REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VI n° 9 SETTEMBRE 2010 TERZA PAGINA


Conosciamo un artista completo
Franco Battiato: artista maestro dalla musica alla pittura
Un quadro semplice, ma esauriente, della personalità di un grande artista contemporaneo
Di Francesca Bisbano


 
Franco Battiato, Autoritratto di spalle (trittico), 2000 - 2010, olio su tela, 198 x 72 cm © Franco Battiato, Fotografie di Antonio Mazza
Da sempre ritenuto “maestro” della canzone italiana, Franco Battiato è un artista poliedrico, una delle personalità più eclettiche, originali ed influenti nel quadro artistico-musicale italiano. Egli più di chiunque altro, basandosi su poche ma importanti costanti generali, quali la “ricerca colta” ed una sperimentazione del tutto personale, è riuscito a coniugare l'anima più d’avanguardia a quella più popolare della musica italiana.

Spaziando dalla classica al pop, dalla world-music all'hard-rock, da sempre concepisce l’arte “come pura sfida, nonché efficace mezzo di riabilitazione”. La musica più di tutto può riflettere le esperienze e modi di essere dell’artista, trasformandosi continuamente. Ed ancora ne mette in luce il coraggio, la tempestività e la voglia di evadere da schemi sociali prestabiliti.

Celebre è l'edizione del 1968 di "Un Disco per l'estate", dove Battiato presto si accorge di essere del tutto estraneo al contesto che lo circonda e, con ammirabile coraggio, rompe senza esitazione ogni contratto che lo lega a quel mondo discografico falso e deplorevole, per ripiegare più tardi sull’approfondimento di nuovi e fortissimi interessi, che da lì in poi influiranno tanto sulla sua personalità, quanto sul suo modo di intendere l'arte musicale. Questi sono: il sufismo dei mistici mediorientali (non a caso la cultura araba sarà il centro degli studi universitari del compositore nel decennio successivo) e la musica elettronica. Un interesse, il primo, che Battiato esprime anche sotto altre forme, in quanto questo ritorna prepotentemente nell’arte figurativa del cantautore, dominando la scena di molte sue opere: da “Sufi” a “Gilgamesh”, il mitico re sumero, in cui è palese il richiamo alla tradizione mediorientale.

 

Franco Battiato, Sufi, 1990 - 2000 olio su tela, 60 x 80 cm © Franco Battiato, Fotografie di Antonio Mazza

Rivoluzionario, attento ai problemi sociali e forte di nuove esperienze internazionali, Battiato è anche artista sensibile. Sensibilità che risuona particolarmente ferita dagli attuali tempi. E che esprime il suo urlo di dolore proprio col brano Inneres Auge. Si tratta di un nuovo importante capitolo di quel filone della vicenda artistica dell'autore siciliano, che potremmo definire "dell'indignazione", all’interno del quale trovano posto sia l'invettiva contro la politica, quanto il potere, che affidò a Povera Patria: era il 1991, lo Stato avrebbe presto assistito inerme alle esecuzioni mafiose di Falcone e Borsellino, ma si era anche alla vigilia di Mani Pulite. E poi Ermeneutica, in cui Battiato nel 2004 raccontò di seme umano infettato da tensioni e frustrazioni, di una "mostruosa creatura" chiamata fanatismo che ha stravolto il senso del sacro, di uomini schiavi delle macchine e di stati servi di "quella scimmia di presidente" per il quale "s'invade si abbatte si insegue si ammazza il cattivo si inventano democrazie...".

 
Franco Battiato, Donna con rosa, 1990 - 2000, olio su tavola, 40 x 30 cm © Franco Battiato, Fotografie di Antonio Mazza
Battiato mette in atto forse uno dei più grandi mutamenti di stile e di genere che la storia della musica ricordi. Quelle dell'”Era Del Cinghiale Bianco”, pubblicato per la Emi nel 1979, sembrerebbero orecchiabilissime canzoni pop.

Al contrario... abbandonata del tutto l'avanguardia, Battiato trasferisce la propria sperimentazione colta nell'ambito del formato canzone, scoprendosi così perfetto cantautore intellettuale. Egli fonde in maniera personalissima musica per molti e musica per pochi; ciò non è però risultato di una mera mediazione: paradossalmente sforna canzoni piacevoli all'orecchio, ma nel contempo più intellettuali di quanto si fosse mai sentito.

Composizioni orecchiabili sono proposte con arrangiamenti ricchi nel segno della contaminazione e dell'originalità. Eppure sono i testi a risultare fortemente impressionanti: evidenziando in sostanza un nuovo approccio con la dura lingua italiana, Battiato delinea una forma di "pseudo-psichedelia" riflessiva; si tratta essenzialmente di pezzi sospesi fra la meditazione filosofica e l'esoterismo, spesso accompagnati da continue citazioni "fin troppo" elevate e da "bombardamenti" di immagini evocative, talvolta evidentemente disconnesse fra loro. Temi che ora l'artista ripresenta tramite l'estrosità dell'arte figurativa. La pittura di Battiato, che possiamo vedere nella mostra “Prove D’autore” a Alba, è ben lontana dal semplice hobbies di un “uomo che dipinge”. Sorretta da una ricchezza intellettuale senza precedenti, si presenta quasi come completamento dell'esperienza personale dell'artista, in quanto arte e musica finisco per assolvere la medesima funzione: ribellione, evoluzione, accompagnate da una costante riflessione.

Così la pittura di Battiato ha una "sua" religione: il monoteismo dello spirito contro il monolitismo del Mercato, che ha posto sugli altari del dio Oro nuovi santi: Corruzione, Violenza, Alienazione, Delinquenza, Odio, Malvagità ed Interesse...


Le immagini presentate sono di dipinti esposti nella mostra Franco Battiato “Prove D’autore”, che si tiene ad ad Alba (Cuneo), dal 2 al 31 ottobre 2010

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