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Decreto “Protezione Civile”. Dichiarazione di voto finale

Mauro Libè (UDC)

Discussione del disegno di legge S. 1956, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 195 del 2009: Cessazione dell'emergenza rifiuti in Campania, avvio della fase post emergenziale in Abruzzo e disposizioni urgenti relative alla Presidenza del Consiglio dei ministri e alla Protezione civile (approvato dal Senato) (A.C. 3196-A). . Dal resoconto stenografico della seduta n. 286 di venerdì 19 febbraio 2010 della Camera dei Deputati



Signor Presidente, rappresentanti del Governo, il provvedimento in oggetto è partito male: è cambiato anche grazie alla volontà collaborativa dell'Unione di Centro, ma - ahimè, dobbiamo dirlo - è cambiato anche per gli eventi esterni che sono accaduti in questi giorni.

Ciò dovrebbe farci riflettere, perché i cambiamenti sono stati significativi. Sicuramente esso non è cambiato per la volontà del Governo, anzi, quando l'opposizione ha dato disponibilità al ritiro degli emendamenti, qualcuno, non capendo, li ha definiti strumentali. Al contrario, vi abbiamo evitato di fare, un'altra volta, una «figuraccia» e di porre la questione di fiducia.

Per noi non c'è guerra tra maggioranza e opposizione, non c'è vittoria di parte. Per noi c'è la vittoria del Paese. Per questo motivo, dovremmo aver capito che, se prevale il buonsenso, ci guadagnano tutti, e quando ci guadagnano tutti, il primo a guadagnarci è proprio il Governo che deve governare. Il buonsenso, però, caro sottosegretario, ci dimostra anche che non si può gestire tutto in emergenza e pochi sono senza colpa, perché è un difetto che viene da lontano.

Ma voi non siete il Governo della semplificazione: il Ministro Brunetta, il Ministro Calderoli ci raccontano ormai, da troppo tempo, che vogliono semplificare quello che avviene in questo Paese, vogliono semplificare le pratiche. Ma semplificare non vuol dire costituire agenzie, commissariamenti e strutture varie, che, purtroppo (speriamo di non essere in malafede), servono o portano a bypassare le regole. Le regole sono farraginose? Allora, cambiamole insieme! Quando volete cambiare qualche legge che interessa, lo fate con grande rapidità. Le regole farraginose non devono essere un alibi per aggirarle. Ancora due giorni fa (ed anche in questo provvedimento), il Ministro Maroni ha chiesto l'istituzione dell'agenzia per destinare i beni sequestrati alla malavita. Non si può andare avanti con le agenzie! Non si può andare avanti con l'emergenza!

Anche la Protezione civile deve tornare ai suoi compiti. Noi abbiamo fiducia e riconoscimento per quanto la Protezione civile ha fatto: si è fatta un nome non solo in Italia, ma anche nel mondo. Abbiamo, altresì, fiducia in quanto il sottosegretario Bertolaso ha fatto. Tuttavia, signor sottosegretario, mi permetta: in questi giorni lei ha parlato di una trappola. Io credo che, se volontariamente o involontariamente trappola c'è stata, essa proviene da chi le ha chiesto di fare tutto, da chi ha voluto gonfiare le funzioni della Protezione civile, perché non ha detto - e non avete capito - che non si può fare troppo. Il troppo è troppo e poi si sbaglia, lo ha visto anche lei. Se lei ha commesso un errore politico, signor sottosegretario Bertolaso, è stato quello di non aver avuto il coraggio di dire «no». Vorrei anche che mi ascoltasse e che l'onorevole Verdini la lasciasse un attimo in pace.

Come dicevo, lei non ha avuto il coraggio di dire «no» a questo accumulo di competenze e, come ha ammesso lei stesso, alla fine cosa è successo? Non è riuscito a controllare, e le degenerazioni, ahimè, pur lasciando i compiti di verifica alla magistratura, sono sotto gli occhi di tutti e tutti i giorni si allargano. Dunque, non le perdoniamo e non le togliamo questa responsabilità politica. Per aiutarla, in questo provvedimento abbiamo fatto un'altra proposta: eliminare i grandi eventi, ma voi non ci avete ascoltato, perché i grandi eventi non sono emergenza, sono decisi e conosciuti per tempo. Inoltre, mi rivolgo al Presidente del Consiglio dei ministri e al Governo: quando il sottosegretario, con la Protezione civile, fa tutto, che figura ci fate voi? Dove vanno a finire le vostre competenze? Ciò è la dimostrazione di un Governo che rischia di non essere capace di fare quello per cui è stato nominato.

