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 Anno VI n° 7 LUGLIO 2010    -   EVENTI



GIACOMO FAVRETTO (1849 – 1887) Venezia fascino e seduzione
Venezia, Museo Correr dal 31 luglio al 21 novembre 2010


 

Giacomo Favretto Liston Moderno, 1887 olio su tela, cm 82,5x162,5 Collezione privata
Il veneziano Giacomo Favretto (1849-1887) è uno dei più importanti maestri dell’Ottocento italiano, per la qualità della pittura, l’originalità del percorso, le contiguità con l’opera di altri artisti a lui vicini o contemporanei.

Scomparirà prematuramente nel 1887 lasciando sul cavalletto, incompiuto, quel “Liston moderno” che avrebbe forse potuto rappresentare una possibile declinazione veneziana delle più moderne tendenze internazionali: ma la Biennale nascerà a Venezia solo nel 1895.
È, questa, la prima mostra a lui dedicata ai nostri tempi. Coprodotta con il Chiostro del Bramante di Roma, approda doverosamente a Venezia, in una versione ricca e aggiornata con straordinari inediti.

 

Guglielmo Ciardi Vele al sole olio su tela, cm 104x86Collezione privata

Circa ottanta le opere esposte. Di Favretto si copre l’intero arco della produzione artistica, presentando, tra l’altro, capolavori già appartenuti alle raccolte del Re d’Italia e notevoli opere sconosciute al grande pubblico, provenienti da Musei o collezioni private; ma, con particolare attenzione, la mostra si sofferma anche su relazioni e confronti tra Favretto e altri protagonisti della pittura veneta coeva, tra cui Ettore Tito, Alessandro Milesi, Guglielmo Ciardi, Luigi Nono….

La mostra ripercorre tutte le tappe della vicenda artistica di Favretto: dagli esordi all’Accademia di Belle Arti di Venezia (in mostra l’originalità della sua visione emerge anche dal confronto con i suoi maestri dell’epoca, da Pompeo Marino Molmenti a Michelangelo Grigoletti), ai successi a Brera, fino alla partecipazione all’Esposizione Universale di Parigi (1878) da cui torna con nuove ispirazioni e suggestioni tecniche.

 
Giacomo Favretto Lavandaie, 1884 olio su tela, cm 60x100Collezione privata
L’esposizione prosegue poi con le composizioni degli anni Ottanta, che riscuotono un vastissimo consenso di critica e di pubblico. Da un lato l’acuta osservazione del vero, di una quotidianità della vita veneziana rappresentata a livelli altissimi, non senza tocchi di ironia (da cui il rimando agli esiti dei grandi interpreti del passato, da Longhi a Tiepolo), dall’altro l’adesione alla moda e al gusto dei suoi tempi, con la ripresa del filone in costume settecentesco. I dipinti degli anni ‘80 segnano la maturità della carriera artistica di Favretto e la mostra li documenta con dovizia; tra questi, opere provenienti da grandi musei italiani e stranieri, tra cui “Susanna e i due vecchi” in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest,che per la prima volta arriva in Italia e lo straordinario Lavandaie della collezione Katalinic,mai esposto prima.

 

Giacomo FavrettoLa lezione di anatomia, 1873 olio su tavola, cm 43x27Milano, Accademia di Brera

Nato da una famiglia di umili origini nel 1849, e dotato di un precoce, straordinario talento, viene avviato dal padre agli studi artistici, anche grazie all’aiuto di alcuni benefattori.

Riceve le prime nozioni nello studio del pittore Vason e contemporaneamente visita e “studia” la raccolta privata del conte Antonio Zanetti, proprietario della casa di San Cassiano dove abita con la famiglia. Entra quindi nel 1864 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, ove riceve numerosi premi dal 1866 al 1870, una menzione d’onore l’anno successivo e un incarico come supplente per gli elementi della figura dal 1877 al 1878.

SALE 1-4

Suoi professori all’Accademia sono Pompeo Marino Molmenti per la pittura, Michelangelo Grigoletti e Napoleone Nani per il disegno di figura e Domenico Bresolin per il paesaggio, tutti rappresentati in mostra con opere di grande impegno e importanza.
In questa prima fase Favretto affronta soggetti a lui vicini, come scene di vita famigliare o popolare, e ambienti propri dell’Accademia.
 
Giacomo FavrettoIl sorcio, 1878olio su tela, cm 59x90Milano, Pinacoteca di Brera

Vi si leggono sottolineature realistiche tratte probabilmente dai lavori di Federico Zandomeneghi e del napoletano Michele Cammarano. Del 1871 è la già significativa “Scuola di pittura”. Del 1872, appena uscito dall’Accademia, è “Il francescano Duns Scoto nella cella”. L’anno successivo dipinge “La famiglia Guidini”, un capolavoro di questa prima fase, oggi a Ca’ Pesaro, ma nello stesso anno sarà l’Esposizione di Brera a indicarlo all’attenzione della critica e a segnare la nascita della moderna scuola veneziana, anche grazie alle recensioni positive e alle lodi di un critico arguto come Camillo Boito. A questa fase appartengono opere di piccolo formato, quali “La moglie gelosa”, “In pinacoteca” o “I miei cari” caratterizzate da un tono intimo e lirico, arguto e ironico.

Nel 1877, colpito da una grave malattia, perde un occhio. L’anno seguente partecipa con Guglielmo Ciardi all’Esposizione Universale di Parigi ove espone due opere; a Brera presenta “Il sorcio” che riscuote vasti consensi e dipinge la splendida “Villanella pollajuola” ora alla Collezione Cariplo. La mostra offre un confronto, nella stessa sala, con una composizione in qualche modo vicina a questi soggetti, le “Infilatrici di Perle” di Cecil van Haanen, esposto e premiato al Salon del ’76. Dell’anno successivo sono “L’ultima parola” e “Due quadri da vender2e ora alla Galleria d’Arte Moderna di Milano.

