Sintesi
La ripresa mondiale è avviata... La ripresa economica,
avviatasi durante l'estate nelle maggiori economie avanzate, in via di marcato
rafforzamento in quelle emergenti, è proseguita nello scorcio dell'anno,
sospinta dalle politiche economiche espansive dei principali paesi. Nel terzo
trimestre del 2009 il PIL è tornato a crescere negli Stati Uniti e nell'area
dell'euro, ha continuato a espandersi in Giappone, ha accelerato nelle economie
emergenti dell'Asia e dell'America latina. Anche il volume del commercio
mondiale è tornato ad aumentare, pur rimanendo di circa il 10 per cento al di
sotto del livello di un anno prima. Nel quarto trimestre è proseguito il
recupero della produzione industriale dai minimi toccati nella prima metà del
2009 ed è ulteriormente migliorato il clima di fiducia; negli Stati Uniti e in
Giappone si è attenuata la caduta dell'occupazione. Le tensioni sui mercati
finanziari internazionali si sono allentate e la restrizione del credito
bancario si è fatta meno intensa. Benché le quotazioni del petrolio e delle
altre materie prime stiano risalendo gradualmente, l'inflazione rimane moderata
in presenza di ampie risorse inutilizzate.
I mercati si attendono che le
banche centrali mantengano i tassi ufficiali ai bassi livelli attuali ancora per
qualche tempo. Tassi bassi e abbondanza di liquidità hanno incoraggiato la
domanda di attività rischiose. Un peggioramento della congiuntura o attese di
aumenti più ravvicinati dei tassi d'interesse potrebbero ingenerare correzioni
nei valori di mercato delle attività finanziarie.
...a un ritmo
diseguale - Le previsioni per il 2010 degli analisti privati e degli
organismi internazionali sono state riviste al rialzo; quelle più recenti
dell'OCSE indicano per l'insieme delle economie avanzate un aumento del PIL
intorno al 2 per cento, un ritmo relativamente moderato nel confronto con
precedenti fasi di avvio dell'espansione ciclica. Per contro, la crescita
proseguirebbe a tassi elevati in Cina, India e Brasile, trainata da una più
forte dinamica della domanda interna.
L'espansione stenta a
rafforzarsi nelle economie avanzate... Alcuni fattori di debolezza
potrebbero condizionare la ripresa nelle economie avanzate. L'effetto espansivo
delle misure di stimolo fiscale dovrebbe recedere nella seconda metà dell'anno;
anche il contributo positivo proveniente dall'attesa ricostituzione delle scorte
di magazzino sarà per sua natura temporaneo. Sulla possibilità che i consumi
tornino ad alimentare la ripresa grava l'incertezza riguardo alle condizioni del
mercato del lavoro; i tassi di disoccupazione dovrebbero salire ancora o
comunque rimanere elevati per buona parte del 2010. In alcuni paesi, tra cui gli
Stati Uniti, anche il desiderio delle famiglie di risanare i propri bilanci
contribuisce a contenerne la propensione alla spesa. Il basso utilizzo della
capacità produttiva tende a frenare gli investimenti in beni strumentali, mentre
l'eccesso di offerta di immobili tende a scoraggiare quelli in edilizia nei
paesi in cui è stata più forte la caduta di quel
mercato.
...compresa l'area dell'euro - Anche nell'area
dell'euro, secondo gli indicatori congiunturali, la ripresa è proseguita negli
ultimi mesi del 2009, pur senza rafforzarsi rispetto al trimestre estivo. Al
deciso miglioramento del clima di fiducia delle imprese e dei consumatori non è
ancora corrisposto un irrobustimento altrettanto forte dell'attività produttiva
e del volume degli affari. Ciò ha riflesso, a fronte di una dinamica
relativamente favorevole delle esportazioni, la perdurante debolezza della
domanda interna; sulla componente dei consumi incide il calo dell'occupazione,
che è proseguito nei mesi autunnali. Secondo le stime dell'OCSE, sostanzialmente
allineate con quelle degli esperti dell'Eurosistema, il PIL dell'area
aumenterebbe di poco meno dell'1 per cento nel 2010. L'inflazione al consumo,
che sul finire dello scorso anno si è attestata intorno all'1 per cento,
risalirebbe lievemente nel 2010. La BCE ha lasciato invariati i tassi di
riferimento e ha iniziato a rimuovere gradualmente le misure non convenzionali
ritenute non più necessarie, pur confermando l'impegno dell'Eurosistema a
erogare tutta la liquidità necessaria al sistema bancario.
In
Italia la crescita prosegue a un ritmo modesto... In Italia il PIL,
tornato a crescere in estate (0,6 per cento sul trimestre precedente) dopo
cinque trimestri consecutivi di diminuzione, avrebbe seguitato a espandersi
nell'ultima parte del 2009, seppure a un ritmo inferiore. Nonostante il continuo
miglioramento del clima di fiducia, le imprese esitano ancora ad aumentare la
produzione in presenza di un incerto irrobustimento degli ordinativi. Il
parziale recupero dell'attività industriale registrato nel terzo trimestre, dai
livelli molto bassi toccati nel secondo, non è proseguito nei mesi
autunnali.
