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Anno VI n° 12 DICEMBRE 2010 FATTI & OPINIONI |
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Camera dei Deputati - Seduta n. 404 di martedì 30 novembre 2010 - Bozze non corrette in corso di seduta
Antonio Di Pietro –IDV
Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario - Dichiarazioni di voto
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Signor Presidente, signor Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti, lo so che non c'è…
GIULIO TREMONTI, Ministro dell'economia e delle finanze. Ci sono (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). ANTONIO DI PIETRO. La prego di mettersi al suo posto... La ringrazio per essere venuto qui ad ascoltare perché è a lei che mi rivolgo (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)... PRESIDENTE.Colleghi, vi prego di fare silenzio. ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, è mai possibile che quando parla qualcuno dell'Italia dei Valori non si può… PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, non capita solo a lei. Comunque, prego i colleghi di fare silenzio. ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, non è una buona ragione. Richiedo il mio tempo. PRESIDENTE. Certamente, la prego, continui. ANTONIO DI PIETRO. Signor Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti, mi rivolgo a lei perché lei è il vero artefice di questo obbrobrio legislativo che la signora qui presente, con malcelato compiacimento, si ostina a chiamare «riforma Gelmini». Lei oggi, qui in Parlamento, si deve assumere le sue responsabilità e spiegare le ragioni per cui ha tagliato testa, gambe e fondi al sistema universitario e alla ricerca italiana. Mi rivolgo a lei, Ministro Tremonti, perché non crediamo che questa pseudo-riforma sia stata varata in questo modo astruso e vuoto solo per insipienza ed incapacità del Ministro Gelmini. Crediamo invece che dietro ci sia una vera e propria strategia dell'ignoranza, voluta e studiata a tavolino da piduisti che muovono le fila del Governo Berlusconi al solo fine di rimuovere la cultura, la ricerca e l'istruzione nel nostro Paese, in modo da lasciare i nostri giovani nell'ignoranza, proprio come si usa e si è sempre usato nei più abominevoli regimi. Non se la prenda lei, onorevole Gelmini, ma lei oggi, nonostante sia qui a pavoneggiarsi di aver fatto chissà quale riforma epocale, semplicemente certifica di essere un Ministro azzoppato, poiché tutti i poteri per il futuro dei nostri atenei vengono conferiti al Ministro dell'economia e delle finanze, che di fatto ha commissariato il suo Dicastero, dopo aver commissariato in precedenza il Ministero della sanità. Lei, signor Ministro Gelmini, come una mediocre maestrina. FIAMMA NIRENSTEIN. È un cafone! ANTONIO DI PIETRO. ha solo fatto il suo modesto compitino scrivendo nel suo progetto di riforma titoli allettanti che parlano di lotta alle baronie, di meritocrazia, di incentivi, di lotta al precariato nell'università, di diritto allo studio e di modernizzazione dell'università italiana: balle! Come balle mostruose sono i sogni che in tutti questi anni il Governo Berlusconi ha cercato di propinare agli italiani. Infatti, quando si passa dai titoli ai contenuti concreti, la sua riforma, Ministro Gelmini, si rivela per quella che è: una colossale truffa, che prevede esattamente l'opposto di quanto pomposamente annuncia. È forse vero, Ministro Tremonti, che la cultura non si mangia - queste sono parole sue - ma nella cultura bisogna investire per la crescita sociale, economica e morale del Paese. Negare investimenti alla cultura e preferire spendere soldi per armamenti e guerre vuol dire negare all'Italia la possibilità di crescere e competere con il resto del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). VALENTINA APREA. Erano gli stessi argomenti di Rifondazione Comunista! ANTONIO DI PIETRO. Per essere competitivi in un mondo sempre più globalizzato occorre investire nell'università, come hanno fatto tutti gli altri Paesi industrializzati e moderni. Loro lo hanno fatto e lo fanno perché quei Governi credono e sanno che l'università pubblica ha il dovere di creare conoscenza, oltre e prima che trasmetterla. Ma in Italia lei, Ministro Tremonti, e lei, Ministro Gelmini, e voi tutti, esponenti sordi e ciechi di un Governo lontano anni luce dai bisogni reali del Paese, siete insensibili alla conoscenza, tant'è vero che nell'ultima finanziaria avete tagliato oltre 1 miliardo e 400 milioni di euro. Voi non volete creare conoscenza nei nostri giovani perché sapete che la conoscenza si oppone e cancella il regime di cartapesta di veline e di «isole dei famosi» che avete creato (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Lei, Ministro Gelmini, dice che vuole premiare il merito ma di fatto lo penalizza; dice che vuole combattere le baronie ma di fatto le incentiva: sì, è così, Ministro Gelmini! Questa mattina lei ha gettato la maschera: noi dell'Italia dei Valori abbiamo presentato un emendamento per vietare di chiamare presso un ateneo chiunque avesse parenti in quella stessa università e lei, Ministro, ha fatto subito presentare un subemendamento in cui ha previsto che il divieto non debba riguardare chi abbia un parente professore, ma scatta solo se il parente insegna nello stesso dipartimento che ha effettuato