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Alla ricerca della bellezza Incontro con Sergi Barnils Un pittore in contro tendenza che mette spiritualità e la gioia nelle sue opere Di Cricio
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Da tempo sto cercando nell'arte chi da sicurezza, chi cerca di esprimere una forma di bellezza e di perfezione. Non credo che l'arte debba competere con il giornalismo e il documentarismo, che poi si tramuta in storia della civiltà; seppure sia cosa sicuramente importante e basilare per l'evoluzione della società. Credo che una certa arte, pittura, scultura, musica, poesia, letteratura, debbano trasmettere emozioni e riflessioni che portino al nostro miglioramento, non all'abbruttimento.
Oggi vi voglio parlare di Sergi Barnils. Ho visto le sue produzioni, danno una grande sensazione di pace, di sicurezza. Colori vivaci trasmettono la sensazione della vita non malinconica, non romantica, ma vigorosa vita da vivere in una prospettiva positiva: credere in qualcosa di che porti al bene. Se lo vedete lo trovate una persona normale, vestito normalmente, come un qualsiasi impiegato d’ufficio, ma fatelo parlare davanti ad una sua opera e scoprirete dietro quella normalità un qualcosa di straordinario. Davanti ad una sua opera si accende, ogni elemento ha un significato preciso, studiato. Sono icone, miniature per trasmettere un qualcosa di preciso: la gioia della resurrezione. Tutto quello che realizza è una rappresentazione dell'Apocalisse, il vangelo profetico di Giovanni. Quando sentii dire questa cosa, rimasi perplesso perché dell'apocalisse conoscevo solo la parte più drammatica, quella della punizione. Le opere di Barnils invece trasmettono pace e gioia. La spiegazione è semplice, si ispirano al capitolo 21 quello in cui si descrive la nuova vita, nella “Città della Luce”. Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra perché II cielo e la terra di prima erano scomparsi e Il mare non c'era più. Vidi anche la Città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal Cielo, da Dio, pronta come sposa adorna per il suo sposo. "Udii allora una voce potente che usciva dal trono: Questo è quello che ispira Barnils. Ogni segno riportato nelle sue opere ha un significato preciso: la santa trinità, le anime, ecc... Le anime sono rappresentate come vele, che affollano il percorso verso la “Città della Luce”. Le nazioni cammineranno alla sua luce e i re della terra a lei porteranno la loro magnificenza.
Quindi una città in cui non sarà più notte. Ma si parte dal buio e all'inizio la visione è annebbiata, ecco un quadro in cui domina il grigiore, il grigiore che pervade le anime che ancora non hanno la visione sicura. Ogni quadro rappresenta una situazione diversa, ma alla fine si raggiunge la Città.
Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell'Agnello.
In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni.
Questa è la base spirituale dell'opera di Barnils, ma un artista non è solo idea, è sempre umanità. Vi sono artisti che devono essere chiamati “maestri” altrimenti si offendono, altri che assumono atteggiamenti particolari per distinguersi, altri hanno altre caratteristiche particolari, ma non credo che questi siano davvero grandi artisti, forse sono solo grandi venditori.. Un grande artista deve invece essere uomo e saper comunicare e ascoltare il mondo che lo circonda per trarne motivo di elaborazione. Argomenti: #arte , #arte contemporanea , #barnilis , #pittura Leggi tutti gli articoli di Cricio (n° articoli 131) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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