...guidata dalla contenuta espansione della domanda
estera... Anche la ripresa delle esportazioni avviatasi l'estate scorsa
si è attenuata in ottobre e novembre, secondo i dati disponibili. Si prevede
tuttavia che le vendite all'estero accelerino gradualmente nell'anno in corso, a
un ritmo medio prossimo al 3 per cento, comunque inferiore di circa un punto
alla prevista espansione del commercio mondiale. Negli ultimi anni la perdita di
competitività di prezzo delle merci italiane ha riflesso sia l'apprezzamento
dell'euro, sia il più forte aumento dei costi unitari del lavoro rispetto ai
paesi concorrenti, dovuto soprattutto alla stagnazione della
produttività.
...mentre la domanda interna rimane fiacca -
La dinamica dei consumi e degli investimenti privati, nonostante il
recupero del terzo trimestre del 2009, rimane debole. Sui consumi incide
negativamente la situazione del mercato del lavoro. Il calo del numero degli
occupati si traduce in una caduta del reddito disponibile delle famiglie, mentre
l'incertezza sulle prospettive tende a frenarne la propensione alla spesa. Lo
scorso novembre il tasso di disoccupazione è salito all'8,3 per cento, 2,4 punti
in più rispetto al minimo dell'aprile del 2007. Per valutare compiutamente il
grado di utilizzo della forza lavoro disponibile, tuttavia, ai "disoccupati"
vanno aggiunti i lavoratori in Cassa integrazione guadagni e le persone
"scoraggiate", ovvero coloro che non cercano attivamente un impiego e sono
quindi esclusi dal conteggio ufficiale dei disoccupati, pur avendo una
probabilità di trovarlo analoga a quella di questi ultimi. Stimiamo che, in
questo concetto ampio, nel secondo trimestre del 2009 la quota di forza lavoro
inutilizzata sia risultata superiore al 10 per cento, quasi 3 punti percentuali
in più del tasso di disoccupazione. In presenza di ampi margini inutilizzati di
capacità produttiva, anche la spesa delle imprese in beni strumentali si
prefigura modesta.
Per il 2010 e il 2011 si profila una ripresa
ancora debole... In prospettiva, nei prossimi due anni le componenti
interne della domanda dovrebbero fornire un contributo esiguo alla crescita.
Come è spesso avvenuto nel recente passato in analoghe fasi cicliche, il
principale sostegno alla ripresa verrebbe dalla domanda estera, in un contesto
in cui, tuttavia, l'economia mondiale stenta a tornare su un sentiero di
crescita sostenuta. Nel complesso, valutiamo che l'economia italiana possa
crescere dello 0,7 per cento nell'anno in corso, per poi accelerare all'1 nel
2011.
...con un'inflazione contenuta, seppure in graduale
risalita - L'inflazione al consumo, che si era praticamente azzerata
l'estate scorsa, è risalita nei mesi autunnali, fino a raggiungere, in dicembre,
l'1,0 per cento sui dodici mesi. La componente di fondo, che esclude i beni
energetici e alimentari, si è stabilizzata poco al di sotto dell'1,5 per cento.
Secondo le nostre previsioni l'incremento dei prezzi al consumo salirebbe
gradualmente all'1,5 per cento nel 2010 e all'1,9 nel 2011, riflettendo in parte
la tendenza al rialzo dei prezzi dell'energia.
L'incertezza sulle
prospettive rimane elevata - Attorno a questo scenario previsivo
permangono, tuttavia, significativi margini di incertezza. Questi sono connessi
in particolare, da un lato, a una domanda mondiale che potrebbe risultare più
favorevole di quanto ipotizzato e, dall'altro, al rischio che le condizioni del
mercato del lavoro si mantengano deboli per un tempo maggiore. Il tasso,
inferiore all'1 per cento, prospettato per la crescita del PIL nella media di
quest'anno, è il valore centrale di un ventaglio ampio di possibilità: con una
probabilità del 70 per cento esso si collocherebbe all'interno di un intervallo
di circa ± 1 punto percentuale.
La situazione dei conti pubblici
è peggiorata, anche se meno che nella media dell'area dell'euro - Nel
2009 l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche dovrebbe avere
superato il 5 per cento del PIL, dal 2,7 del 2008; l'aumento del disavanzo è
significativamente inferiore a quello atteso per l'area dell'euro. L'incidenza
del debito pubblico sul prodotto crescerebbe di circa dieci punti. Gli effetti
sul disavanzo pubblico del peggioramento del quadro congiunturale sono stati
attenuati dalla flessione della spesa per interessi. Gli interventi volti a
ridurre i costi sociali della crisi e a sostenere la domanda, complessivamente
stimati nell'ordine di un punto percentuale del prodotto, hanno trovato
copertura in riduzioni di precedenti stanziamenti e con l'introduzione di
imposte sostitutive una tantum.
La legge finanziaria prevede per il 2010,
oltre alla proroga di interventi già avviati, alcuni aumenti di spesa corrente.
La copertura delle misure è, anche in questo caso, prevalentemente affidata alla
riduzione di stanziamenti disposti in precedenza e a interventi temporanei sulle
entrate che dovrebbero avere limitate ripercussioni sull'attività economica; si
tratta soprattutto dello scudo fiscale, i cui effetti sul disavanzo sono stati
in larga misura spostati all'anno in corso mediante la riduzione della misura
dell'acconto dell'Irpef dovuto alla fine del 2009. Nel complesso, la manovra
lascia invariato il saldo di bilancio e determina un aumento netto sia delle
entrate sia delle spese di 0,2 punti percentuali del prodotto.
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