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Mostra Fotografica

Pepi Merisio “Ieri in Lombardia”

Milano - Grattacielo Pirelli, dal 7 ottobre al 13 novembre 2010


 

  Pepi Merisio, Maternità, Val di Mello, 1962
Dal 7 ottobre al 13 novembre 2010, il grattacielo Pirelli di Milano, sede della Regione Lombardia, ospita un’antologica dedicata al lavoro del fotografo Pepi Merisio (Caravaggio, 1931), nella mostra dal titolo Ieri in Lombardia.

Curata da Giovanni Gazzaneo, l’esposizione promossa dalla Regione Lombardia in collaborazione con la Fondazione Crocevia, presenterà 150 immagini, molte delle quali inedite, scattate negli anni Sessanta da uno dei cantori della terra lombarda.

Le fotografie getteranno uno sguardo sulla Regione che, dal boom economico susseguente alla guerra, si dirigeva verso la modernità. Sono immagini che raccontano, senza nostalgici rimpianti né idealismi, la memoria di una terra ricca di storia e di tradizioni, e che sono capaci di riflettere sul senso del lavoro dei lombardi così come sulla dimensione umana e religiosa di una civiltà, di carattere prettamente rurale e artigiano, ormai scomparsa.

 

Pepi Merisio, Sul Naviglio Grande, Milano, 1960

E non è un caso che i lavori di Merisio saranno accolti dal Grattacielo Pirelli, l’edificio simbolo di un cambiamento epocale di Milano e dell’Italia intera e che, logisticamente, si trova a poca distanza dalle nuovi trasformazioni della metropoli, la cui portata si annuncia altrettanto storica.

In quasi cinquant’anni di attività, l’obiettivo di Pepi Merisio ha catturato volti, paesaggi, contesti. Questa mostra costituisce una summa del suo lavoro e del suo amore per la Lombardia.

Il percorso espositivo, organizzato per tipologia e per tematica, costruirà un sistema di racconti intrecciati tra loro, in cui paesaggio e uomo sono parti inscindibili di un’unica grande storia.

Nella sezione “La roccia, l’acqua, la terra”, si racconterà il grande paesaggio lombardo, con le sue cime, i suoi ghiacciai, i suoi fiumi, così come la vita di montagna e quella del lavoro nei campi.

Ne “Il paese, la vita, il lavoro” si ricostruirà il modo di vivere dei paesi lombardi con tutte le sue tradizioni, dall’infanzia al matrimonio e con tutti i suoi rituali profani legati alla casa e all’osteria, con gli antichi mestieri, la filanda, la miniera, il maglio, la ferriera, e il passaggio dalla vecchia centrale elettrica alla fabbrica.

Quindi l’occhio di Merisio approfondirà la grande tradizione religiosa della Lombardia attraverso le immagini che racconteranno la fede dei semplici, le processioni, i Santuari e la celebrazione dei riti funebri.

Il viaggio si concluderà con le foto che ritraggono le città, sia i capoluoghi, come i centri minori, così ricchi di vitalità.

 
Pepi Merisio, Emigranti, Milano, 1966
Come scrive Giovanni Gazzaneo in catalogo, “Un canto all’umanità è l’opera di Pepi Merisio. Un canto all’umanità dei semplici, dei senza storia, di chi mai troverà spazio nelle cronache e tanto meno sui libri. Un canto all’umanità fatto di immagini che colgono l’amore, il lavoro, l’amicizia, la preghiera, il gioco, l’attesa, il coraggio, il sacrificio, la gioia… Più semplicemente la terra e il cielo, la vita e la morte. Da quasi sessant’anni la sua fotografia narra la realtà, meglio la sua essenza: in un tempo senza tempo, mostra ciò che è oltre l’apparenza e dà senso al nostro esistere quotidiano”.

Accompagna la mostra un catalogo Lyasi edizioni.


