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La violenza richiama violenza A pugni in faccia! Di Giovanni Gelmini
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La notizia è di quelle che fa sussultare: “Berlusconi preso a pugni in faccia”. Poi si scopre che non sono pugni, ma una statuetta del duomo di Milano lanciatogli da un uomo di circa 40 anni. Il premier sanguinante saluta la folla e viene portato al San Raffaele per le bisogne. Subito tutti i politici esprimono la loro solidarietà a Berlusconi e anche il Presidente della Repubblica Napolitano divulga una dichiarazione, che a noi sembra la più equilibrata possibile; infatti esprime “la più ferma condanna del grave e inconsulto gesto d’aggressione”, ma nello stesso tempo non tralascia di rinnovare l'invito “perché ogni contrasto politico e istituzionale sia ricondotto entro limiti di responsabile autocontrollo e di civile confronto, prevenendo e stroncando ogni impulso e spirale di violenza". In più di mezzo secolo di Repubblica, non si sono mai verificati due atti di violenza contro un Capo del Governo Italiano (n.d.r. a memoria non ne ricordo alcuno se non quelli subiti da Berlusconi). Prima un fotografo gli ha lanciato un treppiede, ora un uomo gli lancia il “duomo di Milano” in faccia. La violenza va sempre condannata, ma non c'è solo quella fisica. È evidente che ci deve essere qualcos'altro che porta a lanciare oggetti verso Berlusconi e questo qualcos'altro lo ha ben rimarcato il nostro Presidente della Repubblica: la spirale di violenza politica che ha invaso la nostra vita. Non si può continuamente accusare chiunque intralci il suo percorso di “attentare alle istituzioni”; l'espressione di opinioni contrarie non solo è legittima e permessa dalla nostra costituzione, ma è anche necessaria per una vita equilibrata. Ma questo sembra che a Berlusconi non piaccia. Chiunque intralcia la sua gestione del potere è un “comunista”! I suoi comizi sono violenti e stimolano ribellione. Le persone normali sono in grado di reprimere il prurito che sentono, quando insulta le loro idee, ma una persona non equilibrata, in cura dai servizi psichiatrici, può perdere la luce della ragione e questo sembra sia quello che è successo: l'“attentatore” risulta in cura da 10 anni dai servizi di igiene psichiatrica. Assurda la richiesta espressa da Mariastella Gelmini di inasprire le pene: le pene sono sufficienti; sarebbe invece opportuno che i politici capissero quello che dicono e cosa pensa le gente, non usando i sondaggi. Argomenti: #attentati , #attualità , #berlusconi , #napolitano , #violenza Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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