la chiamata, «furbetta» di una Ministra. Pure le pietre sanno che ad un barone, per uscire da un dipartimento basta scrivere una letterina, e per rientrarci basta scrivere un'altra letterina, così chi vuole assumere il parente o l'amica di turno dovrà solo uscire e subito dopo rientrare nel dipartimento, giusto il tempo - insomma - di fare assumere i raccomandati di turno! VALENTINA APREA. Non è vero! ANTONIO DI PIETRO. Insomma, le nostre università sono diventate porte girevoli da Grand Hotel: questo da noi, signor Ministro Gelmini, signori del Governo, si chiama truffa, non riforma! Questo dimostra che ancora una volta lei, Ministro Gelmini, è solo una Ministra «salvabaroni» ed il fatto che lo nega dimostra solo che è in malafede oppure non è in grado nemmeno di rendersene conto. In ogni caso, dimostra che lei è come il suo padrino politico Berlusconi: una bugiarda (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) che, a forza di ripetere le stesse menzogne come una trottola, alla fine si autoconvince, pure di quel che dice tanto da vantarsi di aver fatto una riforma di cui dovrebbe vergognarsi! MANUELA REPETTI. Ma come ti permetti! PIETRO FRANZOSO. Sei un cafone! ANTONIO DI PIETRO. Valorizzare il merito: questa era la parola d'ordine con cui bisognava formulare la nuova riforma universitaria. Vero, Ministro Gelmini? Avete previsto un'abilitazione nazionale che tutti potranno ottenere attraverso una selezione più formale che sostanziale, senza quindi alcuna selezione, comparazione di titoli o graduatoria: baroni vecchi e baroni nuovi potranno - con la vostra riforma - procedere a livello locale con una chiamata diretta di chi vorranno loro all'interno di quest'albo, senza alcun vincolo o controllo, consentendo i più sfrontati favoritismi, clientelismi, nepotismi e familismi. Le migliaia di giovani ricercatori meritevoli che finiranno all'interno di questo albo nazionale senza avere parenti o raccomandazioni non verranno semplicemente chiamati, dovranno andare all'estero. Parlate di incentivi alle eccellenze e di maggiori contributi pubblici agli istituti più virtuosi ma anche questa è solo una promessa da campagna elettorale. Ma di quali maggiori risorse parla, signor Ministro, se lei sta facendo le nozze con i fichi secchi, cioè una riforma senza il becco di un quattrino, senza un solo centesimo di nuovi finanziamenti? Anche nel merito avete scritto soltanto un cumulo di sciocchezze, perché i maggiori contributi - quelli che non ci sono, Ministro - non prevedete di assegnarli in base ai risultati dei singoli docenti o dipartimenti virtuosi, ma in base ai risultati di un'intera università dove, come è evidente, i buoni e i cattivi risultati si cancellano a vicenda, di modo che nulla cambierà in concreto. La vostra insomma è una riforma gattopardesca, dove prevedete di cambiare tutto perché tutto possa continuare esattamente come era prima. Ma la cosa più vergognosa la state facendo imbrogliando il futuro di giovani, che ingannate due volte: altro che lotta al precariato! I sei anni da ricercatore che prevedete come durata massima dell'incarico di ricercatore avrebbero un senso se nel corso di questi anni lo Stato accantonasse le risorse necessarie per l'assunzione, quali professori ordinari, di quelli più meritevoli. Ma voi non stanziate un solo centesimo, nemmeno qui: non c'è l'ombra di un accantonamento di risorse. Finirà così che i nostri giovani verranno sfruttati per sei anni e poi messi in mezzo ad una strada e che ad essere assunti saranno pochi e solamente quelli raccomandati. Insomma, li avete presi in giro come li avete presi in giro quando parlate di diritto allo studio e nel contempo tagliate il 90 per cento dei fondi per le borse di studio. La realtà - ancora volta, signor Ministro - è che lei si comporta in modo del tutto non convincente lasciando a Tremonti il compito imperativo di tagliare, tagliare e ancora tagliare. Questa è quindi una legge vuota ed inutile che ancora volta all'università non dà nulla, ma illude e promette soltanto, con la contraddizione di un Governo che parla di incentivare l'eccellenza ma che, con l'altra mano, taglia i fondi per la ricerca. Ministro Gelmini, lei si attribuisce una riforma epocale, ma la risposta è fuori da quest'Aula, è nelle piazze d'Italia bloccate, blindate, presidiate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) perché voi del Governo non date risposte adeguate, non avete il coraggio di osare e non siete intervenuti neanche nelle modifiche più elementari come, ad esempio, quella della messa in quiescenza dei professori universitari a 65 anni! È così che i giovani debbono ancora una volta andare via e, quindi, morire. Ministro Gelmini, i giovani, gli studenti e i ricercatori di tutto il mondo dell'università hanno bisogno di aiuti e non di programmi! Sicuramente non hanno bisogno di manganellate! Smettetela, allora, di colpire sempre l'anello più debole del sistema; ieri i disoccupati, i lavoratori e i precari, oggi gli studenti e i giovani cui state togliendo la speranza di un futuro migliore. Per questa ragione dichiaro, a nome del gruppo Italia dei Valori, il voto contrario a quella che noi chiamiamo una deformazione: la deformazione Gelmini (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori – Congratulazioni). |
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