PEPI MERISIO. Ieri in Lombardia
Milano, Grattacielo Pirelli - Spazio Eventi 1° piano (via Fabio Filzi 22)
dal 7 ottobre al 13 novembre 2010

Orari: dal martedì al venerdì, dalle 15.00 alle 19.00; sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00 Lunedì chiuso
Ingresso libero

Catalogo: Lyasi edizioni

Biografia
 
  Pepi Merisio
Pepi Merisio è nato a Caravaggio nella bassa bergamasca nel 1931 e comincia a fotografare da autodidatta nel 1947. Progressivamente protagonista del mondo amatoriale degli anni Cinquanta, ottiene numerosi e prestigiosi riconoscimenti in Italia ed all’estero. Nel 1956 inizia la collaborazione con il Touring Club Italiano e con numerose riviste: Camera, Du, Réalité, Photo Maxima, Pirelli, Look, Famiglia Cristiana, Stern, Paris -Mach e numerose altre. Nel 1962 passa al professionismo e l’anno seguente entra nello staff di Epoca, allora certamente la più importante rivista per immagini italiana.

L’ambito ideale della poetica di Merisio è, insieme con la grande tradizione contadina e popolare della provincia italiana, anche il variegato mondo cattolico. Nel 1964 pubblica su Epoca il suo grande servìzio Una giornata col Papa avviando così un lungo lavoro con Paolo VI. Dello stesso anno è il suo primo libro dedicato all’amico scultore Floriano Bodini. Da questo momento, mentre continua la collaborazione con grandi riviste internazionali (celebri i tre numeri monografìci di Du sul Vaticano, su Siena e sull’Italia cattolica) avvia un’intensa attività editoriale. Caposaldo, dichiarazione d’intenti e summa preventiva della sua attività dì narratore per immagini è l’opera Terra di Bergamo in tre volumi, edita nel 1969 per il centenario della Banca Popolare di Bergamo.

Da allora ha pubblicato oltre un centinaio di libri fotografici con editori diversi tra i quali Atlantis, Bär Verlag, Conzett e Huber, Orell Füssli, Zanichelli, Electa, Silvana, Bolis, M D‘Auria, Editalia, Pubbliepi, Monte dei Paschi, Grafica e Arte, Lyasis e l’ECRA di Roma, per la quale sta curando la collana Italia della nostra gente, che ha raggiunto i ventotto volumi. Per 1’Editrice Atlantis e Zanichelli ha realizzato undici volumi sulle Regioni d’ltalia, e otto volumi per la Bolis sulle Terre Marchigiane. Per il Centro Studi Valle Imagna ha curato Per le antiche strade (2003), Acqua (2003), Un altro Paese (2005) e In Valle Imagna (2009). Nel 2008 realizza per il Ministero degli Esteri il libro Piazze d’Italia. Con Mario Luzi ha pubblicato il volume Mi guarda Siena (2002).

Nel 1972 la Rai gli dedica una puntata della trasmissione Occhio come mestiere, curato da Piero Berengo Gardin. Nel 1979, per la Polaroid, esegue un reportage in bianco.e nero ora conservato nella Collection Polaroid lnternational di Boston, nel 1 964 consegue il Premio Nazionale di Fotogiornalismo a Milano; nel 1965 il Premio internazionale di Fotogiornalismo a Genova.

Particolarmente significative sono le numerose opere di documentazione etno-geografica e d’arte, le personali allestite in Italia e all’estero. Da ricordare le mostre alla Helmaus di Zurigo per i 50 anni di At!antis (1980); 158 fotografie al Teatro Sociale di Bergamo (1985) e a Palazzo Barberini in Roma (1986); Il Duomo guarda Milano all’Arengario (1986); La Valtellina alla Fiera di Milano (1988); Meeting di Rimini (2007).

Nel 1980 Progresso fotografico dedica a Merisio un numero monografico. Nel 1982 è l’Editoriale Fabbri che lo accoglie nella collana I grandi fotografi mentre è del 1996 il numero a lui dedicato di Foto Magazine. Nel 1988 è nominato Maestro della fotografia italiana dalla Fiaf.

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