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Letto per voi

"Lo stordimento" di Egloff Joėl


Di Silvia Sanna


Passeggiare ai bordi di un non-luogo e sentirsi a casa. Essere consapevoli - seppur non pienamente - della propria noiosa esistenza, del proprio corpo non di certo scultoreo e non avere un nome con cui farsi chiamare. Raccontare una storia personale e renderla universale: parte di un nulla cosmico che resta ai margini. Essere storditi, quindi: non avere chiaro il cammino davanti a sč, offuscato dalla nebbia e dai fumi tossici. E' questo il punto di partenza spiazzante e confusionario da cui si dipanano le non-vicende de "Lo stordimento". Accade davvero poco in questa storia, ma č un poco che graffia la sensibilitą del lettore, facendogli fare i conti con il proprio caos interiore, ben riflesso nelle 121 pagine del francese Egloff Joėl.

Le situazione e le persone descritte sono talmente paradossali da collocarsi in un mondo di fantasia o nella mente labile di chi ha perso il contatto con la reatą circostante e cerca di costruirne una parallela. E' questo che lascia senza fiato il lettore, č questo che quasi lo soffoca: porsi davanti ad un mondo terribilmente immaginario fatto di liquami che diventano limpide sorgenti, di ubriaconi ligi al dovere che dormono a metą strada tra la fabbrica e la propria abitazione, di aerei che precipitano dentro casa proprio quando la necessitą di avere abiti nuovi si fa urgente.

Lui, l'uomo infelice che non ha pił la spensieratezza dei vent'anni e che molto probabilmente non l'ha mai avuta, sente il bisogno di scappare da quel posto incastonato tra vecchi binari e fabbriche avvelenate in cui ha cercato di sopravvivere. Sogna di allontanarsi dalla casa della nonna che lo ossessiona, dai fantasmi che gli tolgono il sonno, dalle bestie sanguinanti che pendono dai ganci del macello in cui lavora. Laddove la volontą non č seguita dai fatti, ecco che il protagonista crea un mondo 'altro', progettato secondo le sue esigenze, ma vischioso e annebbiato come quello reale. Non resta, quindi, che accontentarsi del gusto sapido delle piccole cose e stappare la bottiglia delle grandi occasioni in un Natale triste e banale, perché ogni giorno, nella terra di nessuno, č un giorno come un altro. "Alla fin fine č solo questione di abitudine. Si fa il callo a tutto”.


Lo stordimento
Egloff Joėl
Traduttore: Balmelli M.
Editore: Instar Libri
Collana: Le frecce
Data di Pubblicazione: 2006
ISBN: 8846100794
ISBN-13: 9788846100795
Pagine: 121
Prezzo 10€
Reparto: Narrativa straniera

Descrizione
Ecco il genere di posto dove nessuno vorrebbe abitare, una "terra di nessuno" stretta tra un aeroporto, dei binari abbandonati e una discarica a cielo aperto, circondata da un ruscello iridescente. Nel cielo fluttuano le emanazioni tossiche delle fabbriche, e di mattina tutto č avvolto dalla nebbia, qui vive il protagonista di questo romanzo. Di giorno lavora al mattatoio per un misero salario, da sempre vuole lasciare questa banlieue contaminata, ma qualcosa lo trattiene. Forse la vecchia nonna oppure l'amicizia dei compagni di lavoro e di sventura. Fin da bambino ha imparato infatti a trasformare la realtą deprimente che lo circonda in qualcosa di meraviglioso, a vedere in un corso d'acqua inquinato una limpida sorgente.


Argomenti:   #libro ,        #recensione ,        #romanzo



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