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Camera dei Deputati Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 375 di mercoledì 29 settembre 2010

Bruno Tabacci (API) Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia



Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, dal maggio del 2008 sono trascorsi poco più di due anni: un tempo breve, eppure così intenso di fatti politici che hanno dimostrato l'intrinseca fragilità della sua maggioranza.

Lei, alla fine, è stato costretto a venire qui in Parlamento - luogo da lei considerato come la sede del teatrino della politica - a recitare la sua parte e lo ha fatto come un grande dissimulatore, un attore perfettamente integrato nel suo teatrino. Lei, in questo, è molto più bravo di noi.

Lei ha rivolto un appello ai moderati, ma non è un moderato, né nel linguaggio, né tanto meno negli atti. L'autoribaltone non è una scelta moderata. Ha promosso un'azione di seduzione parlamentare: vuole i 316 voti, senza Futuro e Libertà e senza l'MPA. Tuttavia, non li otterrà e da li dovrà ripartire, accontentandosi della sua vecchia maggioranza, con almeno tre gambe, forse quattro.

Dopo questo voto di fiducia, vedremo quali atti promuoverà il suo Governo, ma lei è più debole di due anni fa: minaccia le elezioni, ma non vuole avviare le procedure per perseguirle, perché l'unica strada per arrivare alle elezioni è quella delle dimissioni, non c'è altro modo per procedere su quella strada. Ha archiviato i toni forti, che ha usato anche all'estero: penso al recente forum, che si è tenuto in Russia, dove lei ha ironizzato pesantemente sulla democrazia italiana, sul Parlamento e sulla magistratura, scandalizzando perfino i russi. Tuttavia, questa sera, nella replica, ho notato che si è rimesso il suo «vestito».

Penso, però, che la relazione di stamani l'abbia fatta così perché ha deciso di continuare a galleggiare. Noi ne prendiamo atto. Non ci attendiamo slanci, riforme liberali, spirito etico. Se mai ci abbiamo creduto, non ci possiamo più credere. Si tratta di una pausa interlocutoria.

Capisco lo sforzo che ha fatto per rappresentare un'Italia diversa, ma la durezza della crisi è affilata e l'Italia non si riconosce più nelle sue parole, malgrado i focus da cui trae ispirazione. Lei aveva promesso nel maggio 2008 di ridare fiducia e slancio all'Italia. Questo non è avvenuto e possiamo dire con moderazione che l'Italia è più povera di prima. Basta pensare come ha rivendicato la questione del debito pubblico senza avere l'onestà intellettuale di mettere insieme il debito pubblico e il risparmio privato. Quel risparmio privato è cresciuto in funzione di un debito pubblico che si caricava oneri e compiti che diversamente sarebbero stati a carico delle famiglie. Ma lei nel 1994, quando è arrivato, non ha avviato un'azione di risanamento del debito pubblico, anzi ha avviato un'azione che ha portato ad accrescerlo! Oggi il risparmio privato è invece indebolito! Quindi, quando lei farà la somma di queste cose, scoprirà che stiamo peggio di prima. Le volevo dire un'ultima cosa: lei stamattina nei cinque punti ha ricordato la giustizia e ha detto che da sedici anni c'è una questione giudiziaria. Perché sedici? Come mai non mette in campo la vicenda di tangentopoli? Perché lei ha galleggiato su tangentopoli! Lei è seduto lì perché è avvenuta tangentopoli! Parla di sedici anni quindi perché parte dal 1994! Quindi, non è credibile neanche sulla questione della giustizia politica! Noi non le possiamo dare la fiducia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alleanza per l'Italia, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

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