Quella degli ultimi mondiali di calcio avrebbe potuto essere l’occasione propizia per dare la svolta decisiva affinché lo sport della pedata si adeguasse alle altre discipline sportive che, già da antica data, hanno adottato la tecnologia per rendere più facile il compito degli arbitri e dei giudici e, soprattutto, per eliminare il più possibile le palesi ingiustizie. Soprattutto dopo quelle figuracce del gol non visto in Germania-Inghilterra e del chilometrico fuori gioco trascurato che è costato all’arbitro Rossetti il rientro in Italia anzitempo. Per non parlare dell’eliminazione dell’Irlanda nel novembre 2009 ad opera della “mano” di Thierry che tutti hanno visto…eccetto l’arbitro. Sono passati già quarantatre anni dalla prima moviola (1967), ma il tempo è trascorso invano perché ci troviamo ancora con un regolamento obsoleto che, oltretutto, non consente di eliminare gli errori più vistosi.
In effetti pareva che Blatter, il massimo esponente della FIFA, perennemente contrario ad ogni infiltrazione tecnologica, stesse per cambiare idea dopo la sua dichiarazione “a caldo” che ammetteva l’utilità della moviola per evitare errori tanto clamorosi.
Ma quindici giorni dopo l’avventura mondiale cambiava idea e si limitava ad accettare soltanto l’esperimento dei giudici di porta che, però, verranno adottati solo per le manifestazioni internazionali, ma non tutte.
A parte qualche modifica, non certamente sostanziale, il regolamento è pressoché uguale a quello del 1863. Infatti ogni modifica richiede i voti favorevoli di almeno 6 degli 8 membri che compongono l’International Board. Se poi si considera che, attualmente, quattro voti sono in mano alla FIFA (cioè Blatter) risulta evidente la difficoltà di apportare variazioni decisive per un ammodernamento al passo con i tempi.
Semmai, dopo un anno di sperimentazione positiva attuata durante l’Europa League, un avveduto dirigente avrebbe dovuto già introdurre i due arbitri di porta nel recente campionato mondiale. Invece nulla è cambiato!
Per fortuna le altre discipline hanno saputo aggiornarsi negli ultimi quarant’anni, apportando modifiche ogni quattro anni per migliorare il prodotto. La prima federazione che sfruttò il miglioramento tecnologico fu l’atletica leggera, adottando fin dagli anni sessanta il foto-finisc per stabilire senza errori l’ordine di arrivo delle gare di velocità. Poi, via via, le altre novità, come la pistola dello starter collegata al cronometro che, dai decimi, passò ai centesimi e, quindi, ai millesimi.
Per non parlare dell’attrezzatura che si è trasformata, sfruttando al massimo il progresso dell’industria: piste in tartan, aste e asticelle in fibra di vetro, scarpe sempre più sofisticate, cursori ottici per le gare di salto in lungo, elettronica per i tempi e l’ordine di arrivo, ecc.
Ben presto anche il nuoto migliorò la tecnica di valutazione e la regolarità delle gare affidandosi ai cronometri elettronici, alle piscine “a sfioro” e, da ultimo, ai costumi interi che consentono una miglior penetrazione e galleggiamento.
A tal proposito appare del tutto ridicolo il recente ritorno ai vecchi costumi. Tale marcia indietro è anacronistica perché non consentirà il miglioramento degli attuali record per molti anni. Sarebbe come se in atletica si tornasse alle piste in teninsolite, alle aste di bambù, ai cronometri manuali e via discorrendo! Assisteremmo a gare con tempi e misure ridicoli!
Per ciò che concerne gli sport di squadra, il primo ad adottare la moviola in campo fu il football americano, nonostante sul terreno vi fossero ben sette arbitri. A conferma che l’occhio umano ha notevoli limiti di percezione. Infatti anche i migliori arbitri commettono diversi errori proprio per tale motivo, come è stato dimostrato scientificamente. Soprattutto nella valutazione del fuori gioco.
A seguire il basket (che è anche passato da due a tre arbitri) e il rugby di cui troviamo diverse versioni in base al numero di giocatori.
