REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VI n° 2 FEBBRAIO 2010 - EVENTI Mostra d’arte contemporanea |
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Per la prima volta in modo organico una grande mostra cerca di fare il punto su quel periodo magmatico, contraddittorio e vivo come pochi, tentando fra l’altro di verificare come nel corso di quei quarant’anni l’arte abbia influenzato la società. Emblematico il titolo della rassegna: “Il Grande Gioco. Forme d’arte in Italia 1947 – 1989”, dove il “grande gioco” evoca ruoli, richiama esperienze, suggerisce relazioni, ma soprattutto intende sottolineare come il divenire della storia e dell’arte non possano essere affrontate per comparti, ma debba essere letto nelle interazioni e nelle rispettive e reciproche influenze. Per realizzare una così importante rassegna tre realtà hanno unito gli sforzi: Il Comune di Lissone con il suo Museo d’arte contemporanea, il Comune di Bergamo con la GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e il Comune di Milano - Cultura, con i suoi spazi della Rotonda di via Besana, strettamente affiancate dall’Assessorato alla Cultura della Regione Lombardia. A ideare il progetto e curare la mostra Luigi Cavadini, Bruno Corà e Giacinto Di Pietrantonio.
Si tratta di una trasversalità che recupera, ravvivandola a partire dal secondo dopoguerra, la ricchezza dell’esperienza futurista, che intendeva entrare nei vari campi espressivi e sociali della realtà, come risulta evidente fin dalla pubblicazione del primo manifesto, avvenuta non su un catalogo o una rivista d’arte, ma sul maggiore quotidiano dell’epoca, Le Figaro, con l’intento di rivolgersi in generale alla società e non solo agli addetti ai lavori dell’arte. Negli anni dell’immediato dopoguerra gli artisti cercano di riprendere percorsi spesso interrotti dalla loro partecipazione al conflitto o, comunque, di ravvivare la propria ricerca e di dare ad essa una nuova visibilità. Gli artisti si dividono sui due percorsi di figurazione-astrazione, ma rimangono in parte nella scia di Corrente, allineati ad una visione realistica, che trova connotazione storica e ideologica (il Fronte Nuovo delle Arti, 1946), e che, senza rinunciare a un impegno politico, cerca nuove modalità espressive. Si parte dalle esperienze già condotte, come quelle dagli astrattisti, attivi già negli anni Trenta sia attorno alla Galleria del Milione di Milano, che in una situazione singolare come quella di Como, dove interagivano con gli architetti razionalisti e in particolare con Terragni. Se consideriamo gli effetti prodottisi nei decenni successivi al dopoguerra, non sembra, che Il filone figurativo avvia avuto sbocchi fecondi nella società alla quale ambiva, ma la ricerca astratta si è espansa e ramificata in vari filoni. L’esposizione si sofferma su questa “storia”, anche per le conseguenze decisamente ampie che avrà sulla ricerca dei decenni successivi e per le relazioni che si instaurano con i vari aspetti della cultura e della società e dell’economia dell’epoca.
La mostra si articola sui tre spazi espositivi secondo una successione temporale, che affida al Museo d’arte contemporanea di Lissone gli anni dell’immediato dopoguerra fino al 1958, alla Rotonda di via Besana di Milano il periodo 1959-1972 e alla GAMeC di Bergamo gli anni più recenti, dal 1973 al 1989. Si annuncia che una rilettura di sintesi della mostra si terrà a partire dal 3 luglio fino al 26 settembre 2010 presso la sede del Museo d'Arte di Lugano. IL GRANDE GIOCO. Forme d'arte in Italia 1947-1989 Sedi e Orari di apertura: GAMeC di Bergamo e Museo d’arte contemporanea di Lissone: orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica 10-13 15-19 giovedì 10-13 15-22 lunedi' chiuso Rotonda di Via Besana martedì, mercoledì, venerdì, sabato, domenica: 9.30-19.30; giovedì dalle ore 9.30 alle ore 22.30; lunedì dalle ore 14.30 alle ore 19.30; Sito della mostra: www.ilgrandegioco.it Catalogo: Silvana Editoriale
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