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Lo sbuffo

Adro: la cartina di tornasole del razzismo

Un anonimo imprenditore locale si è fatto carico delle rette della mensa non pagate e questo ha scatenato il risentimento di qualcuno; ecco dove è il razzismo: nella gente

Di Cricio

Il problema sorto in due scuole bresciane, che ha portato all'esclusione di ragazzini dal servizio di mensa scolastica, è stato sicuramente affrontato dai mass-media, come al solito, con grande superficialità. Non ho trovato servizi che abbiano approfondito la dinamica di questi fatti, quasi tutti si sono limitati a raccogliere dichiarazioni di genitori (ovviamente incazzati) e di qualcun'altro.

Quando si parla di “servizi pubblici” occorre molta attenzione a muoversi; ricordiamo che i servizi pubblici, per definizione, devono essere pagati da chi ne usufruisce, salvo quelli che sono dichiarati gratuiti. La mensa scolastica non è uno di quelli. È troppo facile stimolare lo sdegno e far insorgere la pubblica opinione con notizie distorte.

Nel caso delle due scuole bresciane, può essermi sfuggito, ma non ho sentito nessuno indagare se esistevano fondi d’integrazione alle rette per le famiglie indigenti, normalmente ci sono, e se quelle famiglie avevano fatto richiesta e se si perché non era stata esaudita.
Ma tutti questi ragionamenti sulla correttezza dell'informazione e sullo scatenare la “caccia al ladro”, con una giustizia sommaria di piazza, sono superati dal comportamento indecente di alcuni genitori della scuola di Adro.

Vediamo cosa è successo di nuovo.
Un imprenditore anonimo ha fatto avere al Comune 10.000€ a titolo di rimborso delle rette non pagate dalle famiglie in difficoltà della scuola elementare locale. Questo atto permette di interrompere quella “discriminazione” che tanto ha fatto discutere, sulla base della giusta logica che i bimbi non devono portare le “colpe dei genitori”.
L'imprenditore anonimo ha scritto una lettera con alcune riflessioni: “Sono figlio di un mezzadro che non aveva soldi, ma un infinito patrimonio di dignità. Ho vissuto i miei primi anni di vita in una cascina come quella del film “L'albero degli zoccoli”. Ho studiato molto e oggi ho ancora intatto tutto il patrimonio di dignità e inoltre ho guadagnato i soldi per vivere bene. E' per questi motivi che ho deciso di rilevare il debito dei genitori di Adro che non pagano la mensa scolastica.

Parole che dovrebbero far riflettere e ispirare il vivere civile di una comunità. Ma evidentemente non era questo il ragionamento di alcuni genitori che si sono sentiti defraudati; una mamma ha dichiarato “Poiché la mensa non è un servizio obbligatorio, non è obbligatorio accedervi, mentre è obbligatorio pagare per entrarvi. E non si può certo risolvere così la questione perché a settembre si ripresenterà di nuovo

Evidentemente i genitori, che sostengono questo, vogliono di proposito ghettizzare chi non può e se questo non è razzismo allo stato puro cosa è?

È interessante leggere le motivazioni scritte dall'anonimo imprenditore:”Ho sempre la preoccupazione di essere come quei signori che seduti in un bel ristorante se la prendono con gli extracomunitari. Peccato che la loro Mercedes sia appena stata lavata da un albanese e il cibo cucinato da un egiziano. Dimenticavo, la mamma è a casa assistita da una signora dell'Ucraina . - non tralascia accuse ai concittadini - Si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono - e coinvolge anche la chiesa - Ma dove sono i miei sacerdoti? Sono forse disponibili a barattare la difesa del crocifisso con qualche etto di razzismo? - c'è anche l'accusa alla politica gretta - Ma dov'è il segretario del partito per cui ho votato e che si vuole chiamare Partito dell’amore?. Ma dove sono i leader di quella Lega che vuole candidarsi a guidare l'Italia? Ma dove sono i consiglieri e gli assessori di Adro? Che ci diano le dichiarazioni dei redditi loro e delle loro famiglie negli ultimi dieci anni. Non vorrei che il loro reddito (o tenore di vita) venga dalle tasse del papà di uno di questi bambini che lavora in fonderia per 1.200 euro al mese (regolari)

Nella conclusione coinvolge i suoi concittadini: “Voglio urlare che io non ci sto. E per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani. - e indirettamente risponde anche a quella madre - Quando i genitori potranno pagare, i soldi verranno versati in modo normale. Se non potranno o vorranno pagare, il costo della mensa residuo resterà a mio totale carico.

Queste sono le risposte da dare al razzismo. Mi chiedo anch'io dov'è il parroco ed il curato di Adro, dove sono gli assistenti sociali, ma, essenzialmente, dove è finita la solidarietà della gente.

Argomenti:   #adro ,        #gelli ,        #razzismo ,        #scuola ,        #servizi



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