Sono state avviate “trattative” al ministero per Alcoa e per la Fiat a Termini Imerese e appaiono le soluzioni.
Il problema di Alcoa sembra essere quello di avere energia a basso prezzo e superare i divieti della UE; per questo è stato predisposto un decreto per le “agevolazioni per le tariffe energetiche nell'industria delle due isole maggiori” (n.d.r. e le minori poverette?) e che dovrebbe superare il problema, che ha iniziato il percorso al Parlamento per la sua approvazione entro il 27 marzo.
Anche per Termini Imerese vi è una grande attività; Claudio Scajola, Ministro dello Sviluppo Economico, ha dichiarato che sono state già presentate 14 proposte per la riutilizzazione del sito e che la volontà del governo è quella di mantenere la vocazione industriale dell'area, privilegiando il settore automobilistico. Secondo il Ministro sono a disposizione finanziamenti statali e regionali per 450 milioni di euro.
Interessante , anche se forse utopica, è la proposta di Fabio Giambrone Senatore dell'IDV, fatta a risposta dell'intervento del ministro Scajola sull'argomento Temini Imerese, questa mattina al Senato.
Secondo Giambrone, lo stabilimento siciliano dovrà continuare infatti a produrre auto, in quanto è impensabile attuare "fantasiose e irrealizzabili idee di centrali nucleari o proposte di grandi centri commerciali sull'area". La proposta che l'IdV lancia è quella di un intervento-ponte, sino alla fine del 2011, per consentire al Governo di non restare fermo sulle posizioni assunte da Fiat - cioè chiusura totale dello stabilimento entro il prossimo anno - e alla Regione Siciliana di attivarsi "per trovare soluzioni alternative evitando di essere travolti da iniziative imprenditoriali prive di fondamento industriale e finanziario".
Giambrone spiega che la Fiat dovrebbe cedere ad 1 euro impianti, terreni e autorizzazioni alla Regione Siciliana che, attraverso una sua finanziaria, dovrà individuare entro il 2010, con gara internazionale, un produttore di auto che si impegni a costruire entro l'anno successivo una vettura a basso impatto ambientale, assumendo tutti i lavoratori e sviluppando un programma atto ad aumentare l'occupazione.
Secondo la proposta Idv la Regione Siciliana si dovrà impegnare a creare le necessarie infrastrutture entro il 2011 nell'area di Termini Imerese, mettendo a disposizione le necessarie risorse, integrando inoltre la cassa integrazione durante il periodo di formazione. Nel caso di cessione dello stabilimento ad altro produttore di auto; quanto da questi pagato verrebbe stornato alla Fiat detratti, ovviamente, le spese ed il valore delle integrazioni salariali date ai lavoratori nel periodo necessario. In caso contrario, tutto tornerebbe alla Fiat allo stesso prezzo di un euro.
La proposta è interessante ed applicabile a tutti gli insediamenti industriali, che possono essere attivi, ma che non rientrano nella legge Marzano, in quanto non c'è la procedura fallimentare dell'impresa, senza ripercorrere il sistema del vecchio carrozzone della GEPI. Abbiamo detto utopica, però, perché pensa che uno Stato e una Regione siano capaci di realizzare una riconversione industriale, cosa che non è facile neanche per il privato. Manca l'idea di “politica economica” nella testa dei nostri politici; se non fosse così questi problemi non ci sarebbero neppure. Fare politica economica non vuol dire solo mediare tra i poteri, ma avere un progetto di sviluppo coerente con le capacità del territorio, individuare le infrastrutture necessarie e realizzarle nei tempi giusti con i costi giusti, senza pensare di tenere un ombrello “politico” per decenni su questi interventi.
Vi voglio citare un esempio eclatante di questa incapacità della classe politica: “l'Aeroporto di Malpensa”, una cattedrale nel deserto di un territorio pieno di risorse economiche (vedi Spaziodi Magazine anno IV numero 3 / MARZO 2008 - Malpensa un grande aeroporto, fatto da gente piccola )
Assurdo è invece la situazione a Porto Torres dove un'impresa valida e in grado di funzionare e produrre utili, senza bisogno quindi di riconversioni dolorose e economicamente pesanti, non attira l'attenzione dei politici,. È la Vinyls, di cui ho parlato nel numero scorso (Operai della Vinyls sulla torre!). La torre Aragonese resta occupata simbolicamente dagli operai della Vylnis, ma nessuno si muove quando sembra basti una semplice fideiussione.
Perché questa disparità? Non è che il vero problema sia che la controparte di Termini Imerese è la Fiat, mentre il caso Vylnis è legato a quello del Petrolchimico Enichem di Poto Torres, cioè ENI, con diretto interesse del Governo?
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