Oltre tutto gli sport di squadra, da moltissimi anni usano il cronometraggio del tempo effettivo di gioco e sono passati progressivamente dai secondi, ai decimi e agli attuali centesimi che consentono di valutare meglio i finali di partita e di ogni tempo.
Se tutti gli sport hanno cercato di sfruttare l’avanzamento tecnologico per migliorare la regolarità delle gare, non si comprende perchè mai nel mondo del calcio, invece, siano rimasti alla preistoria!
Sarebbe almeno auspicabile l’adozione del tempo effettivo tramite il quarto uomo per evitare le pagliacciate antisportive nei finali di partita da parte dei protagonisti che si dicono professionisti, ma che, spesso, adottano un comportamento contrario ai principi dello sport. Con l’utilizzo del tempo effettivo non vi sarebbe più motivo di perder tempo per ottenere vantaggi.
Per ora dovremo accontentarci degli arbitri di porta che io stesso avevo suggerito vent’anni fa per evitare gli innumerevoli strattoni e comportamenti antisportivi che si verificano in area. Si spera che possano dare un contributo anche nella valutazione dei gol-fantasma e di quelli realizzati con la mano.
Per cui di occhi di falco, di microchips nel pallone e di moviola se ne riparlerà solo dopo il 2012!
Ridicola anche la recentissima decisione della RAI di abolire la moviola nelle trasmissioni televisive per evitare polemiche. Invece è utilissima per gli arbitri, sia per valutare gli inevitabili errori (e migliorare), sia per evidenziare le decisioni azzeccate che, a prima vista, parevano errate. Utile anche per i tifosi che, fidandosi della vista, gridano (erroneamente) allo scandalo. Semmai è scandaloso il fatto di non voler adottare il replay per rendere maggior giustizia allo sport, per limitare i comportamenti disonesti e per rendere più regolari i campionati e poter eliminare sospetti e dietrologie che minano il mondo del calcio e fomentano gli animi..
Neppure la giustificazione addotta seconda la quale il replay fomenti la violenza, pare alquanto strampalata: la violenza non fa parte del DNA del 90% dei tifosi, bensì di quel numero ristretto di ultras ai quali del calcio non importa un fico secco. Infatti si scazzottano anche fuori dagli stadi e in momenti diversi da quello della partita. E sono proprio costoro che si oppongono ferocemente all’imposizione della tessera del tifoso (da parte del ministero degli interni) che da settembre sarà obbligatoria per accedere agli impianti calcistici. Con quella rischierebbero di venire individuati più facilmente (e puniti con la Diaspo) durante le loro aggressioni agli ultras della fazione opposta o agli agenti addetti al controllo (stewards e polizia).
Ad esempio nella finale tra Spagna e Olanda la moviola avrebbe messo meglio in luce gli interventi sistematici sulle gambe anziché sul pallone. Infatti, nonostante i numerosi cartellini gialli, gli “arancione” ne avrebbero meritati molti di più e almeno un altro rosso.
Sono contento che abbia vinto la Spagna che ha messo in mostra i suoi giovani talenti e ha cercato di giocare un calcio dinamico e intelligente. Contrariamente agli olandesi che si sono limitati a rompere il gioco degli avversari anche attraverso un comportamento intimidatorio ed antisportivo.Un’ennesima dimostrazione di come il regolamento attuale non fa nulla per “costringere” a giocare a calcio anziché “a calci”.
Da ultimo vi lascio con la puerile giustificazione di Blatter che si ostina ad opporsi fermamente a qualsiasi tecnologia: “non voglio robotizzare il calcio”!
Ma allora i dirigenti delle altre federazioni sono tutti imbecilli?
Non mi pare proprio che tutto il resto dello sport mondiale sia stato robottizzato! Semmai, da oggi, sarà inutile gridare allo scandalo per le sviste arbitrali: il vero scandalo è il rifiuto della tecnologia. Come del resto viene evidenziato dal recente appello (lanciato dalla Gazzetta dello sport e dal quotidiano sportivo spagnolo “Marca”) indirizzato a Joseph Blatter affinché si decida ad affidarsi alla tecnologia (anche televisiva) per un calcio più credibile: quasi centomila firme raccolte! Basteranno?
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