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Anno VI n° 10 OTTOBRE 2010 TERZA PAGINA |
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Fiabe dal Brasile: Guaranì – Amazzonia orientale
Kururu, il figlio del Sole
Di Luigi Dal Cin
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Molto tempo fa, Kururu, il rospo, viveva nella palude e gracidava avvolgendo del suo canto l’intera foresta. Quando poi stava per piovere, sembrava che lo sapesse in anticipo e volesse annunciarlo a tutti gli animali: poco dopo, puntualmente, la pioggia arrivava.
Si trattava di una coincidenza visto che Kururu cantava semplicemente perché gli piaceva, ma cominciò a girare la voce tra gli animali che il rospo fosse in grado di far scrosciare la pioggia con il suo canto. A forza di sentirselo dire, Kururu si convinse di avere davvero dei poteri particolari: “Se comando alla pioggia, devo essere figlio del Sole” cominciò a pensare soddisfatto e, appena qualcuno lo contrariava, subito minacciava il diluvio. Tutti gli animali cominciarono a trattarlo con grande rispetto per paura che scatenasse la pioggia, e gli portavano in dono moscerini e zanzare. A furia di rimpinzarsi, Kururu era diventato tondo come una palla, sempre più arrogante e superbo: le buche della palude, dove aveva sempre vissuto, non gli piacevano più, e aveva preteso che gli altri animali gli costruissero un palazzo di fango, con scalinate e saloni, degno di un re. Poi cominciarono i capricci: “Ho bisogno di scarpe che mi riparino dall’umidità. Per domani voglio la pelliccia dell’orsetto Coati, per tenere i miei piedi al caldo. Altrimenti scatenerò il diluvio!”. Coati, avvisato dai suoi amici, scappò da Iabiru, la cicogna. |
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