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Pino Pedano, Vita sognata, 2004, sequoia, ulivo, wengè, ebano, cedro del Libano, mogano, acacia, olmo, cm ø 48
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Dopo l’anteprima in occasione della Giornata di Primavera del Fai, a cui hanno partecipato oltre tremila persone, dall’11 giugno apre al pubblico negli ambienti del piano nobile della settecentesca villa di Niguarda la retrospettiva di Pino Pedano “Orizzonte”. Quarantacinque opere, di cui dieci realizzate per l’occasione, ricostruiscono il percorso creativo dal 1975 a oggi dell’ “artista del legno interiore”, come l’ha definito Tommaso Trini. Presenti nella mostra, curata da Giovanni Gazzaneo, le ormai classiche sfere, i totem, le madri. Ma anche l’imponente “Porta del Paradiso”, realizzata da Pedano per la personale del 2008 alla Chiesa Rossa in dialogo con i neon di Dan Flavin. Tra gli inediti i totem “Passio”, “Trinitas” e il dittico in pioppo “Orizzonte”, che dà il nome alla mostra.
In bilico tra alta ebanisteria e scultura, arte e raffinatissimo artigianato, Pedano lavora il legno a partire dal suo interno, sezionato e ricomposto alla ricerca di un’armonia perfetta di forme, ritmi, colori. Una “scultura ecologica”: per le sue opere non è mai stato abbattuto un albero ma utilizzati solo materiali di recupero. Una “scultura interiore”: porta in superficie l’anima del legno, “perché – racconta l’artista – la sua vita non muore nonostante tagli, manipolazioni, trattamenti industriali”.
“Pino Pedano – scrive il teologo Pierangelo Sequeri nel testo in catalogo, che contiene scritti tra gli altri di Antonia Arslan, Pierluigi Lia, Gabriel Mandel, Inge Feltrinelli – si rivolge con gratitudine e rispetto al racconto del legno. Più che scolpirlo, se ne lascia colpire.
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Pino Pedano, Passio, 2010, olmo, ebano, cm 245 x 43 x 8, particolare
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Lo asseconda, con animo vergine (ma non ignaro: l’uomo conosce il doloroso passaggio dalla tragica imminenza del congedo alla grazia inattesa di una “vita nuova”). Pedano ha la pazienza del vero ascoltatore, la tenacia senza tempo del contemplativo autentico. È così che si merita le rivelazioni dell’anima del legno, che incantano anche noi. Entriamo così, anche noi, nel “giardino segreto”, in cui l’albero-legno offre i suggestivi incanti della sua seconda vita. L’ingrandimento dei dettagli mostra qui un continuum variegato, che si rinnova incessantemente e sconfina – letteralmente – all’infinito. Non è scultura in legno, questa. Qui è proprio il legno che scolpisce te, semplicemente rivelandosi”.
La mostra, patrocinata dalla Regione Lombardia, è promossa da Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione e realizzata in collaborazione con “Luoghi dell’Infinito”, mensile di arte e cultura di “Avvenire”.
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alla mostra
Pino Pedano
Orizzonte 1975.2010
11 giugno - 23 ottobre 2010
SEDE:
Villa Clerici – Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei
Milano - via Terruggia, 14
Accessibilità con i mezzi pubblici
Tram linea 4 da Maciachini (MM3)
Tram linea 5 da Stazione Centrale
ORARI:
lunedì – venerdì
9.30-12.30 e 14-16.30
sabato gruppi su prenotazione; domenica e festivi chiuso
Ingresso libero
INFORMAZIONI PER IL PUBBLICO:
tel. 02.6470066
info@villaclerici.it
www.pinopedano.it
PATROCINIO
Regione Lombardia
Mostra promossa da
Crocevia – Fondazione Alfredo e Teresita Paglione
In collaborazione con
Luoghi dell’Infinito
CATALOGO
Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei
Biografia
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Pino Pedano durante la composizione dell’opera "Papa Wojtyla", 2007
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Pino Pedano nasce nel 1944 a Pettineo (ME). Nel 1951 i genitori lo mandano a bottega ad imparare il mestiere di falegname. Nel 1961 si trasferisce a Milano, dove contemporaneamente lavora di giorno e studia di notte. Nel 1966 apre la sua prima bottega artigiana, collaborando con artisti, designers e architetti. Nel 1974 idea e brevetta un nuovo materiale, il “Millefogli”, e nel 1975 fonda il “Pedano shop”, dove produce in serie e vende direttamente al pubblico una linea di mobili disegnati da lui interamente in legno di pioppo, dalle linee essenziali e dai costi contenuti.
Nel 1976 presenta le sue sculture alla "Galleria del Naviglio" di Milano e nello stesso anno partecipa con la stessa Galleria all’ArteFiera di Bologna e di Basilea, ed a novembre una seconda mostra di picccole sculture. Nel 1977 espone a Parigi nella Galleria di Jeanne e Paul Facchetti, nel 1978 è a Zurigo, sempre con la galleria Facchetti, e nel 1979 a New York alla galleria Abitare.
Nel 84 sposa Annette Felke, da cui ha tre figli (Isa, Francesco e Stefano).
Nel 1990 espone le sue opere presso il Victoria and Albert Museum di Londra, e nel 1992 il Comune di Milano gli dedica una mostra personale alla Rotonda della Besana a Milano: "Il Giardino Segreto".
Nel 2006, dopo un’interruzione di quattordici anni causata da problemi di salute, ricomincia a esporre con una mostra personale all'Oratorio della Passione, presso la Basilica di Sant'Ambrogio, intitolata "La Vita Nuova”.
Nel 2008 espone nella Chiesa di Santa Maria Annunciata in Chiesa Rossa di via Neera, nella quale si confronta con l’opera di Dan Flavin, e nel 2010 alla Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Villa Clerici con la retrospettiva “Orizzonte”.
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