Sembra che nessuna cosa possa andare per il verso giusto.
Le frane sono ovunque e sembrano inarrestabili; l'economia, dopo tante promesse, si scopre che non decolla ancora; la disoccupazione aumenta, aziende, che nel sud e nelle isole sono state motore per l'economia locale, sono in fase di smantellamento; le tasse strozzano i piccoli redditi, ma i grandi redditieri non pagano le tasse; la corruzione imperversa...
La sicurezza delle famiglie è in discussione; gli immigrati sono accusati di metterla in difficoltà, ma non è vero: gli immigrati sono necessari al nostro sistema economico, all'agricoltura, alle industrie, alla sanità, alle famiglie. Certo che ci sono anche gli immigrati delinquenti, forse sono un poco superiore, in percentuale, quelli italiani, ma questo è anche comprensibile se consideriamo come sono arrivati e come sono sfruttati.
La Politica, invece di affrontare di petto questi problemi, che fa?
Litiga con i giudici, discute in TV perennemente dei problemi, ma non li affronta nella realtà; spende sempre più i soldi degli italiani, senza che si capisca dove vanno a finire, o meglio, le inchieste dei giudici “cattivi” ben spiegano dove vanno a finire.
Agli operai che perdono il lavoro, specialmente al sud, il governo cosa risponde? Aspettate che tra vent'anni ci sarà il Ponte di Messina e il Nucleare... ma oggi a chi perde lavoro, e sono tanti, cosa diamo? Un paio di foto di bei parlamentari con dedica?
Questo governo ha linee politiche ben precise: difendere la casta degli amici potenti, in primis il Capo del Governo, per questo le leggi devono piegarsi al “volere del popolo”, perché il premier deve essere libero di agire per il bene del popolo (questo non ricorda la luce accesa tutta la notte nello studio del Duce a Palazzo Venezia, anche se Mussolini non era presente e magari era tra le braccia della generosa Petacci?).
Se leggeste il libro di Gherardo Colombo “Le regole”, scritto qualche anno fa, vi accorgereste che il comportamento del Capo del Governo non è schizofrenico, ma risponde ad una precisa strategia: quella di rafforzare lo “Stato verticale” in cui il “principe” è sopra a tutti, protetto dalle interferenze delle leggi, quello che viene anche identificato come “fascismo”, auspicato dal Grande venerabile Licio Gelli, e che si contrappone a quanto è stato scritto nella Costituzione.
Se è così, l'opposizione dovrebbe sostenere lo “Stato orizzontale”, quello dei diritti dell'uomo e della parità di tutti, quindi opporsi fieramente all'azione del Governo; invece sembra acconsentire, cercare accordi e preoccuparsi di non offendere il manovratore. Gli unici che sembrano opporsi realmente sono Gianfranco Fini e Antonio di Pietro, ma l'opposizione di Fini si stempera ogni volta in un “ni”, che suona poi più si che altro, e quella di Di Pietro appare vana e disattesa, poi, dalla prassi politica.
Al centro si sono formate parrocchiette che non sono chiaramente identificabili nella linea politica; quella più consistente ha come riferimento Casini e mostra una sola cosa certa: cercare di stare a galla facendo accordi a secondo dei casi a destra (Stato verticale) o a sinistra (Stato orizzontale), mostrando un'altra cosa che gli italiani sicuramente apprezzano: stare al potere senza porsi problemi con chi e perché.
Bossi fa poco o nulla, politicamente sventaglia il federalismo, dà un colpo al cerchio ed un colpo alla botte, tira le orecchie a Berlusconi e poi si accorda con lui e così raccoglie più consensi dall'elettorato padano.
In questo guazzabuglio l'italiano medio non si ritrova, si sente defraudato e impotente: si dice “Che ci posso fare io?”, “La politica è sporca ovunque, non c'è da credere a nessuno” e così, con altre frasi del genere, mette a tacere la sua coscienza, e va al mare anziché a votare, “Tanto – dice – non posso farci nulla”. Ma questo comportamento non può che fare contenti quelli che oggi governano e quelli che non fanno opposizione.
Tra poco ci saranno le elezioni e, per il clima che si è instaurato, credo siano le peggiori della Repubblica, (e forse anche del Regno): non si sa chi siano i candidati e cosa propongano.
Sappiamo che un terzo, o forse più, degli italiani non pensa di andare a votare e fanno così in modo che nulla cambi. Allora mi rivolgo a loro. Forse potete fare qualcosa: andate e votate uno di quei partitini che non si sa nemmeno chi siano, di quelli che non fanno parte degli schieramenti, così il voto non diventerà gestibile in modo strumentale; non porterà al cambiamento di chi governa, ma darà un segno a chi grida di rappresentare gli italiani, che, al contrario, la maggioranza degli italiani non lo apprezza: questo sarebbe già un bel passo avanti.
Chi sa cosa votare non ha bisogno di ulteriori indicazioni.
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