Non si possono usare provvedimenti definiti «di emergenza», per fare qualunque cosa, promuovere dirigenti o stabilizzare dipendenti. Siamo chiari: noi non siamo contrari alla stabilizzazione, però non accettiamo che vi siano figli di serie A e figli di serie B. In questo Paese abbiamo aperto le questioni delle forze dell'ordine, del personale della scuola, della pubblica amministrazione: non può esservi una corsia preferenziale per qualcuno, mentre gli altri restano sempre al palo. Si appronta un provvedimento, caro Governo, che vale per tutti e si mette a posto la questione per tutti. Se non serviva lo scudo giudiziario, la Spa, che hanno creato un danno di immagine non solo al Governo, ma anche al Paese, perché vi siete accaniti tanto e avete dovuto fare marcia indietro dopo gli eventi che sono successi? Intanto - lo vediamo continuamente - questo Paese sta franando: il 70 per cento del territorio è a rischio alluvione; abbiamo 5 mila 600 comuni a rischio. Questo non è un lavoro di Protezione civile, è un lavoro di prevenzione e di programmazione: lo deve fare il Ministero! Cosa stiamo facendo? Per ora, noi crediamo nulla!

Quel piano poliennale che deve vederci tutti coinvolti - perché non può durare una legislatura - dobbiamo metterlo in cantiere e attuarlo in tempi rapidi, però ci vuole uno slogan, anzi, un imperativo: torniamo alla normalità, che vuol dire avere regole efficienti, che danno fiducia e che valgono per tutti. Nessuno, per quanto credibile, può essere al di sopra delle regole e questo deve essere chiaro, ma, purtroppo, i dubbi che ciò non succeda ce li abbiamo.

Di un'altra questione vorrei parlare, che dovrebbe essere di destra e non di sinistra: la questione dei controlli. I controlli sono necessari e sono a tutela di chi lavora seriamente e bene, perché chi lavora bene non ne ha paura, sa che non avrà problemi il giorno dopo, vive tranquillamente l'opera che deve svolgere e continua a farlo.
Caro Governo, la corruzione purtroppo c'è, e non solo c'è, ma è anche percepita bene dai cittadini. Quando il 43 per cento dichiara che è aumentata rispetto a Tangentopoli, un altro 43 per cento dichiara che è rimasta invariata e solo il 9 per cento che è diminuita, dovreste domandarvi, cari colleghi della maggioranza, cosa ne pensano i vostri elettori (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Mi fa piacere vedere che forse (forse, perché di spot ne abbiamo visti troppi) anche il Presidente del Consiglio in questi giorni se ne sia accorto, ma dovrebbe accorgersene anche il Ministro Tremonti, perché, come abbiamo visto questa mattina, la corruzione costa mille euro a testa all'anno, compresi i neonati. In un momento di crisi, questo ci dovrebbe far riflettere. Dunque, tutti insieme dobbiamo avere il coraggio di dimostrare che la politica sa recuperare.

C'è un'altra riflessione che non fa nessuno. Ogni volta, dopo le elezioni, ci troviamo a discutere, in percentuale, di quanto abbiamo guadagnato e quanto abbiamo perso e, più o meno, tutti vincono. Nessuno, però, si spiega né si domanda perché ogni volta milioni di cittadini in meno vanno a votare: questa dovrebbe essere una delle riflessioni da fare.

E allora, cosa vogliamo noi, noi politici ma anche, principalmente, i cittadini? Vogliamo una Protezione civile che è quella alla quale eravamo abituati: efficace, capace, tempestiva e credibile. Come cittadini, dobbiamo poter sapere che, se succede qualcosa, la Protezione civile è pronta a intervenire per tutelarci nei momenti di emergenza e sapere che invece non è affannata a fare il general contractor sulle grandi opere, sui grandi eventi e su questioni che non la riguardano per nulla.

Per queste ragioni il nostro sarà un voto contrario, ma un voto di stimolo, costruttivo per tornare a quello che eravamo, almeno in questo campo, perché questo, lo ripeto e ne siamo convinti, è ciò che vogliono i cittadini: le altre cose, se ne è capace, le faccia il Governo, ma su questo qualche dubbio mi resta.

In conclusione, signor Presidente, vorrei ricordare, innanzitutto a me stesso, ma a tutta l'Assemblea, che un legislatore è degno di questo nome quando guarda avanti; le regole non sono per il passato e per l'oggi, ma sono anche e principalmente per il futuro. Non sono gli uomini, non sono i Governi, non sono le maggioranze che danno le garanzie: le garanzie sono date dalle regole, dalle regole imparziali, quelle che sono superiori a tutto e che sono rispettate da tutti. Noi ci crediamo, se altri con noi faranno questo percorso, il Paese avrà un grande futuro (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro - Congratulazioni).

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