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Critica politca La settimana della “politica”: tra corruzione, frane e dibattito alla Camera Di Giovanni Gelmini
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Nella settimana scorsa c'è stata una scossa alla “politica” ,che da tempo invece era congelata in una sterile contrapposizione, con qualche diversivo di dialogo tra Dalemiani e Casini, condito con accuse e contro accuse tra Pdl e Di Pietro.Due sono stati gli ambiti che hanno portato a questa novità: la corruzione e i disastri idrogeologici. I disastri, dovuti ai dissesti idrogeologici, sono sotto gli occhi di tutti e, se le immagini terrificanti e impietose vengono in continuazione trasmesse dalle TV, ci si accorge che nulla è stato fatto per evitarli. Quelli avvenuti alla fine del 2009, sono ancora lì ad attendere i provvedimenti di emergenza, malgrado le promesse, fatte da Berlusconi, che sarebbe stato fatto come all'Aquila. Ma è sicuro che l'argomento che ha sconvolto la politica è stato quello della corruzione. Si può dire che c'è stato di tutto: dall'arresto a Milano del consigliere comunale del Pdl (n.d.r. ora ex), Milko Pennisi, colto mentre intascava una tranche di una tangente, agli arresti di personaggi di vertice della Protezione Civile e perfino al coinvolgimento del “grande capo” Guido Bertolaso, il tutto condito dal presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, che, quasi come se fosse una commemorazione di 18 anni dall'arresto di Mario Chiesa e l'inizio di mani pulite, denuncia un incremento incredibile della corruzione in Italia: + 229%! In mezzo a tutto questo trambusto è approdato alla Camera dei Deputati il decreto sulla protezione civile. Il dibattito è stato diverso dal solito; anche se nelle dichiarazioni di voto sono state prese posizioni dure, non vi è stata la solita contrapposizione, con commenti di interferenza quanto mai antipatici, che ormai da anni caratterizzano la conclusione dell'iter parlamentare di ogni legge al Parlamento. Forse questo apparente ritorno a un comportamento civile dei nostri politici è dovuto al fatto che il decreto è stato stravolto in commissione, con la cancellazione dei due articoli che lo rendevano assai pericoloso e con il fatto che non è stata posta la fiducia. Entriamo nel merito delle dichiarazioni di voto fatte dai deputati. Quanto quei due articoli non fossero graditi neanche alla maggioranza e stato affermato da Francesco Nucara( Repubblicani) e Roberto Mario Sergio Commercio (MPA), ma lo cogliamo bene nelle battute dell'intervento di Roberto Cota (Lega Nord):”È stata tolta la parte che prevedeva la trasformazione della Protezione civile in una Spa e la parte che prevedeva un'incidenza sui processi penali, civili e amministrativi. Vorrei qui rivendicare la giustezza di questa scelta, una scelta che noi abbiamo sostenuto...”. Oggi sappiamo che nessuno lo voleva, è quindi evidente che, se non fosse stato stralciato, avrebbe dovuto passare ancora una volta, forzando la mano al parlamento, con il voto di fiducia. Cota segnala un punto relativo ai problemi legati all'emergenza quanto mai vero; “Si parla di controlli, io però vorrei anche dire che per avere dei controlli bisogna avere delle leggi comprensibili. Quando abbiamo delle leggi così burocratiche questa burocrazia rende da un lato difficili i controlli e dall'altro la realizzazione delle opere. Per questo insieme al gruppo della Lega e al collega Dussin stiamo preparando delle proposte che presenteremo in quest'Aula nei prossimi giorni. ”. La risposta che si dovrebbe dare al buon leghista è che se è vero (ed è vero!) che le leggi sono fatte male, la colpa è solo dei parlamentari strapagati, ma che non le sanno fare; per finire sarebbe utile ricordargli che la lega ha un Ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli, che fino ad oggi nessuno sa cosa abbia semplificato. L'opposizione critica un sistema, ormai consolidato, che è la filosofia di governo della maggioranza, di rendere tutto eccezionale, urgente e indispensabile. Questo fatto è ben inquadrato dalle parole di