REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VI n° 10 OTTOBRE 2010 FATTI & OPINIONI


Perplessità su un comunicato stampa dell’IDV
Lannutti contro Profumo?
Le colpe e i meriti di Profumo all’Unicredit
Di Giacomo Nigro


L'Ufficio Stampa del gruppo Italia dei Valori del Senato ha pubblicato una nota del Senatore Elio Lannutti, capogruppo dell'Italia dei Valori in commissione Finanze: “La lettera scritta da Profumo ai dipendenti Unicredit, specie ai 4.700 esuberi, è patetica e comica”. Questo il suo commento al messaggio di saluto dell'ex A.D. di Unicredit ai dipendenti della banca. “E' patetica e comica - spiega- quando afferma che la banca 'continua a lavorare e a crescere sulla base dei nostri valori, primo tra tutti quello del lavoro, della sua autonomia e della sua dignità, perché il 'valore' principale per l'ex amministratore delegato, licenziato in tronco dai suoi ex compagni di merende, sono i 40 milioni di euro di buonuscita, oltre a stock option indefinite”.

Per Lannutti “questa lettera rappresenta la prova provata che i banchieri come il signor Profumo, che oltre ad aver appioppato derivati avariati a piccole e medie imprese portate al fallimento, hanno distrutto valore invece di crearlo, non hanno alcun senso del ridicolo ed alcun rispetto per lavoratori licenziati ed utenti vessati e stangati”.

L'auspicio adesso - conclude il senatore IdV - è che con Ghizzoni ci sia una decisa inversione di tendenza, una svolta nella conduzione della banca perché ponga al centro i diritti di consumatori e utenti spremuti ed umiliati dalla gestione arrogante dei suoi diretti sodali quali Nicastro e Fiorentino”.

C'è da dire che Lannutti, ex bancario e difensore dei consumatori, ora sceso in politica, nulla dice del fatto che Alessandro Profumo, autore col progetto denominato "S3" diede vita, circa sette anni fa (partendo dal Credito Italiano ex Banca d'Interesse Nazionale a maggioranza societaria statale - attraverso la partecipazione IRI - come la Banca Commerciale Italiana e il Banco di Roma), all'accorpamento, molto proficuo, di sette banche italiane altrimenti destinate a vivacchiare.

L'Unicredito Italiano, che allora nacque, proseguì sotto la guida di Profumo la sua corsa verso l'internazionalizzazione della Banca con l'acquisizione di HVB in Germania e Bank Austria in Austria, espandendosi inoltre verso Est, in particolare in Polonia con Bank Pekao e in Romania con l'esternalizzazione di servizi amministrativi comuni al gruppo bancario e gestiti a basso costo.

Tutto ciò è sempre stato fatto tutelando i dipendenti, riducendo sempre al minimo le ricadute negative su questi ultimi: nessuno è stato licenziato da Profumo; certo molti hanno perso posizioni di carriera conquistate in precedenza, ma mi pare questo il normale prezzo di ogni accorpamento societario.

Ragione ha Lannutti in ordine alla vendita sconsiderata di prodotti finanziari derivati anche ad amministrazioni pubbliche come Comuni, Province,Regioni e Aziende Sanitarie che ora sono indecentemente indebitate grazie all'ignoranza e alla dabbenaggine di molti "amministratori" appioppati dalle "privatizzazioni all'italiana" a servizi pubblici essenziali. In quanto alla mega-liquidazione, si tratta di un vero e proprio scandalo che è giustificato solo dal fatto che nessuna vera motivazione credibile c'era per "licenziare" Profumo, tranne quella politica che è legata alle pretese della Lega.

Dov'era Lannutti quando Bossi reclamava Banche per il suo partito?
Posso dire, infine, di condividere gran parte di questa affermazione di Profumo indirizzata ai suoi ex "colleghi" e dipendenti: “Per me il regalo più grande sarà sapere che UniCredit continua a lavorare e a crescere sulla base dei nostri valori, primo tra tutti quello del lavoro, della sua autonomia e della sua dignità. Sono certo che saprete tutelare l'indipendenza di UniCredit compiendo ogni scelta, compresi gli inevitabili compromessi ed errori, sulla base di valutazioni esclusivamente professionali".

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