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Letto per voi

“Mutandine di chiffon. Memorie retribuite” di Carlo Fruttero

Non basta una buona firma per fare un buon libro

Di Cricio

Una copertina simpatica, un titolo ammiccante, un autore famoso, Carlo Fruttero, per frizzanti libri scritti con Lucentini, mi hanno convinto ad acquistare questo libro e presentare ai miei lettori un libro piacevole di facile lettura adatto per l'agosto sotto l'ombrellone.

Quanto scritto da Fruttero in quarta di copertina. “Non ho mai avuto la ventura di vederle. Queste famose mutandine, né esposte in vetrina né indossate suaviter. Credevo che fossero estinte., espunte dalle nuove mode dell'intimo. Ma non è così, sembrerebbe. Mi dicono che siano ancora confezionate, carissime, delicate, nemiche della lavatrice. Trasparenti? Dipende dallo spessore, a quanto verosimilmente pare.”, mi ha tratto ulteriormente in inganno.

Il libro è costituito, tranne qualche eccezione, da scritti realizzati nel tempo e già “retribuiti” perché scritti “su richiesta di vari giornali, settimanali, riviste, libri bisognosi di prefazione, e naturalmente pagate” ci dice ancora Fruttero. Si suddivide in quattro parti precedute da una poesia “Intervista sortiva” e uno scritto “Passi privati”. La prima parte, “Memorie occasionali”, scorre e mi lascia sperare, ma la seconda, “Amici”, ammazza ogni speranza. La noia mi assale, non è sufficiente che i pezzi siano scritti bene è che non mi stimolano alcun interesse. Ormai è troppo tardi per abbandonare il libro e procedo faticosamente in questo guazzabuglio di rimembranze di persone note a Fruttero.

Buona la parte dedicata a Lucentini; mi sembra però insufficiente a giustificare un libro che per me è rimasto una noiosa delusione.


Mutandine di chiffon. Memorie retribuite
Carlo Fruttero
Prezzo 18,50
Data pubblicazione: 16 aprile '1
239 p., rilegato
Editore Mondadori
collana Scrittori italiani e stranieri
ISBN: 8804600608
ISBN-13: 9788804600602

Perché 'retribuite', queste memorie? Perché, salvo due o tre eccezioni, sono state scritte su richiesta di vari giornali, settimanali, riviste, libri bisognosi di prefazione, e naturalmente pagate. Non si tratta quindi di un'autobiografia o di una confessione alla maniera di Alfieri o Rousseau. Mi chiedevano qualcosa sulla mia prima sigaretta, sul turpiloquio dei bambini, sui castelli piemontesi, perché mai avessi lasciato l'alta cultura per andarmi a occupare di fantascienza e fumetti, quali fossero stati i miei rapporti con Italo Calvino, Franco Lucentini, Pietro Citati, e così via. Tutto molto occasionale, casuale e, come accade nella vita di tutti, con milioni di cose non dette, lasciate fuori. Ma non ho certo dimenticato le tante amiche e i tanti amici che mi hanno aiutato e confortato nel corso degli anni e che considero la mia più grande fortuna. Quanto alle mutandine, figurano solo nel titolo, cui non ho saputo rinunciare. Nel libro non ce ne sono, non c'è gossip, non ci sono rivelazioni piccanti né ricordi maliziosi (anche se, volendo...).


Argomenti:   #fruttero ,        #libro ,        #racconto ,        #recensione



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