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Anno VI n° 6 GIUGNO 2010 PRIMA PAGINA |
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Lettera aperta a Roberto Calderoli
Calderoli: “È giusto che anche il mondo del calcio partecipi ai sacrifici degli italiani di fronte alla crisi”
È facile definire “demagogico” quello che è condiviso da molti, forse dalla maggioranza degli italiani
Di Giovanni Gelmini
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Caro Ministro,
ricordo che la nostra conoscenza risale a 16 anni fa. Dopo un primo periodo di rapporti eccellenti, il tutto è degenerato e direi che, quello che fai politicamente, in genere non lo stimo, anzi lo considero un pessimo esercizio di demagogia, oltre che un tradimento di quello per cui mi ero impegnato nella Lega Nord: la correttezza della gestione pubblica e il “buon governo”. Oggi però devo dire che hai toccato un tasto che apprezzo e che sicuramente apprezzano gli italiani che sanno guardare in faccia le cose. Il “calcio” è senza dubbio una cosa indegna per la facilità con cui si sprecano i soldi. Credo sia giusto che, assieme a giudici, manager e politici, anche questo mercato drogato paghi lo scotto dovuto alla necessità di ridurre le spese. Forse sarebbe bene introdurre, in modo provvisorio, un paio di nuove aliquote IRPEF per i redditi sopra i 500.000€ e sopra il milione di euro, ma questo è contro gli interessi di chi ha tanti soldi! È facile definire “demagogico” quello che è condiviso da molti, forse dalla maggioranza degli italiani. I rappresentanti del Calcio dicono che i premi ai calciatori per i mondiali sono pagati dalla FIFA, come gli stipendi nelle squadre sono pagati dalle squadre stesse. Certo contabilmente è così, ma lo Stato attraverso la RAI paga fior di soldi per diritti televisivi, spese che sono assolutamente incongruenti con il servizio pubblico. Allora si deve dire basta a questo speco di soldi pubblici. Per evitare una confusione tra servizio pubblico e spreco di soldi per fornire gratuitamente spettacoli costosi, sarebbe bene che le dirette televisive fossero esclusivamente su Pay-Tv. Cosi, chi vuole vedere le partite, pagherà il canone per il servizio desiderato e per gli stipendi giganti dei calciatori non si useranno i soldi delle tasse erariali obbligatorie per tutti i cittadini, tra cui ci sono molti cui il calcio spettacolo non interessa. Ma, anche in questo caso, forse c'è un problemino di “Conflitto di Interessi” tra Berlusconi e la gestione dello Stato. Ecco una cosa che ci divide profondamente. Ricordo nel 1994 la difficoltà a spiegare alla Base il perché si doveva andare con Berlusconi, ma poi, a fronte delle sue mancate promesse è stato fatto cadere. Voglio ricordare che l'avviso di garanzia al G8 non c'entra nulla. Bossi lo ha fato cadere perché non portava avanti il federalismo. Oggi sembra che qualunque cosa faccia a voi va bene e questo non può piacere a che crede nel “buon governo”. Se riuscite a avere tanti voti è solo perché c'è un'opposizione paralitica, ma questo potrebbe finire. |
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