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Déco Fashion

Un capo alla moda: la cappa

Scritto per "Moda negli anni Venti - Il guardaroba di una signora torinese" Caraglio, Filatoio Rosso, 19 giugno – 19 settembre 2010


 

Sartoria parigina (?,)Cappa da sera. Crêpe di seta policromo stampato e filo dorato. Collo imbottito originariamente rivestito di volpe rossa. Doppiato con mussolina arancione increspata da filze. Cordone policromo di ciniglia e filo dorato. 1925 circa. Torino, Raccolta Istituto Statale d’Arte A. Passoni, Fondo Billotti inv. 600Dono Associazione Capriglio

Indispensabile nel guardaroba elegante degli anni Venti, la cappa diventa complemento essenziale per l’abito da sera. Di foggia ampia, morbida e avvolgente accompagna per lo più un abito che ne riprende tessuto e colori.

Infinite le varianti proposte per materiali, lunghezza, ampiezza e decorazione: dalle cappe nere più facilmente abbinabili, a quelle di crêpe, di seta laminata con inserti, bordi o fodera di pelliccia e con ampi colli alti o risvoltati.
La loro forma mette in evidenza la qualità, la ricchezza e la nuova varietà dei tessuti impiegati. Sono motivi geometrici, floreali o orientaleggianti impiegati a contrasto con le tinte unite, con un effetto double-face.

I più svariati modelli di cappa sono proposti nelle collezioni di tutte le case di moda: il taglio apparentemente semplice, il lungo cordone per la chiusura, l’effetto di avvolgimento, i giochi di luce dei tessuti accentuati dal movimento sono in sintonia con il gusto dell’epoca per una modernità essenziale e sontuosa e ne decretano il successo.

Delle tre cappe esposte, una da giorno e due da sera, di cui una nera e una di crêpe a fiori, è quest’ultima la più rivelativa del diretto gusto parigino del guardaroba.

Sartoria Luisa Martinetto, Torino.Cappa da sera. Crêpe di seta nero, frange di seta nera.Etichetta: Luisa/Martinetto/Torino/ piazza Carignano2. Anni Venti del Novecento. Torino, Raccolta Istituto Statale d’Arte A. Passoni, Fondo Billotti inv. 604.Dono Associazione Capriglio, Torino

La cappa, con il collo a “boule” imbottito, è di sartoria torinese, ed è realizzata non solo sui modelli di Parigi, ma con l’esterno di un tessuto a fiori laminato, importato direttamente dalla Francia e messo a contrasto con la doppiatura arancione.
Si tratta dell’ultima novità lanciata dalla ditta Ducharne (Parigi – Lione) di cui così parla la Gazette du Bon Ton, la rivista di moda più prestigiosa dell’epoca:

Sebbene quest’inverno si sembri ben decisi a portare mussole a fiori,e soprattutto quel crêpe indiano stampato e striato di filigrane luccicanti, tuttavia gli stampati sono stagionali e meglio si addicono all’estate, per le riunioni all’aperto e sui prati fioriti….. La cappa scrigno valorizza sapientemente, con il suo effetto double-face, le finezze della preziosa statuetta crisoelefantina che di volta in volta avvolge e scopre…” (Clercé, « Chez Ducharne », in Gazette di Bon Ton, 1924-1925, n.2.)

Argomenti:   #art déco ,        #cultura ,        #moda ,        #storia ,        #torino

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