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Un problema grave troppo trascurato Scuole: edifici da “rifare” Il rapporto di Cittadinanza Attiva su “Sicurezza, qualità e comfort a scuola” mostra l'aspetto desolante di molte strutture scolastiche italiane
Di Francesca Bisbano
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Garantire la sicurezza negli edifici scolastici rientra senz'altro fra i principali diritti dei cittadini, nonché tra i doveri prioritari di ogni istituzione statale. Infatti, considerato che a volte nelle scuole possono presentarsi molteplici fattori di rischio, cause primarie di danni a studenti e docenti, gli enti istituzionali devono provvedere a realizzare tutti quegli interventi strutturali necessari per rendere più sicuro e confortevole ogni ambiente scolastico.
Manutenzione e adeguamento di scale, corridoi, uscite di sicurezza, palestre, impianti sportivi, laboratori, mense, bagni, luoghi ricreativi, insieme alla conformità degli impianti elettrici ed igienico-sanitari, sono dunque necessarie per ridurre e prevenire gli infortuni a scuola! Nonostante ciò c'è chi razzola male! Il rapporto di Cittadinanza Attiva su “Sicurezza, qualità e comfort a scuola”, mostra un aspetto desolante di molte strutture scolastiche italiane. Dal Piemonte, all'Umbria, dalla Lombardia alle Marche, dal Lazio alla Campania, alla Calabria e alla Sicilia, su un totale di 82 scuole monitorate, il 16% verte in pessime condizioni, in quanto, malgrado i tanti annunci di risorse messe a disposizione negli ultimi anni, la sicurezza scolastica è ancora fanalino di coda nell’attenzione degli amministratori a livello centrale e locale. Scuole malandate, con frequenti distacchi di intonaco, finestre rotte, muri imbrattati, palestre rovinate, aule sporche e a volte sovraffollate. Edifici usurati dal tempo e nei casi peggiori fatiscenti, che avrebbero bisogno di una manutenzione, reputata urgente dagli stessi dirigenti scolastici e responsabili della sicurezza, ma che tarda ad arrivare. Certificazioni sempre assenti all’appello, mentre aumentano gli episodi di bullismo e vandalismo. Fosse solo questo! Poco più di una scuola su tre, fra quelle monitorate possiede la certificazione di agibilità statica e, ad aggravare ancor più la situazione, è il dato che più della metà dei campioni presi in esame si trova in zona a rischio sismico. Vogliamo parlare delle condizioni-igienico sanitarie? Qui la percentuale si abbassa, poiché solo nel 25% dei casi si riscontra scuole, la presenza della certificazione igienico- sanitaria. (vale a dire una scuola su 4). E la prevenzione incendi? I dati non sono meno allarmanti: poco meno di una scuola su tre è provvista dell'apposita documentazione. Ancora: qual'è lo stato delle aule? quanti edifici sono dotati di porte antipanico? quanti hanno arredi ed aule confortevoli? quanti prese ed interruttori a norma? In quanti non si vedono fili e cavi elettrici volanti? Una lunga serie di accorgimenti, indispensabili per la sicurezza di chi vive e lavora a scuola, che non solo vengono il più delle volte pericolosamente sottovalutati, ma addirittura aggravati. Come? Con la freschissima emanazione del Regolamento attuativo della legge n 133 del 6 agosto 2008. Infatti, ai problemi di ordinaria insicurezza se ne aggiungo altri: l'articolo 64 della legge appena citata, prevede l'innalzamento progressivo del numero degli alunni per classe e di conseguenza, c'è il rischio che gli stessi vengano stipati in aula come sardine; a soffrirne maggiormente saranno prima di tutti i disabili; la circolare ministeriale dello scorso dicembre, che ordinava la riduzione del 25% delle spese per il personale addetto alle pulizie, perché le nostre scuole godono di locali perfettamente sterili (eccetto bagni, dove manca il necessario: carta igienica, sapone, asciugamani e il più delle volte è una fortuna trovare integri i sanitari!). In compenso ci rassicura il fatto che il piano di evacuazione è presente in tutte le scuole, quello di valutazione dei rischi nel 96% dei casi e le prove di evacuazione vengono svolte con regolarità nel 93% degli edifici. Basta? No! Abbiamo bisogno di sicurezza delle scuole fuori dal Patto di stabilità: i limiti imposti da questo vanno rivisti, per far sì che gli Enti locali spendano quanto effettivamente stanziato e messo a disposizione per l’adeguamento strutturale degli edifici scolastici; abbiamo bisogno di rivedere l’art. 64 del Regolamento attuativo della legge 133/2008, per evitare il sovraffollamento; e ancora di Fondi ordinari per uscire dall’emergenza: sarebbe utile ripristinare i fondi ordinari triennali, previsti dalla legge 23/1996, per poter far fronte alle esigenze ordinarie dell’edilizia scolastica; nonché di provvedimenti immediati e sanzioni per chi non fornisce i dati: ideale sarebbe l'istituzione di un' Anagrafe dell’edilizia scolastica da aggiornare annualmente, tenendo conto degli elementi legati alla sicurezza strutturale, con la conseguente previsione di sanzioni nei confronti degli amministratori locali che non forniscano i dati per il completamento e l’aggiornamento della stessa. Questo è anche quanto sarà chiesto da Cittadinanza Attiva il 25 novembre, in occasione della Giornata Nazionale della sicurezza nelle scuole. Argomenti: #cittadinanza attiva , #investimenti , #pubblica amministrazione , #scuola , #sicurezza Leggi tutti gli articoli di Francesca Bisbano (n° articoli 59) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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