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Sintesi del “Bollettino Economico” di luglio 2010 Bankitalia - In Italia l'economia cresce, ma il recupero è lento Prosegue la ripresa dell'economia mondiale, le prospettive sono migliori per i paesi in cui la domanda interna è robusta |
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Prosegue la ripresa dell'economia mondiale
La ripresa dell'economia mondiale è proseguita nei primi sei mesi del 2010. I ritmi di crescita sono stati elevati nelle economie emergenti, sostenuti negli Stati Uniti e in Giappone, ancora modesti in Europa. Il commercio internazionale ha recuperato gran parte del terreno perduto rispetto al 2008. Nei paesi avanzati gli ampi margini di capacità produttiva inutilizzata hanno contenuto le pressioni inflazionistiche. Le prospettive sono migliori per i paesi in cui la domanda interna è robusta Le più aggiornate proiezioni degli organismi internazionali e dei previsori privati scontano un rallentamento della crescita nei prossimi mesi. L'evoluzione dell'economia mondiale è ancora in parte dipendente dalle politiche espansive anticrisi, è frenata dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro e da ricorrenti tensioni finanziarie. Le prospettive sono migliori nelle economie in cui la domanda interna per consumi e investimenti appare più robusta. Nelle conclusioni del vertice di Toronto di giugno i leader del G20 hanno indicato tra le priorità il sostegno alla prosecuzione della ripresa, e sottolineato i rischi derivanti dall'ampliarsi dei disavanzi e dei debiti pubblici. I paesi avanzati hanno assunto l'impegno a dimezzare i disavanzi entro il 2013 e a stabilizzare o ridurre il rapporto tra debito e PIL entro il 2016. Nell'area dell'euro crescita e inflazione restano moderate Nell'area dell'euro, il PIL è cresciuto solo dello 0,2 per cento nel primo trimestre del 2010 rispetto al precedente, dopo il modesto 0,1 dello scorcio del 2009. L'attività economica è stata fortemente sostenuta dal riaccumulo di scorte. Al netto di questa componente la domanda interna ha fatto segnare una nuova flessione; i consumi privati hanno ristagnato. Il deciso rialzo delle importazioni ha più che compensato il contributo alla crescita del PIL proveniente dalle esportazioni. Secondo gli indicatori congiunturali l'attività si sarebbe notevolmente rafforzata nel secondo trimestre, traendo sostegno principalmente dalla domanda estera. Nell'area l'inflazione al consumo sui dodici mesi è salita di circa mezzo punto percentuale nei primi mesi dell'anno, sospinta dall'accelerazione dei prezzi dei beni energetici. In giugno si è portata all'1,4 per cento. In assenza di pressioni dal lato della domanda il ritmo di crescita sui dodici mesi dell'indice al netto delle componenti più volatili (beni alimentari ed energetici) si è mantenuto, dall'inizio del 2010, poco sotto l'1 per cento. Sempre in giugno, le aspettative d'inflazione per il 2010 degli operatori professionali, lievemente riviste al rialzo dal dato di aprile, si sono attestate all'1,4 per cento. Nell'area le tensioni sui mercati finanziari hanno richiesto interventi pubblici coordinati - Nel secondo trimestre del 2010 le preoccupazioni sulla sostenibilità del debito pubblico di alcuni paesi dell'area si sono riflesse in forti turbolenze nei mercati finanziari. Le quotazioni azionarie sono scese; i premi per il rischio sulle obbligazioni societarie sono saliti; si sono ridotti i rendimenti delle obbligazioni pubbliche emesse dai paesi ritenuti meno rischiosi. In risposta a queste tensioni è stato varato dall'Unione europea un imponente meccanismo di sostegno finanziario, cui l'FMI potrà apportare risorse addizionali, e che potrà essere attivato per gestire situazioni di crisi; inoltre, molti paesi hanno adottato o annunciato misure di risanamento dei conti pubblici. In Italia l'economia cresce, ma il recupero è lento Il PIL italiano è cresciuto dello 0,4 per cento nel primo trimestre del 2010. Le esportazioni hanno dato il contributo maggiore. La domanda interna è invece rimasta debole: l'accumulazione in macchinari e attrezzature è risultata modesta, gli investimenti in costruzioni e i consumi delle famiglie hanno ristagnato. Secondo gli indicatori congiunturali la crescita nel secondo trimestre sarebbe proseguita, ancora trainata dalle esportazioni. Gli investimenti sono frenati da incertezze sulle future condizioni