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Critica politica Il clima di violenza Quali le cause? Quali le colpe? Chi deve cambiare il suo modo di agire?
Di Il Nibbio
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È nato prima l'uovo o la gallina? Questa mi sembra la domanda adatta alla situazione attuale. Il clima di violenza della politica è un dato di fatto, toccabile con mano; alcuni politici ne sono responsabili di sicuro, altri lo subiscono e reagiscono in modo diverso, ma nessuno dice: è colpa mia! Certo saremmo illusi a sperarlo. Da tempo il presidente Napolitano non perde occasione per richiamare l'attenzione su questa insostenibile situazione e invitare i politici a smettere i comportamenti che tengono la tensione a questo livello. Il Presidente della Repubblica è super partes e quindi non può fare l'elenco dei destinatari dei suoi inviti, come invece si è permesso di fare nell'aula di Montecitorio l'Onorevole Cicchitto. Se si osservano i tempi in cui ha diramato i sui messaggi, cioè i fatti a cui sono legati, ci si accorge però che sono diretti quasi sempre a Berlusconi e ai suoi sostenitori. L'ultimo è stato in occasione del gravissimo intervento del nostro Capo del Governo a Bonn al congresso del PPE. Non ci si può scontrare con tutti e poi non pensare di sollevare odio, odio che in qualche mente malata può diventare azione reale, come è successo. La violenza deve essere sempre condannata e chi la subisce deve avere la solidarietà, ma va condannato anche chi la provoca con la violenza delle parole e con la violenza della limitazione della libertà: questo è quello che sta facendo l'attuale maggioranza. È violenza travisare i fatti per farsi passare vittima, come sta facendo Berlusconi: la caduta del suo governo non fu opera dei magistrati, ma fu causata dallo scontento del suo alleato Bossi, che lo sfiduciò e sostenne poi il governo di centro sinistra di Dini, sperando in un successivo accordo con quei partiti. La Corte costituzionale non è di sinistra, come non lo sono mai stati almeno due dei tre presidenti, Ciampi e Scalfaro, citati da Berlusconi come artefici di questa anomalia con la nomina di 5 membri della Consulta. I giudici non sono “di sinistra”, sono giudici soggetti alla legge e non è colpa loro se la politica è diventata più sporca di una fogna intasata. Ben hanno fatto politici e non a stigmatizzare l'aggressione a Berlusconi e ad esprimere solidarietà all'uomo ferito, ma questo non vuol dire dover rinunciare alla lotta politica, fatta nel rispetto delle istituzioni e della libertà di espressione. Secondo noi ben hanno fatto anche Di Pietro e Rosy Bindi a ricordare a Berlusconi che proprio lui è “tra gli artefici di questo (clima)”. Berlusconi si lamenta che non lo lasciano governare, ma lui, che ha la maggioranza assoluta, non ha bisogno di altri per governare e di fatti va avanti a colpi di “fiducia” evitando il dibattio in parlamento, ma certo non può pretendere di cambiare la Costituzione solo con la sua maggioranza e che l'opposizione accetti le sue leggi fatte per proteggerlo. Solo perché non riesce a piegare al suo volere le altre istituzioni, non può attaccarle per distruggerne l'indipendenza e poi pretendere che tutto fili liscio. È incredibile come si lamenti della violenza presente nella politica attuale e non faccia autocritica, attribuendo solo le colpe agli altri. Concordiamo con il Direttore di “La Repubblica” quando scrive “Ieri Cicchitto si è incaricato di ripristinare immediatamente il clima di guerra, senza il quale l'anima più ideologica e rivoluzionaria (nel senso di Licio Gelli, non di Mussolini) della destra non riesce a sopravvivere e ad esprimersi. Per lui, la mano dell' aggressore di Berlusconi «è stata armata Da una spietata campagna di odio, il cui obiettivo è il rovesciamento di un legittimo risultato elettorale». A condurre questa" campagna secondo Cicchitto è il network dell'odio composto dal gruppo Repubblica-Espresso, dal Fatto, da Santoro, da Travaglio (definito in Parlamento «terrorista mediatico») dal partito di Di Pietro e dai pubblici ministeri che indagano su Berlusconi.” Nel numero scorso in "Il combattimento" abbiamo stigmatizzato il modo di condurre i talck-show proprio per la violenza in essi presente: infatti, molta di quella violenza percepita dagli spettatori è causata dal “parlarsi sopra” che hanno molti politici, spesso del PDL e della LEGA, che impediscono così la libera espressione della persona che ha in quel momento la parola. Non possiamo dire altrettanto della carta stampata che si limita a segnalare fatti reali ai lettori e ad invitare a chiarimenti Berlusconi. Ben diverso è il caso di quando un giornale si inventa un'accusa per eliminare un avversario fastidioso e poi pensa che sia sufficiente, per sistemare le cose, ammettere l'errore, come è successo proprio qualche giorno fa. La violenza esistente oggi in politica crediamo sia causata dalla pretesa di avere un potere senza limiti, solo perché nasce dal popolo, ma il popolo, ci dice il CENSIS, forma le sue idee guardando la TV, che è quasi completamente controllata da chi detiene il potere. Ecco perché le trasmissioni che non sono controllate, e la diretta di eventi politici dell'opposizione giustizialista, devono essere eliminati. Sarà impossibile ritornare a un clima normale se, chi detiene il potere, lo esercita con violenza per mantenerlo. Argomenti: #critica politica , #democrazia , #gelli , #politica , #violenza Leggi tutti gli articoli di Il Nibbio (n° articoli 83) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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