REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VI n° 3 MARZO 2010 - MISCELLANEA Buone notizie per i consumatori |
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Il pressing della Coldiretti ha portato all'obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell'ortofrutta fresca, dal primo gennaio 2004, codice di identificazione per le uova, all'obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, all'obbligo, scattato il 7 giugno 2005, di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all'etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell'influenza aviaria dal 17 ottobre 2005, e all'etichettatura di origine per la passata di pomodoro, a partire dal 1 gennaio 2008. Dal primo di luglio è arrivato anche l'obbligo di indicare l'origine delle olive impiegate nell'extravergine, ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50 per cento della spesa - conclude la Coldiretti - l'etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine. Alcune organizzazioni di rappresentanza dei frantoiani e delle imprese di commercializzazione dell’olio hanno presentato una richiesta di sospensiva del Decreto ministeriale, attuativo della normativa comunitaria, sull’indicazione obbligatoria in etichetta dell’origine dell’olio vergine ed extravergine di oliva, ma il TAR del Lazio ha rigettato tale richiesta. I Giudici amministrativi hanno ritenuto che la fondamentale finalità di assicurare la piena tracciabilità dell’olio di oliva, che è alla base del Decreto ministeriale, prevale rispetto all’esigenza prospettata dai ricorrenti di non avere a proprio carico ulteriori adempimenti burocratici, quali quelli relativi alla predisposizione di specifici registri, cui non sarebbero tenuti gli olivicoltori che vendono direttamente al consumatore finale. Inoltre il TAR non ritiene che - sottolinea la Coldiretti - tali adempimenti burocratici siano in grado di ledere la concorrenza tra le imprese del settore oleario, secondo quanto scritto nell’ordinanza del 9 marzo.
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