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L'opinione

Il discorso di Fini spiazza tutti!

Novità del discorso: attenzione alla realtà dell'Italia e niente “inciuci”

Di Giovanni Gelmini

Atteso come evento che avrebbe cambiato la politica, il discorso di Fini è stato sicuramente qualcosa che risponde all'attesa di molti, di destra e di sinistra: il ritorno ad una politica per gli italiani e non per il potere.

Se la parte iniziale ha scontato la necessaria chiarificazione riguardo alla spaccatura con Berlusconi e il PDL , che fa riferimento a lui, il resto del discorso si è concentrato sulle reali esigenze dell'Italia e, credo che sul quadro dei problemi che oggi la politica dovrebbe affrontare, invece di discutere di cose che riguardano solo se stessa, un quadro chiaro,esaustivo, e ben delineato. Il fatto che la politica non affronti i veri problemi dell'Italia è sicuramente il primo motivo di sfiducia e di allontanamento che gli elettori manifestano, ma, anche se Fini non lo ha detto, è anche il motivo di allontanamento dall'Italia da parte degli investitori internazionali.

Fini ha dimostrato una grande accortezza: ha chiarito in modo inequivocabile la sua posizione di destra moderata, senza aperture agli “inciuci” dalemiani. Il suo obiettivo è rilanciare un partito, lo si chiami come si vuole, di destra moderata, contrastando quindi la conduzione ad personam fatta da Berlusconi.

Nel suo discorso ha smontato pezzo per pezzo l'attuale politica del PDL, ma non ha certo strizzato l'occhio a Casini o D'Alema, anzi, ha sostenuto la coerenza politica.

Sicuramente chi ha ascoltato il suo discorso non può non essere rimasto indifferente: - se di destra, potrebbe aver trovato il nuovo riferimento, giusto quanto Berlusconi ha ampiamente dimostrato di fregarsene dei problemi dell'Italia;
- se di “centro”, e per centro non intendo chi vota Casini, ma chi non vuole stravolgimenti bensì cambiamenti moderati, cioè la maggior parte degli italiani, nel discorso di Fini ha certamente ritrovato tutte le sue istanze;
-se di “sinistra” ha certamente ammirato la fluente dialettica di Fini e ha dovuto annotare che nessuno del PD e dintorni abbia la sua chiarezza di idee.

Importante nel discorso è la definizione di una “politica del reale” , che non esclude, anzi stimola l'opposizione ad intervenire con proposte concrete, che possano essere fatte proprie dal parlamento. (e qui l'italiano di sinistra resta confuso, perché in effetti dall'epoca di Prodi non si parla di proposte concrete). Una novità per la politica italiana, degenerata nell'ultimo ventennio in scontri sanguinosi (di parole) in TV e nessun fatto concreto.

Sarà vera gloria?
Difficile a dirlo, ma credo di poter affermare che Fini ha ben compreso la luna calante del berlusconismo e ha preso l'iniziativa per recuperare e ricostruire il “Popolo delle Libertà”, come ha affermato nel discorso. Se riuscirà e manterrà le promesse di programma dette questa sera, sarà finalmente la nascita della seconda repubblica, perché quella di Berlusconi non è una repubblica, è un regime.

Ora la sinistra deve assolutamente adeguarsi ad affrontare come Fini i problemi veri e non discutere del potere dei politici. È possibile che in questi giorni difficili per il paese, il problema sia quale legge elettorale? Sbarramento alla tedesca, premierato alla francese, caos all'Afgana, non sono argomenti che possono interessarci.

Una sola cosa ricordo: Fini ha convissuto per quasi vent'anni con Berlusconi, possibile che l'abbia capito solo ora?

Argomenti:   #fini ,        #opinione ,        #pdl ,        #politica



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