della domanda e dagli ancora ampi margini di capacità produttiva inutilizzata. Il recupero dell'attività industriale comunque prosegue: la produzione è cresciuta dell'1,7 per cento nel primo trimestre e sarebbe ancora aumentata del 2 per cento nel secondo; il portafoglio ordini, specie esteri, si è irrobustito; la competitività di prezzo è migliorata. La produttività manifatturiera è salita nel primo trimestre rispetto a un anno prima, anche per la riduzione delle ore lavorate. Nei dodici mesi terminanti in marzo la redditività delle imprese è aumentata, dopo due anni di calo pressoché continuo. I livelli produttivi nell'industria rimangono peraltro inferiori di quasi 20 punti percentuali rispetto al picco del 2008. L'occupazione stenta ad aumentare - La ripresa dell'attività economica non è stata sufficiente a invertire la dinamica dell'occupazione, che nel primo trimestre ha tuttavia smesso di ridursi; secondo dati provvisori, nel secondo non sarebbe significativamente migliorata. Il tasso di disoccupazione, al netto dei fattori stagionali, è all'8,7 per cento, le ore di cassa integrazione sono lievemente diminuite. L'inflazione al consumo continua a mantenersi su livelli storicamente moderati - L'inflazione sui dodici mesi, dopo un rialzo all'inizio del 2010 indotto dalla componente energetica, si è stabilizzata intorno all'1,5 per cento, anche nella definizione al netto delle componenti più volatili; viene contenuta dalla perdurante debolezza dei consumi delle famiglie; in giugno è scesa all'1,3 per cento. Dall'inizio dell'anno la crescita tendenziale dei prezzi dei beni non alimentari e non energetici si è mantenuta poco sotto l'1 per cento; quella dei servizi è rimasta su livelli storicamente molto bassi. Sulla base dell'indice armonizzato tra i paesi dell'area dell'euro, il differenziale di inflazione dell'Italia nei confronti della media dell'area si è annullato a partire da marzo; nello scorso biennio era risultato pressoché sempre positivo. Gli obiettivi per i conti pubblici italiani sono stati confermati - In presenza di forti turbolenze sul mercato dei titoli di Stato di alcuni paesi dell'area, il Governo ha anticipato le misure di correzione dei conti pubblici italiani, ora in discussione in Parlamento, per assicurare il rispetto degli obiettivi fissati. Esse mirano a ridurre l'indebitamento netto di circa 12 miliardi nel 2011 e di 25 l'anno nel 2012-13 rispetto ai valori tendenziali. Le prospettive di crescita e di inflazione per l'Italia - Quest'anno e nel 2011 la ripresa in Italia sarebbe sostenuta dalla domanda estera, come in analoghe fasi cicliche del passato. L'andamento del commercio mondiale, che gli organismi internazionali prevedono in crescita più sostenuta rispetto a quello ipotizzato nello scenario presentato nel Bollettino economico dello scorso gennaio, sospingerebbe la crescita dell'economia italiana nel biennio 2010-11 all'1 per cento in entrambi gli anni. Nella seconda parte del 2010 l'esaurirsi delle misure di stimolo fiscale e nel 2011 gli effetti restrittivi del piano di risanamento dei conti pubblici disposto dal Governo determinerebbero un rallentamento dell'attività produttiva rispetto al primo semestre di quest'anno. Spinta dal deprezzamento dell'euro, l'inflazione - misurata con l'indice armonizzato dei prezzi al consumo - risalirebbe all'1,5 per cento nella media di quest'anno e si porterebbe all'1,9 nel 2011; al netto delle componenti energetiche e alimentari l'aumento dell'indice rimarrebbe attorno a circa l'1,5 per cento nella media del 2010-11. Il marcato miglioramento ciclico della produttività del lavoro si tradurrebbe in un notevole raffreddamento della dinamica del CLUP del settore privato e in un deciso calo della componente interna dell'inflazione, che si manterrebbe inferiore all'1 per cento quest'anno e al 2 nella media del 2011. I margini di incertezza sulla ripresa internazionale permangono ampi, in entrambe le direzioni: le economie emergenti potrebbero ulteriormente accelerare, ma un loro surriscaldamento innescherebbe politiche restrittive; nelle economie avanzate sarà cruciale la solidità delle componenti interne della domanda una volta che si saranno esaurite le misure di stimolo introdotte dai governi all'inizio della crisi. Corrispondenti incertezze circondano lo scenario qui presentato per l'economia italiana.
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