REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VI n° 5 MAGGIO 2010 - EVENTI |
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Non a caso: questa esposizione, curata da Mario Scalini, fa rivivere l’atmosfera culturale che permeò la Corte e la Dinastia dei Principi d’Este tra Ferrara e Modena, alla stregua di quanto Isabella d’Este, che del volume della Bellonci è la protagonista, racconta di sé e della Corte dei Gonzaga. Per “Rinascimento Privato. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este da Dosso Dossi a Brueghel” giungerà ad Aosta una serie di capolavori dall’Antichità romana fino al pieno Rinascimento, a illustrare per la prima volta al pubblico la ricchezza e la varietà di una delle più antiche raccolte principesche europee, quella di Casa d’Este, appunto. Ricchezza e varietà che, nel caso della dinastia fondata da Leonello, colui che alla metà del Quattrocento fece di Ferrara - capitale del suo Ducato - uno dei principali centri della cultura umanistica, non è solo testimonianza di potenza economica, ma segno di precisi interessi e passioni culturali. Le medesime che coinvolsero Isabella, andata sposa a Francesco II Gonzaga. Tutte le opere arriveranno dalla Gallerie Estense di Modena. E’ in quella città, infatti, che trovarono corte gli Este dopo che la prima loro capitale, Ferrara, venne “devoluta” allo Stato Pontificio. La mostra, attraverso una sintesi di quanto si è conservato attraverso quattro secoli di vendite e dispersioni, rievoca per il visitatore l’atmosfera di uno studiolo, ambiente riservato all’otium del principe, nel quale erano conservati gli oggetti più rari e preziosi, simbolo delle ambizioni culturali del principe stesso.
Le ricche raccolte numismatiche sono ben rappresentate dal nucleo di 117 monete d’oro: rari esemplari dal mondo punico fino al Medioevo bizantino, passando attraverso la monetazione più raffinata prodotta dalla Grecia propria, dalle città greche coloniali della Sicilia e della Magna Grecia, fino alle emissioni d’oro di Cesare, di Augusto e dei più celebrati imperatori che resero Roma immortale.
Nell’esposizione vengono esaltate le materie prime delle gemme: le varietà di calcedonio, i lapislazzuli, le molteplici corniole, le ametiste, l’eliotropio ed in particolare i granati nelle rare forme del piropo e dell’almandino, che riconducono alle vie commerciali, che fornirono rocce e minerali resi preziosi dalla provenienza esotica, tra cui Cipro e l’Anatolia fino all’Afghanistan e all’isola di Sri Lanka. Un altro aspetto che riguarda le gemme sono le proprietà terapeutiche e addirittura magiche, che gli antichi attribuivano alle pietre e alle raffigurazioni. Personificazioni, divinità, simboli e magiche raffigurazioni accomunano le gemme ad altre opere di arte suntuaria, come alla pittura e alla scultura, alle quali vengono accostate in mostra opere significative delle collezioni estensi. L’amore per le gemme, che è frutto non solo di collezionismo, ma anche di dono e di scambio tra principi, è ben documentato nella mostra dal “Ritratto di dama” come dalla “Verginità” di Giovanni Cariani, adorna di questi preziosi ornamenti.
RINASCIMENTO PRIVATO. Aspetti inconsueti del collezionismo degli Este, da Dosso Dossi a Brueghel. Aosta, Museo Archeologico Regionale (Piazza Roncas, 12) dal 12 giugno al primo novembre 2010. Orari: tutti i giorni dalle ore 9.00 alle 19.00. Biglietti: intero euro 5,00; ridotto euro 3.50. Catalogo Silvana Editoriale Informazioni e prenotazioni: Assessorato Istruzione e Cultura Servizio attività espositive Museo Archeologico Regionale Tel. 0165-275902 www.regione.vda.it
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