessate da fenomeni di criminalità organizzata. Negli anni 2007-2009 nelle quattro regioni patria delle organizzazioni criminali sono stati eseguiti 1.192 interventi della Guardia di Finanza per contrastare le frodi comunitarie, pari al 42,9% del totale, con il risultato di 1.019 soggetti denunciati (il 64,6% del totale), 56 arrestati (su 59) e 850,8 milioni di euro di finanziamenti illeciti individuati (il 72,2% del totale). Di questi, il 41,4% è relativo a fondi agricoli e il restante 58,2% a fondi strutturali. Le truffe comunitarie sono infatti uno dei settori illeciti emergenti: 5.321 casi di irregolarità segnalati all’Unione europea nel 2007, per un importo totale stimato di 1.048 milioni di euro. Il nostro Paese si trova al quinto posto per numero di segnalazioni notificate (1.170), ma al primo posto per ammontare degli importi irregolari (232,5 milioni di euro). Nel 2008 sono stati recuperati 77 milioni di euro, ma restano da restituire all’Unione europea 409 milioni di euro accumulati negli anni precedenti.

Argomenti:   #alimentari ,        #censis ,        #immigrazione ,        #pubblica amministrazione ,        #sicurezza ,        #società

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