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Gerhard Richter, Porträt Liz Kertelge, 1966, Oil on canvas, 65 x 70 cm, Courtesy Collection Böckmann, Berlin at Hamburger Kunsthalle
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Dal 20 febbraio al 25 aprile 2010, al CCCS (Centro di Cultura Contemporanea Strozzina), Palazzo Strozzi di Firenze, si terrà la mostra “Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte contemporanea”, ideata da Franziska Nori, project director CCCS, e da Hubertus Gassner, direttore della Kunsthalle di Amburgo.
Organizzata in collaborazione con la Kunsthalle di Amburgo, l’esposizione presenterà 11 opere di Gerhard Richter (Germania, 1932), uno dei più importanti artisti della seconda metà del Novecento, che dialogheranno con quelle di sette artisti contemporanei (Lorenzo Banci, Marc Breslin, Antony Gormley, Roger Hiorns, Scott Short, Wolfgang Tillmans, Xie Nanxing), legati allo stesso Richter da una profonda sfiducia nei confronti dell’immagine come veicolo di verità.
Il tema dell’esposizione è la dissoluzione dell’immagine, e si pone come ideale continuazione della mostra attualmente in corso al CCCS, dal titolo
Realtà Manipolate (fino al 17 gennaio 2010), che esplora la relazione esistente tra la realtà e la sua rappresentazione mediante la fotografia e il video. Gerhard Richter, uno dei più conosciuti e richiesti artisti viventi, ha fatto di questo concetto uno dei paradigmi del suo lavoro e ha posto le fondamenta per quello degli artisti della nuova generazione.
Richter, uno dei pionieri nel portare all’estremo la dissoluzione sia della figura che della tecnica pittorica stessa, dipinge sopra fotografie originali o usa una particolare tecnica di pittura sfocata.Come punto di partenza, Richter seleziona deliberatamente soggetti comuni o casuali.Ben consapevole del potere delle immagini, egli si sforza di mettere in dubbio la loro chiarezza, facendo emergere o scomparire le immagini stesse.
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Gerhard Richter, Eule, 1982, Oil on canvas, 225 x 294 cm, Courtesy Collection Böckmann, Berlin at Hamburger Kunsthalle
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Gioca con la realtà e la sua apparenza e converte le immagini figurative in astratte, focalizzando la sua attenzione, per esempio, su dettagli minori. Ha posto come base del suo lavoro l’uso di immagini esistenti, sia per poter trasferire le caratteristiche da un
medium a un altro, sia per utilizzare differenti generi su uno stesso piano. Richter indirizza la differenza, che esiste tra la percezione soggettiva, e l’esperienza oggettiva della realtà, nel luogo in cui solo la pratica artistica può offrire possibili approcci, all’interno cioè della difficile relazione esistente tra l’oggetto e la sua rappresentazione.
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Lorenzo Banci, senza titolo, 2006, Oil on canvas, 131 x 100 cm, Courtesy private collection and the artist
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Il CCCS ha invitato a entrare in dialogo con il lavoro di Richter sette artisti contemporanei che nella loro carriera si sono concentrati sul tema della dissoluzione dell’immagine. Il lavoro di ciascuno verrà presentato in uno spazio proprio, permettendo così, pur all’interno del contesto unitario della mostra, di mantenere le specificità delle rispettive ricerche. Oltre ai due artisti inglesi Antony Gormley e Roger Hiorns - quest’ultimo scelto nella rosa dei candidati per il Turner Prize 2009 - saranno presenti gli statunitensi Marc Breslin e Scott Short, il cinese Xie Nanxing, l’italiano Lorenzo Banci e il tedesco Wolfgang Tillmans.
Xie Nanxing (Repubblica Popolare Cinese, 1970) unisce insieme video, fotografia e pittura per creare immagini che riflettono sulla condizione umana del nostro presente, così dominato dall’estetica dei media.
Lorenzo Banci (Italia, 1974) studia i confini tra la rappresentazione e l’astrazione, dipingendo forme in dissolvenza tratte da fotografie che hanno per soggetto luoghi apparentemente marginali in cui la luce diviene la principale protagonista.
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Scott Short, Untitled (green), 2009, Oil on canvas, 63,5 x 50,8 cm, Courtesy Cardi Black Box, Milano
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Il lavoro concettuale di
Scott Short (USA, 1964) si basa sul fotocopiare centinaia di volte lo stesso foglio bianco, fino a quando si generano, in maniera casuale, dei segni che creano un’immagine accidentale, poi tradotta in un dipinto. Roger Hiorns (Gran Bretagna, 1975) crea installazioni di carattere scultoreo, in cui componenti chimici innescano processi di trasformazione che generano nuove forme evanescenti, sorprendenti e autonome dall’intervento diretto dell’artista.
Marc Breslin (USA, 1983) usa la superficie pittorica come un palinsesto, in cui segni, graffi e tracce su diversi strati di pittura creano una metafora della mente umana e della sovrapposizione o un annullamento di ricordi ed eventi.
Il lavoro di Antony Gormley (Gran Bretagna, 1950) si pone come un’arte sociale che si muove tra figurazione e astrazione, creando installazioni che evocano il tratto del disegno astratto, ma che sono il risultato di un processo di dissolvenza della figura umana.
Wolfgang Tillmans (Germania, 1968) sperimenta le possibilità e i limiti della fotografia, lavorando su vari generi e spingendosi fino all’astrazione con immagini create direttamente sul negativo, senza l’ausilio della macchina fotografica o della camera oscura.
Mentre Richter rimane fedele al medium della pittura, portando all’estremo le sue possibilità e arrivando quasi a metterle in dubbio, gli artisti contemporanei in dialogo con le sue opere assumono come loro cifra espressiva l’assenza (e a volte, l’impossibilità) di arrivare, oggi, a una chiara definizione del mondo attraverso l’immagine.
Gerhard Richter e la dissolvenza dell’immagine nell’arte contemporanea
Firenze, CCCS - Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Palazzo Strozzi
Dal 20 febbraio al 25 aprile 2010
Orari: tutti i giorni 10.00 - 20.00, giovedì 10.00 - 23.00. Lunedì chiuso.
Biglietto valido per un mese:
5,00 € intero;
4,00 € ridotto (studenti universitari e convenzioni);
3,00 € ridotto scuole.
Giovedì ingresso gratuito dalle 18.00 alle 23.00
Catalogo: Edizioni Mandragora
Informazioni Tel. +39 055/ 2645155 www.strozzina.org
www.palazzostrozzi.org