Signor Presidente, per me sarebbe troppo facile fare di tali considerazioni un discorso di tipo politico. Il voto che ci apprestiamo ad esprimere non è un voto politico: il rilievo secondo il quale il relatore, appartenente al gruppo Futuro e Libertà, ha chiesto di non autorizzare l'uso delle intercettazioni, mentre un componente del suo gruppo, l'onorevole Della Vedova, che è intervenuto, ha chiesto di autorizzarle, ponendosi così in una posizione di conflittualità, mi lascia totalmente indifferente.
Il voto che ci apprestiamo ad esprimere è un voto tecnico-giuridico, che deve prescindere dal confronto-scontro tra gruppi, per unire il Parlamento in difesa del rispetto di regole che devono appartenere a tutti, non all'uno o all'altro dei parlamentari, non all'uno o all'altro dei gruppi politici. La legalità è un valore universale, che non appartiene singolarmente ai parlamentari, ma appartiene a tutti, prima di tutto come istituzione fondamentale nella democrazia del nostro Paese, quella democrazia che ha invocato l'onorevole Amici e che, però, per sopravvivere, ha bisogno di regole certe e di messaggi chiari sul piano culturale.
Il primo messaggio da dare sul piano culturale riguarda il fatto che le regole devono essere rispettate, prima e soprattutto da coloro che sono preposti alla salvaguardia delle stesse (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Intercettare per anni un parlamentare, senza che sia stata chiesta preventivamente l'autorizzazione, come non dice Tizio o Caio, ma come prevede la Carta costituzionale, costituisce un illecito, che abbiamo il dovere di denunciare in questa sede, invocando la relativa tutela (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Il garantismo e il rispetto dei diritti e delle prerogative parlamentari non ha il nome e il cognome di Nicola Cosentino, ma prescinde financo dal desiderio e dall'auspicio del singolo parlamentare interessato che le autorizzazioni siano rilasciate o non rilasciate all'utilizzo delle intercettazioni.
Per il Popolo della Libertà non si tratta di privilegi personali e così dovrebbe essere per tutti, ma si tratta di garanzie dovute soltanto alla carica parlamentare, alla rappresentanza del popolo, che fonda le sue radici nella Carta costituzionale e che vale sia che i singoli interessati si chiamino Fassino o Pecoraro, sia che si chiamino Ranieri o De Luca o, per finire, Cosentino.
Le regole, a nostro avviso, vanno rispettate per tutti. Non si tratta di una logica di un sistema perverso che si autoprotegge o di intervenire in difesa della posizione di Tizio o di Caio, ma si tratta, invece, di rendere palese il necessario e indispensabile corollario di una corretta applicazione delle regole, che non ha scritto questo Governo, questa maggioranza, questo partito, ma il nostro padre costituente nella Carta costituzionale, per disciplinare in modo serio il corretto equilibrio tra i poteri dello Stato.
Questa è la regola della democrazia, la quale si autotutela, soltanto, con il rispetto di regole certe. Non si rispetta una regola certa nel momento in cui si dispone una intercettazione perdurante per anni, senza fondarla, neanche, su una notizia di reato, ma soltanto allo scopo di vedere se, attraverso intercettazioni su intercettazioni, prima o poi, cade nella rete una qualche possibile ipotesi delittuosa.
Ciò è accaduto per anni a Nicola Cosentino e potrebbe accadere a ciascuno di noi.
Pertanto, in questo momento, non votiamo a favore di una singola persona, ma votiamo a favore o contro - a seconda di quello che decideremo di fare - per rispettare una regola che deve essere di tutti.
Questo è il Parlamento di tutti noi, questa è la sede nella quale le regole della democrazia devono trovare il massimo della loro esplicazione e vi riescono, soltanto, se possono sicuramente essere portate innanzi ai cittadini come regole sulle quali non si manifesta una violazione nei confronti di Tizio o Caio, come ho già detto. Il nome dell'interessato è del tutto ininfluente, ciò che è influente, invece, è che una regola scolpita venga rispettata.
L'articolo 68 della Costituzione, in questa vicenda, è stato violato in maniera palese. Oggi, abbiamo il dovere di ripristinare la legalità e il rispetto di questa norma, che è posta a salvaguardia di tutti i cittadini italiani, di chi ha l'onore di rappresentarli, di questo Parlamento, fintanto che sarà l'autentica espressione della nostra democrazia popolare (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania - Congratulazioni).)
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