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 Anno VI n° 12 DICEMBRE 2010    -   EVENTI



ENNIO FINZI. Dal Nero al non colore
Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (Padova), dal 19 dicembre 2010 al 20 marzo 2011


 
Ennio Finzi: Cromovibrazione luce nero, 1968, acrilico su tela, cm 120x2120
Il nero da felicità e distensione. Ne è convinto Ennio Finzi che per la grande esposizione che gli dedica Villa Contarini a Piazzola sul Brenta, “la Reggia delle Ville Venete”, ha scelto opere tutte “Dal Nero al non colore”. Un centinaio le opere proposte, molte di grande dimensione, a coprire un percorso che va dagli anni ’50 ad oggi.

Con questa mostra la Regione del Veneto e il Gruppo Euromobil dei fratelli Lucchetta consolidano il progetto di proporre, a cadenza annuale, un grande artista veneto vivente, in un ideale percorso che metta via via in evidenza le maggiori personalità artistiche operanti a Venezia e in Terraferma. La mostra, a cura di Dino Marangon e Michele Beraldo, resterà allestita dal 19 dicembre 2010 al 20 marzo 2011.

 

Ennio Finzi: Lo sguardo indiscreto, 2009, tecnica mista su tela, cm 70x100
La ricerca di Finzi (Venezia, 1931) si è tutta spesa tra colore e musica. “Il colore”, ha affermato lo stesso Finzi, “è quel suono che rincorro affannosamente … è la ragione prima del mio fare, l'ebbrezza, la follia, la catarsi. Il colore è il mio verbo, la ragione prima e forse unica di ogni possibile significato dell'essere: esso risponde in nome dell'oscurità della luce, al tutto del nulla.”

Finzi ha da sempre considerato i colori senza riferimenti esteriori o naturalistici e al di fuori da ogni costrizione scientifica o da qualsiasi allusività simbolica.
Per me il nero - sono sue parole - è un colore estremamente allegro. Vaglielo a far capire al prossimo che il nero ti dà felicità, ti dà distensione.

 
Ennio Finzi: Verso l'iride, 1988, tecnica mista su tela, cm 200x150
Esplorato in un’infinità di varianti, dall'uniformità all'emergenza segnica, dal lucido all'opaco, dalla più assoluta oscurità ai suoi innumerevoli modi di reagire alla luce sempre diversamente filtrata, catturata, intensificata, modulata, talora ricorrendo persino all'inserimento di pungenti frammenti vetrosi, il nero diventa una sconfinata tastiera sulla quale avanzare sempre nuove ipotesi di superamento degli stessi confini del visibile.

Finzi pare così invitarci alla riscoperta del silenzio, concepito come pura, ricchissima vacuità in cui può forse ridiventare possibile un sempre rinnovato risuonare dell'apparire.
Il nero in Finzi assume le più diverse funzioni.

Eccolo allora, nei primissimi anni Cinquanta, servire ad incarnare la perentorietà dell'irregolare delinearsi di costruttivi reticoli di matrice neoplastica, ma, subito dopo, appropriatosi Finzi della logica atonale della musica di Arnold Schoenberg e superata ogni dominanza armonica o accordale, ecco che il nero verrà proponendosi come momento di particolare emergenza pulsionale del segno-gesto, o viceversa come suo più ampio e disteso contrappunto.

 

Ennio Finzi: Il corpo della pittura (guardami), 2009, tecnica mista su tela, cm 100x70
E ancora, quasi insieme, eccolo diventare sconfinata estensione nella quale lasciar risuonare danzanti timbriche Jazz, oppure campo vettoriale al cui interno lasciar vibrare spettrali visualizzazioni di segrete, balenanti radiazioni elettromagnetiche.

Ma può anche costituirsi in un non naturalistico spazio, aperto al cosmico emergere di sobrie, ma rilevanti tracce materiche, oppure essere cassa di risonanza all'espandersi del suono del colore, ma può altresì fungere da intervallo volto a valorizzare e intensificare le singole radici e gradazioni delle personalissime Scale cromatiche di Finzi, volutamente estranee a qualsiasi teoria scientifica del colore.

Può, in assoluti monocromi, far da riferimento all'apparire di essenziali trascendenze luminose, ma sarà poi ancora il nero a supportare il fascino esercitato su Finzi dall'imporsi dei nuovi mondi delle nuove tecnologie: dall'artificialità del neon alla fredda immaterialità del laser, consentendogli, pur senza superare le soglie della pittura di accentuare gli aspetti immaginativamente progettuali della propria creatività.

Ma al di là di ogni specificazione coloristica, a cui lo stesso nero pure appartiene, Finzi ha altresì tentato, già a partire dagli anni Cinquanta, con i suoi Cementi, di dare immagine anche alla compatta e chiusa opacità della materia, mentre a un’inedita, ma ancor più compiuta esplorazione del non colore sembrano approdare le sue opere più recenti, nelle quali la pur accentuata articolazione plastica delle superfici giunge a trasfigurarsi nei metafisici, inafferrabili riflessi dell'argento e dell'oro.

La mostra sarà corredata da un catalogo di oltre 150 pagine (a cura di Michele Beraldo Dino Marangon), con 100 riproduzioni a colori e apparati biobibliografici “Ennio


Finzi. Dal Nero al non colore”
Villa Contarini, Piazzola sul Brenta (Padova)
Dal 19 dicembre 2010 al 20 marzo 2011.

Orario:
10 - 16 (mercoledì chiuso). Chiuso inoltre Natale e Capodanno.
Ingresso alla Mostra: gratuito. Ingresso alla Villa: interi euro 5,50, ridotti 4,50.

Per informazioni e prenotazioni:
www.villacontarini.eu villacontarini@regione.veneto.it tel. 049.8778272 / 3

Mostra promossa ed organizzata dalla Regione del Veneto e dal Gruppo Euromobil.
A cura di Michele Beraldo e Dino Marangon



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