Cosa dice il Rapporto 2010 di quelli che vengono definiti "processi formativi": la Scuola, l'Università, la Ricerca?
Dal rapporto apprendiamo che rallenta la crescita del numero degli alunni stranieri, il tasso di incremento si attesta sul +7% nell'anno scolastico 2009-2010. In termini assoluti si tratta di un incremento di 44.232 alunni, che portano a un peso percentuale del 7,5% sul totale della popolazione scolastica. In particolare, la presenza di alunni con cittadinanza non italiana supera la quota dell'8% nella scuola dell'infanzia (8,1%), primaria (8,7%) e secondaria di I grado (8,5%), e si mantiene intorno al 5% nella secondaria di II grado (5,3%).
Aumentano le esperienze di alternanza scuola-lavoro.
Nelle scuole secondarie di II grado continua la diffusione di esperienze strutturate di alternanza scuola-lavoro, che nel 2009-2010 hanno coinvolto 71.561 studenti (+3,2% rispetto al 2008-2009) di 1.331 istituti (+22,3%). Il numero di imprese coinvolte si avvicina alla soglia delle 30.000 unità.
L'importanza crescente del contributo finanziario di famiglie e privati alle scuole italiane.
I contributi volontari versati dalle famiglie sono un'entrata sempre più importante per la gestione delle scuole statali. Secondo un'indagine del Censis, il 53% delle scuole statali di ogni ordine e grado ha richiesto quest'anno il contributo. Le somme richieste, a livello pre-scolare o di scuola dell'obbligo, sono in media di modesta entità (16,4 euro nella scuola dell'infanzia e 19,8 euro nella scuola secondaria di I grado). Nelle scuole di II grado, invece, il contributo medio supera gli 80 euro pro-capite, con oscillazioni fino ai 260 euro nei licei. Il 25% dei dirigenti dichiara di averne dovuto aumentare l'importo rispetto allo scorso anno. Aderisce alla richiesta l'82,7% dei genitori. Ci sono poi i finanziamenti provenienti da soggetti privati esterni all'istituto scolastico: un fenomeno che riguarda il 36,4% delle scuole. Il principale canale di reperimento di risorse aggiuntive private è costituito dalle donazioni (il 46,4% dei casi), seguono i proventi dovuti all'installazione di macchine distributrici di bevande e alimenti (34,8%), l'individuazione di uno sponsor o la concessione di spazi pubblicitari (31,8%).
La scuola digitale tra aspettative elevate e criticità attuali.
L'84,9% delle scuole possiede una o più Lavagne interattive multimediali (Lim), dislocate in aule ordinarie o in laboratori speciali. Si oscilla tra l'88% delle scuole nel Nord-Ovest e l'83,4% nel Sud. È quanto emerge da una rilevazione del Censis sull'introduzione nelle scuole delle Lim come supporti didattici in grado di innovare l'ambiente di apprendimento e le metodologie didattiche. Nel 91,4% dei casi le risorse per l'acquisto delle Lim hanno origine ministeriale. In misura minore, e spesso in aggiunta alle risorse ministeriali, le Lim sono state acquistate dalle scuole con fondi propri (20%) o grazie all'intervento di Regioni ed enti locali (10%), o sono state donate da soggetti privati (6,6%).
Tecnici superiori: sarà la volta buona? Il tasso di diploma post-secondario in Italia è pari al 3%, meno della metà del dato medio Ocse (7,2%), mentre la quota nazionale di studenti che concludono percorsi di istruzione terziaria tecnico-professionali orientati all'inserimento professionale si è attestata nel 2008 sullo 0,7% (media Ocse: 12,2%).