SALE 5-6

 

Giacomo Favretto La raccolta del riso nelle terre del basso veronese, 1878 olio su tela, cm 44x67,5Collezione privata

Allo stesso periodo risale anche “La raccolta del riso nelle terre del basso Veronese”, unica escursione di Favretto nel paesaggio, caratterizzata da un terso vigore di luminosità (esposta in mostra assieme a opere dei coevi pittori di paesaggio, da Bresolin a Ciardi, mentre una selezione di opere di figura di pittori a lui vicini, per datazione o tematica, permette di comprendere il giudizio della critica e il gusto dell’epoca.

SALA 7 Ai primi anni Ottanta appartengono i soggetti in costume settecentesco (in cui spesso Favretto si serve dei famigliari come modelli) che costituiscono un genere - all’epoca di gran moda - di cui di nuovo l’artista sarà un vero e proprio riferimento, influenzando quasi tutti i pittori d’area veneta.

SALE 8-10
 
Giacomo Favretto Mercato del sabato a Campo San Polo, 1883 olio su tela, cm 130x207Collezione privata
Nel 1880 vince a Brera il premio Principe Umberto con “Vandalismo! Poveri Antichi” (il titolo si riferisce a polemiche relative all’imperizia di alcuni restauratori che intervengono in maniera impropria su opere di antichi maestri). Lo stesso anno partecipa all’Esposizione Nazionale di Torino ottenendo entusiastiche recensioni “Un artista straordinario, i cui quadri attraggono la folla, comandano l’ammirazione e soddisfano i più esigenti conoscitori […] un osservatore profondo, un grande artista nel senso vero della parola. Egli ritrae la vita esteriore casalinga del popolo veneziano con una verità da far strabiliare, e a questa verità aggiunge un colore potente luminoso, sodo, disegno accurato, una tecnica di pennello sorprendente, ottenuto dagli effetti veri e dalle apparenze minute con una incredibile semplicità dei mezzi. Mandò sei dipinti che sono sei gemme di un solo monile. Si può preferire l’uno o l’altro, ma tutti hanno dei pregi singolari che giustificano le preferenze”.

 

Giacomo Favretto Susanna e i due vecchi, 1885 olio su tela, cm 91x143Budapest, Szepmuveszeti Museum

I dipinti degli anni Ottanta segnano in effetti la maturità artistica di Favretto e la sua partecipazione a diverse e importanti esposizioni pubbliche. Ecco allora, in mostra, il “Mercato in Campo S. Polo”, “Il bagno” della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’afoso e sensuale “Caldo” esposto a Milano nel 1885, “Susanna e i due vecchi” in prestito dalla Galleria Nazionale di Budapest, che per la prima volta arriva in Italia, “Lavandaie” della collezione Katalinic, mai esposto prima.

All’Esposizione Nazionale di Venezia del 1887 presenta tre dipinti: “Traghetto della Maddalena”, “El Liston”, “La fiera di Pasqua al Ponte di Rialto”, ma, a giugno, muore. La mostra espone l’ultima opera dell’artista, incompiuta, “Liston moderno”, acquistata dal Re e oggi in collezione privata.

 
Giacomo Favretto La bottega della fioraia olio su tela, cm 75x51Collezione privata
Nel 1899 la Biennale di Venezia gli dedica una retrospettiva, esponendo un’ampia scelta delle sue opere, tre delle quali sono oggi a Ca’ Pesaro: “Ritratto del padre (1884)”, “Dama veneziana del secolo XVIII e In piazzetta” (1884, esposto in sala 7), acquistato per il museo dal re Umberto I.

SALA 11
Mentre l’influenza di Favretto sull’opera di molti artisti veneti coevi (come documenta l’ultima sala della mostra) per alcuni anni persiste, non vi saranno più mostre monografiche a lui dedicate. Fino a oggi.

L’”eredità” di Favretto, documentata dalla persistenza di una fortissima richiesta di dipinti di genere sulla scia delle sue composizioni è esemplificata in mostra dai dipinti di autori diversi che esplicitamente ne richiamano temi e modi e alimentano il gusto collezionistico dell'epoca.



GIACOMO FAVRETTO (1849 – 1887) Venezia fascino e seduzione
Museo Correr, Piazza San Marco, Venezia

Inaugurazione: venerdì 30 luglio 2010
Apertura al pubblico: 31 luglio – 21 novembre 2010
Orario: 10/18 (biglietteria 10/17) fino al 31.X; dal 1.XI 10/17 (biglietteria 10/16)

BIGLIETTI
Intero € 8
Ridotto € 5
residenti e nati nel Comune di Venezia, under 25, over 65, membri I.C.O.M.
acquirenti del biglietto per I Musei di Piazza San Marco, Museum pass Musei Civici Veneziani
Gratuito

bambini 0/5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi; 1 gratuità ogni 15 biglietti previa prenotazione
(*) è richiesto un documento

INFORMAZIONI
www.museiciviciveneziani.it
mkt.musei@fmcvenezia.it
call center 848082000 (dall’Italia) +3904142730892 (dall’estero)
PRENOTAZIONI
www.museiciviciveneziani.it
call center 848082000 (dall’Italia) +3904142730892 (dall’estero)

Mostra e catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Paolo Serafini, con introduzione di Giandomenico Romanelli e saggi di Giorgio Busetto, Eszter Csillag, Carlos González López, Paul Nicholls, Elisabetta Palminteri Matteucci, Paolo Serafini. Completano il comitato scientifico Silvia Bordini e Orietta Rossi Pinelli.

Partner Istituzionale Fondazione Musei Civici di Venezia



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