REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VI n° 9 SETTEMBRE 2010 RECENSIONI


Letto per voi
“Ma le Donne No!” di Caterina Soffici
Di Francesca Bisbano


Sottopagate, meno riconosciute indipendentemente dalla professione svolta, degradate da pubblicità e potenti messaggi mediatici, che mettono in evidenza solo il corpo e la bellezza, le donne italiane hanno smesso di lottare per i loro diritti, illuse di essere libere in quello che oggi appare come il paese più maschilista d'Europa.

Temi forti, temi importanti, sui quali non ci si sofferma mai abbastanza. Argomenti che toccano la vita di ogni donna, più o meno famosa che sia, tematiche sociali complesse, che Caterina Soffici affronta nel suo celebre libro: “Ma le Donne No!”

Come si vive nel Paese più maschilista d'Europa? E perché le donne Italiane sembrano assopite e non reagiscono? Quali sono le radici di questo fenomeno? Sono queste le domande che la Soffici si è posta nel corso degli anni e che fanno da sfondo alla sua opera.

Duecento pagine amare, rabbiose, difficili da leggere per intero, specie se si è donna. Storie che fanno riflettere ed ancora eventi particolari colpiscono il lettore in una realtà che sembra senza scampo. L'autrice, che già nella dedica a marito e a figli maschi mette una sua impronta forte (“senza di loro questo libro sarebbe uscito almeno un anno prima”), traccia un bilancio impietoso e al contempo drammatico della condizione femminile italiana contemporanea, non solo perché mette a confronto le storie italiane con quel che accade nel resto d'Europa e in America, dove le violazioni dei diritti e il razzismo di genere esistono, però provocano reazioni tali da lasciare il segno; ma anche perché conduce un' attenta analisi di tutti quei fenomeni: dal velinismo politico-televisivo, alle migliaia di spot sessisti, lanciati dalle aziende pubblicitarie, che negli ultimi vent'anni hanno condotto al cambiamento, determinando “l'anomalia italiana”.
Dice la Soffici: “Le discriminazioni esistono anche all'estero, ma mentre là è possibile andare in tribunale per far valere i propri diritti, in Italia le donne si lamentano alla macchinetta del caffè e nei corridoi degli uffici.

Tutto si conclude con quelle che l'autrice stessa definisce “cinque modeste proposte”. Cinque punti di riforma, che nella realtà presentata appaiono come soluzioni preferibili, perché abbia inizio il cambiamento, ma contemporaneamente lasciano la possibilità al lettore di inserirsi nel dibattito ed elaborare a sua volta le proprie proposte.

Cambiare si può e ciò comporta piccoli sacrifici. “Alla fine è solo una questione di libertà- sostiene la Soffici, e poi - La libertà è avere dei diritti e leggi che li tutelano...La libertà è, più di tutto, poter scegliere come vivere, cosa fare del proprio corpo e della propria esistenza.” E di conseguenza: “La condizione femminile è lo specchio di una società. Più le donne sono emancipate, più quel paese è libero e democratico.


Ma le donne no. Come si vive nel Paese più maschilista d'Europa
di Caterina Soffici
Prezzo di listino € 14,00
Editore Feltrinelli
Collana Serie bianca
Data uscita 24/02/2010
Pagine 208, brossura
EAN 9788807171857


81 minuti e mezzo: è il tempo libero che gli uomini italiani hanno ogni giorno in più delle donne. Ecco a voi la società più maschilista d’Europa. Libere e padrone del proprio destino: era questa l’idea che le donne italiane avevano di sé. Ma era un’illusione, perché le cose negli ultimi vent’anni sono cambiate profondamente. In peggio. Non solo le donne italiane non hanno più fatto progressi, ma hanno cominciato ad arretrare, svegliandosi nel paese più maschilista d’Europa. Quali sono le radici di questo fenomeno e, soprattutto, perché le donne italiane hanno smesso di combattere per difendere i propri diritti? Il libro racconta storie, personaggi e fenomeni forse imprevedibili come la nascita e l’evoluzione del velinismo politico o la degenerazione dell’immagine delle donne in televisione e nella pubblicità. O ancora il ritorno di parole antiche, che riemergono da un passato fatto di playboy, massaie e ragazze illibate. Ma soprattutto descrive le donne reali, che quotidianamente devono fare i conti con discriminazioni sul lavoro, part-time negati e l’impossibilità di conciliare lavoro e vita familiare. Il confronto tra la situazione italiana e quanto succede all’estero – dove ci si imbatte in belle storie di donne vincenti, che reagiscono e si realizzano – sconcerta e indigna, ma dimostra che un altro mondo meno sessista è possibile. Un mondo dove vivrebbero meglio anche gli uomini.

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