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Gli immigrati sono necessari, anche se in molti lo dimenticano È partito il click-day e scopriamo così che sono circa 30mila le aziende agricole italiane, che secondo la Coldiretti assumono lavoratori extracomunitari. Senza di loro l'agricoltura italiana si ferma Di Francesca Bisbano
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Camionisti, badanti, pescatori, conciatori, addetti alle pulizie, lavoratori nei cantieri, tate, colf, camerieri, agricoltori, addetti ai rifiuti, ambulanti, cuochi e lava piatti, cavatori, allevatori di polli, benzinai, prestatori di manodopera nei cantieri navali, facchini, prostitute, panettieri ed infermieri, sono mansioni quasi scomparse dalle competenze degli italiani.
Lavori bassi, a volte degradanti, che chiunque preferirebbe evitare, ma tuttavia trova conveniente che a farli siano altri, coloro che arrivano in Italia con la promessa di trovare un lavoro e l'illusione di condurre una vita migliore. Oggi i lavori umili, i lavori pesanti, gli italiani non li vogliono più fare. Senza immigrati quei posti di lavoro resterebbero scoperti, senza immigrati quasi il 10% del prodotto interno lordo andrebbe perso. Forse non lo sapete, ma al nord, a Vedelago, nel cuore del leghismo, gli stranieri assicurano il 90% di riciclaggio rifiuti o, ancora , nel sud, sono loro ad allevare le bufale. Così l'Italia si prepara ad accogliere 80mila immigrati stagionali, lavoratori stranieri impiegati a "tempo" nell'agricoltura, nel turismo o nell'edilizia. Da pochi giorni c'è stato il “clik-day”, il via libera, più volte sollecitato dalle stesse organizzazioni operanti nel campo, contro la lentezza governativa che ha prospettato la volontà di emanare un decreto in materia subito dopo l'estate. Così è scritto in un emendamento inserito nel decreto "milleproroghe", col quale viene resa possibile l'approvazione, entro il 30 novembre di quest'anno, del decreto flussi "nei limiti delle quote stabilite nell'ultimo decreto emanato”, che per l'ingresso di lavoratori subordinati non stagionali, di nazionalità extra-UE, aveva fissato un tetto di 150mila ingressi, 105mila dei quali riservati al lavoro domestico. Eppure, come sottolinea la Coldiretti, occorre fare presto, perché bisognerà attendere gli altri adempimenti amministrativi, quali ad esempio il nulla osta dello Sportello Unico presso la Prefettura e il rilascio del visto presto i Consolati all'estero, con il rischio che i ritardi mettano in difficoltà l'agricoltura, settore che, come si è visto, insieme al turismo e all'edilizia, offre maggiori opportunità occupazionali, in quanto, dimostrato dai fatti, l’apporto dei lavoratori extracomunitari incide per il 10% del totale. Esempio da tenere in conto è il caso di Rosarno, dove, da quando gli stranieri sono stati cacciati, nessuno ha più raccolto le arance. Gli agrumi vanno al macero e gli agricoltori però continuano a riscuotere le sovvenzioni europee. Esistono molti "distretti agricoli", dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale, come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese o della preparazione delle barbatelle in Friuli o delle mele in Trentino, o della frutta in Emilia Romagna e dell'uva in Piemonte, fino agli allevamenti in Lombardia, dove a svolgere l'attività di "bergamini" sono soprattutto gli indiani, mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia. Si pensi che sono circa 30mila le aziende agricole italiane, che secondo la Coldiretti, assumono lavoratori extracomunitari. Albanesi, indiani, marocchini, tunisini, macedoni sono le principali nazionalità dei lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura, in genere sono assunti con rapporti di lavoro stagionali per le caratteristiche proprie del lavoro nei campi, legato ai tempi di raccolta delle produzioni. Non possiamo poi dimenticare l'aiuto che nelle case danno le colf e le badanti; nelle case di cura e negli ospedali sempre di più sono gli inservienti extracomunitari. Sarebbero questi i criminali? La gente che ruba i posti di lavoro agli italiani? Coloro contro i quali si è dichiarato perfino di dover usare lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto fatto a un nostro cittadino? A me sembra invece che la loro presenza sia fondamentale, necessaria; al contrario di quanto ci porta a credere una certa propaganda che si sviluppa secondo preconcetti, creati da una politica fortemente razzista. Argomenti: #agricoltura , #cultura , #economia , #extracomunitari , #immigrazione , #lavoro , #politica , #schiavi , #società Leggi tutti gli articoli di Francesca Bisbano (n° articoli 59) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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