Massimo Donadi (IDV): “eccezionalità in base alla quale in tutto il decennio degli anni Novanta, dal 1991 fino ai primi del 2000, in tutto nel nostro Paese lo stato di emergenza nazionale è stato dichiarato dieci volte in dieci anni. Da quando è arrivato lei, sottosegretario Bertolaso, da quando è arrivato il Governo Berlusconi, abbiamo assistito ad una mutazione genetica della Protezione civile: nei dieci anni successivi, e cioè dal 2001 ad oggi, lo stato di emergenza nazionale è stato dichiarato 587 volte e di queste 540 volte soltanto negli anni in cui avete governato voi. In tutti gli anni in cui ha governato il centrosinistra solo per 40 volte è stato dichiarato lo stato di emergenza nazionale. Probabilmente anche quelle erano troppe, ma non è nemmeno paragonabile a quello scempio dello stato di emergenza che voi avete fatto. Questo Governo, soltanto nei primi 40 giorni di quest'anno, ha già dichiarato 30 volte lo stato di emergenza nazionale. Dunque l'emergenza nazionale è diventata dall'eccezione la regola: non riguarda più soltanto le calamità.” E Franceschini del PD chiarisce “Ma chiunque capisce anche che l'emergenza non c'entra nulla con eventi sportivi o culturali che sono magari programmati da anni. Cosa c'entra l'emergenza con l'Expo, con le celebrazioni per l'unità d'Italia, con i mondiali di nuoto e di ciclismo, con i giochi del Mediterraneo, con l'anno giubilare paolino, con l'esposizione delle spoglie di San Giuseppe da Copertino o con la Louis Vuitton Cup? Prendiamo come esempio la Vuitton Cup a La Maddalena, una delle 109 ordinanze del 2009: il 12 gennaio viene classificata come grande evento, per cui si applica il regime dell'emergenza”. L'eccezionale, l'emergenza è la regola; in nome di quella regola si saltano i controlli, si forzano le leggi e anche la costituzione. L'emergenza non è solo quella dei disastri, dei grandi eventi, ma è tutto: dall'immigrazione alla corruzione e così si legifera a colpi di decreti. Adesso, improvvisamente anche Berlusconi si accorge della corruzione e così in quattro e quattrotto presenterà un bel decreto. Le linee sembrano essere chiare; innalzamento delle pene, aumento dei controlli sugli enti pubblici e... riduzione della possibilità di fare intercettazioni. Già, eliminando quelle, scompare automaticamente la corruzione: successo garantito perciò! L'attacco più duro è al doppio ruolo di Bertolaso. Nessuno mette in dubbio che il suo efficientismo abbia effettivamente permesso di affrontare con tempestività molti problemi, ma è inopportuna la sua presenza all'interno del governo, in specie dopo le accuse della procura di Firenze. Forse è l'intervento di Bruno Tabacci (API), quello che meglio delinea questo ennesimo “conflitto di interessi”. Tabacci afferma “Non si può accettare che alla protezione civile tutto sia consentito, che questo settore della pubblica amministrazione sia sottratto alle norme della Costituzione. Per questo lei, dottor Bertolaso, continua a non vedere la gravità della inosservanza del principio di separazione tra politica e amministrazione. Infatti, se lei è un servitore dello Stato non è al servizio del Governo. Il Governo non è lo Stato ma è un suo organo e Berlusconi non può considerare i servitori dello Stato come suoi dipendenti in quanto capo del Governo. Lo ha già fatto meravigliandosi delle indagini dei magistrati pagati dallo Stato e ora pensando di mettere mano alle intercettazioni. Lei, dottor Bertolaso, come capo della Protezione civile in virtù di questa distinzione avrebbe potuto sollevare l'incongruenza formale e sostanziale di attribuire alla Protezione civile la gestione dei cosiddetti grandi eventi. Non l'ha rilevato perché come sottosegretario del Governo Berlusconi, esaltando la nuova ideologia del fare, doveva dimostrare che si può derogare ad ogni regola purché si faccia. Ma questo è devastante. - e piu avanti Tabacci conclude - Lei, dottor Bertolaso, avrebbe potuto continuare ad operare, esaltando la terzietà della Protezione civile che parla e opera per conto di tutti gli italiani. In realtà - è emerso anche dalle sue interviste - ha voluto essere soltanto il braccio operativo del Governo. In questo senso, il sottosegretario Bertolaso, di fronte alla gravità delle indagini in corso e che quantomeno evidenziano un difetto di controllo, avrebbe fatto molto bene a confermare le dimissioni. Ovviamente la maggioranza cerca di sviare il discorso, mettendo in evidenza come con questo decreto vengano chiuse due emergenze: quella dell'immondizia in Campania e quella del terremoto dell'Aquila, e per questo dovremmo essere contenti. Preferisco non commentare le parole di questi politici che attribuiscono ovviante la colpa della situazione Campania tutta al PD, dimenticando che la situazione è causata da un'evidente accordo silenzioso che vede coinvolti tutti i principali politici campani nel chiudere un occhio, se non nel favorire le irregolarità. Sul terremoto le affermazioni sono enfatiche, se non false, come quella di Cota che afferma “Comunque, accanto a quella operazione di immagine, abbiamo una realtà: in poco meno di novanta giorni, in diciannove aree della città dell'Aquila, sono state realizzate delle abitazioni antisismiche, in modo tale che 18 mila abitanti hanno trovato una loro collocazione. In sostanza, si è intervenuto con tempi che altre vicende e altri drammi, che sono alle nostre spalle, non hanno avuto nel modo più assoluto.” È sicuramente vero che l'intervento della protezione civile a l'Aquila è stata la più veloce, rispetto ad altre situazioni, certamente ben lontana dai fatti del Belice, ma questa efficienza è la conseguenza anche di un affinamento dei metodi; già nei terremoti degli ultimo venti anni si vede questo continuo aumento dell'efficienza . Non mi sembra, però, che in 90 giorni dal sisma siano state costruite case per 18.000 persone (come ha affermato l'On. Cota) e che tutto sia andato per il meglio. Sicuramente significativo l'intervento a Onna, ma ricordiamoci che quelle case, inaugurate in settembre, effettivamente a tempo di record, ma pur sempre a 5 mesi dal sisma, sono state realizzate, dalla Provincia autonoma di Trento e finanziate dalla Croce Rossa e non dal Governo. La trasmissione “Presa diretta” di domenica scorsa ha sfatato uno dei miti: le casette antisismiche di Berlusconi, costate una cifra esorbitante (2.700€ /la mq) e si sono rivelate insufficienti a coprire le effettive necessità, per cui la protezione civile ha dovuto ricorrere anche lei al “metodo trentino” dei prefabbricati in legno, con un costo decisamente minore, circa 600€ al mq. La trasmissione ha messo in luce anche molti altri errori compiuti e i tanti problemi che, a distanza di quasi un anno, non sono ancora stati superati. Quindi bene avrebbero fatto i politici della maggioranza a non essere enfatici per coprire il disagio del dover approvare un decreto che, come dice Donadi, “altro non è che brandelli di quanto voi avevate in mente, di quel progetto che avevate con tanto orgoglio e tanto fierezza sbandierato come una delle medaglie al petto di questo Governo.” . Forse è vera la conclusione che trae Franceschini “Abbiamo finalmente ricordato e dimostrato che per la nostra Costituzione è il Governo ad essere espressione del Parlamento, non viceversa e l'abbiamo fatto su un tema di straordinaria importanza e di assoluta attualità, sentendo soffiare fuori da qui il vento di una bufera che è causata non solo da comportamenti di singoli accusati di aver violato la legge, ma è causata da norme e da scelte politiche colpevoli e sbagliate.” Credo, però, che ci sia da sperare che la situazione cambi.. Il testo integrale degli interventi dei parlamentari è riportato in “Documenti”: Dichiarazione di voto finale: Francesco Nucara - MISTO - RRP Roberto Mario Sergio Commercio (MISTO-MPA-SUD) Luciano Mario Sardelli (Misto-Noi Sud) Bruno Tabacci (MISTO - API) Massimo Donadi (IDV) Mauro Libè (UDC) Roberto Cota (Lega Nord) Dario Franceschini (PD) Fabrizio Cicchitto (PDL) Argomenti: #disastro , #frane , #opinione , #parlamento , #politica , #protezione civile Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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