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Napolitano parla a Salerno agli amministratori locali La crescita è imperativo per il nostro Paese e per il futuro dei giovani |
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![]() Per il Capo dello Stato questa “è la questione numero uno oggi esistente nel nostro Paese”. “Noi possiamo anche registrare - ha aggiunto - con relativa soddisfazione che il tasso della disoccupazione complessiva nazionale è minore rispetto a quello dei grandi paesi europei, ma sappiamo che questo tasso nazionale comprende in sé un livello enormemente più elevato per le giovani generazioni, per i giovani dai 15 ai 29 anni, troppi dei quali oggi si trovano (condizione che è stata analizzata anche statisticamente) senza lavoro pur avendo concluso il ciclo della formazione educativa e non essendo nemmeno impegnati in attività di addestramento professionale”. Il Presidente Napolitano ha affrontato nel suo intervento il tema dello sviluppo del Mezzogiorno: “Non ci si può comunque abbandonare - ha detto - a rappresentazioni fuorvianti, spesso caricaturali, tutte in nero del Sud e tutte in bianco, anzi in bianco-oro, del Centro-Nord”. “E' indubbio - ha aggiunto - che ci debba essere per il Mezzogiorno più coordinamento, più 'regia' al livello nazionale”. Per il Presidente “una questione di risorse finanziarie pubbliche per il Mezzogiorno - di risorse che siano non solo programmate ma rese realmente disponibili - esiste certamente; ma esiste non meno seriamente una questione di capacità di selezione, di progettazione, di attuazione, la quale chiama in causa diverse responsabilità, compresa in particolare quella delle Regioni”. “I veri meridionalisti - ha proseguito il Capo dello Stato - non sono mai indulgenti, e non possono esserlo ora, verso quel che non va nel Mezzogiorno ; e dunque verso le insufficienze che le classi dirigenti, le rappresentanze istituzionali, le amministrazioni pubbliche e, in definitiva, le forze politiche hanno mostrato nel Mezzogiorno dinanzi alle prove dell'autogoverno regionale e che vengono oggi al pettine nel processo di attuazione del federalismo fiscale”. ![]() Il Presidente della Repubblica ha anche ricordato il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso giorni fa, “il sindaco che ha fatto onore al Mezzogiorno - ha detto - ha dato l'immagine di storiche virtù del Mezzogiorno”. “Il fatto che negli ultimi giorni si sia manifestata crescente fiducia nella possibile prosecuzione dell'attività governativa e parlamentare segna per me, sia chiaro, un'evoluzione auspicabile e costruttiva”, ha detto il Presidente Napolitano manifestando “ apprezzamento per le impegnative valutazioni recentemente espresse dal presidente Berlusconi in ordine alla prosecuzione ed al rilancio dell'attività di Governo parlamentare”. “A metà agosto avevo suggerito - ha ricordato il Capo dello Stato - una riflessione per tutte le forze politiche sull'interrogativo relativo a quali potessero essere le conseguenze per il paese del precipitare della situazione verso un vuoto politico e verso un durissimo scontro elettorale. Questa doveva essere, come sempre è stata, la preoccupazione del Presidente della Repubblica, per il quale attenzione ai problemi e agli interessi generali del paese e garanzia di continuità della vita istituzionale fanno tutt'uno”. “Si sono invece succeduti per settimane - ha proseguito - ogni giorno, interventi orientati in tutt'altro senso, in allusiva polemica (allusiva e non sempre garbata) nei miei confronti”. “Mi si è così premurosamente spiegato - ha detto - come il ricorso al popolo - ovvero alle urne - sia il sale della democrazia e il balsamo per tutte le sue febbri; e si è mostrato stupore per il fatto che il Presidente della Repubblica non apparisse pronto, con la penna in mano, a firmare un decreto di scioglimento delle Camere”. “Il particolare che così veniva trascurato è che la vita di un Paese democratico e delle sue istituzioni elettive, nelle quali si esprime la volontà popolare, deve essere ordinata secondo regole per potersi svolgere in modo fecondo, per poter produrre i risultati attesi”. Tra queste regole - ha concluso il Presidente - “vi è in ogni Paese democratico quella di una durata prestabilita delle legislature parlamentari, per il tempo considerato necessario - nella Costituzione italiana, e quasi dovunque, cinque anni - a cercare e finire soluzioni anche per problemi complessi e di non breve periodo. Di qui il valore della stabilità politico-istituzionale : a cui d'altronde si era ispirata già la riforma elettorale del 1993, e avevano di fatto corrisposto gli sforzi politici necessari per consentire il pieno, normale svolgimento per cinque anni delle legislature 1996-2001 e 2001-2006”. Argomenti: #creazione , #elezioni , #giovani , #italia , #napolitano , #occupazione , #politica , #sud |
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