REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VI n° 10 OTTOBRE 2010 TERZA PAGINA


Fiabe dal Brasile
L’Albero di Tutto
Di Ciça Fittipaldi


C’era una volta un uomo che aveva allevato un’aguti. Finché era piccola non usciva di casa, ma una volta cresciuta cominciò a girare per la foresta.

Un giorno trovò un albero molto grande, carico di frutti. Siccome non poteva salire sull’albero, mangiò i frutti che c’erano per terra.
Nel villaggio, intanto, il suo padrone la cercava: “Dov’è andata a finire la mia aguti?”.

Nessuno seppe rispondere ma poco dopo mezzogiorno eccola riapparire.
Il padrone le domandò: “Vuoi mangiare, aguti mia?”.
No, grazie, non ne voglio – rispose - ho la pancia piena”. E si distese sull’amaca.

E così, ogni mattina, si comportava sempre nello stesso modo: quando tornava dalla foresta, verso mezzogiorno, era già soddisfatta dei frutti di cui si era cibata e non voleva mangiare più a casa, né di giorno né di notte.

Il figlio del padrone si mise a interrogare l’aguti mentre era distesa sull’amaca: ”Ehi, aguti, dove vai ogni giorno? Cosa mangi?”.
Niente!” rispondeva l’aguti che voleva mantenere segreta la scoperta dell’albero per non condivedere i suoi frutti con nessuno.

Ma un giorno, mezza addormentata sull’amaca, disse tra un russare e un altro: “Ah... vado a mangiare la banana, mmmmm... poi mais, fagioli, poi mangio l’igname, hummm, l’arachide... e la canna da zucchero, e poi goiaba e poi papaia... hummm... anacardio, cocomero, melone, nham, mmmm...”.

Appena sentì tutto questo il figlio del padrone chiamò suo padre, che chiamò la moglie, che chiamò i vicini, che chiamarono i parenti, in modo che tutti sentissero l’aguti parlare.

Il padre chiese ai suoi figli di sorvegliare, l’indomani, l’aguti. I ragazzi si svegliarono di buon mattino, prima ancora dell’alba. L’aguti era ancora coricata. Videro l’aguti alzarsi dall’amaca ed entrare nella foresta. Chiamarono allora il padre che la seguì nella foresta e la trovò mentre mangiava.

Ah, allora è qui che vieni a mangiare! E non ci dici niente?”.

Guardò i rami alti dell’albero e li vide carichi di tanti frutti. Era un albero di tutto! Banana, igname, mais, fagioli, goiaba, manga, anacardio, papaia, maniva, abiu, frutti del pane... e ogni altro buon frutto da mangiare.

Hum... e là nel villaggio quel poco di farina di pesce...” pensò l’uomo e tornò a casa senza prendere niente.

A casa raccontò alla moglie ciò che aveva visto: un’albero fantastcio carico di ogni tipo di frutto! Chiamarono allora i parenti e vicini che, quando seppero della scoperta, affilarono le loro asce dicendo: “Abbattiamo l’albero per prenderne i semi!”.

E in quattro e quattr’otto arrivarono e si misero ad abbatterlo. Parecchie accette sibilavano nell’aria perché l’albero era immenso. A mezzogiorno, infine, l’albero crollò. Raccolsero i frutti e rincasarono.

Piantarono tutti i semi. E subito dopo piovve molto: le acque del fiume coprirono il tronco dell’albero e i suoi rami scomparvero nell’acqua. Dopo alcuni giorni, quando le acque si ritirarono, si videro alcune piantine che avevano già germogliato.

Allora lo spirito della campagna apparve alla gente e disse: “Perché avete abbattuto l’Albero di Tutto? Adesso, per mangiare, dovrete piantare ogni cosa in modo separato e al tempo giusto. E dovrete lavorare giorno dopo giorno”.


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