Oggi però comincia a innestarsi un nuovo modello d'offerta, il cui asse portante è costituito dagli Istituti tecnici superiori (Its). Sono 15 le Regioni che hanno avviato la costituzione di 48 Its (21 al Nord, 14 al Centro, 13 al Sud e nelle isole) operativi soprattutto nel settore delle nuove tecnologie per il made in Italy (24), mobilità sostenibile (8), tecnologie dell'informazione e della comunicazione ed efficienza energetica (5), tecnologie innovative per i beni culturali/turismo e tecnologie per la vita (3).
Le sfide da affrontare per un rilancio del sistema universitario italiano.
Secondo la tradizionale indagine del Censis presso i presidi di Facoltà, al primo posto tra i fattori di spinta della competitività del sistema universitario viene individuato il costante miglioramento dei servizi offerti (53,8%), al secondo e terzo posto la mobilità internazionale degli studenti (46,2%) e lo sviluppo di collaborazioni internazionali (37,5%). Sempre in relazione all'internazionalizzazione, un preside su 4 (26%) indica lo sviluppo di corsi di laurea a doppio o congiunto titolo.
Al di la di tutte queste fredde cifre occorre rendersi conto che la scuola è diventata un campo di battaglia, una trincea: da una parte gli insegnanti mal formati, sottopagati, che vedono il loro ruolo mutato: essi dovrebbero essere educatori, ma divengono sempre più repressori. Dall'altra parte orde di figli viziati, pronti alla denuncia facile, alla calunnia pur di screditare il proprio insegnante e soprattutto proteggere la propria incompetenza. Infine con il taglio delle risorse economiche si stroncano le velleità riformatrici da parte di insegnanti missionari o presidi illuminati, essi non possono far altro che accertare lo stato di calamità permanente, dovuto alla cronica carenza di personale docente e ausiliario, al sovraffollamento delle classi, alla mancanza di strutture, programmi e di un'idea, seppur minima, di scuola pubblica. Intanto il Ministero della Pubblica Istruzione è ora Ministero dell'istruzione, via l'aggettivo "pubblica", avanti con i tagli al pubblico e i generosi finanziamenti al privato. Il privato dove i laici sono ignoranti e i religiosi castranti.
Ai danni del permissivismo dei figli del '68 si sono aggiunti i guasti della finta democratizzazione della scuola: i genitori sono entrati alla grande nel meccanismo infernale dei consigli di classe, d'istituto, ecc. ecc.; essi vengono coinvolti per contribuire alla logistica con versamenti in denaro e in natura (carta, carta igienica...), compiti a casa sovrabbondanti con parziale sostituzione dell'insegnante di turno. Occorre ristabilite il principio che ognuno deve fare il suo mestiere, la scuola educa e insegna, il genitore educa, consiglia e fa di tutto per rendere autonome le proprie creature. Il genitore non deve fare l'insegnante, l'insegnante non deve surrogare il genitore: ognuno al suo posto.
Sullo stato delle cose voglio infine raccontare una mia recentissima esperienza "scolastica". Ho partecipato al primo consiglio di classe del mio primogenito che frequenta il primo anno del liceo scientifico, in una grande scuola pubblica di Torino, tutto sommato ben organizzata.
Fra gli argomenti discussi il giusto rifiuto da parte degli insegnanti di accompagnare gli alunni nelle uscite scolastiche sul territorio, vedi gite giornaliere e le classiche gite di fine anno scolastico.
Gli insegnanti hanno riferito che la "riforma" Gelmini (cioè i tagli terribili di Tremonti) prevede, fra l'altro, la fissazione di un rigido orario di 18 ore settimanali per ogni insegnante (naturalmente interamente occupato dalle lezioni e dall'ora di ricevimento genitori), l'eliminazione di ogni ulteriore ora aggiuntiva, utile per le sostituzioni (supplenze) degli insegnanti assenti per malattia o altro.
I ragazzi rischiano di restare soli in classe nelle ore buca o di essere sparpagliati nelle altre classi col risultato di non fare nulla in tutte le classi interessate. Non ci sono ore disponibili per qualsiasi altra attività.
Gli insegnanti non riceveranno più da quest'anno, nessuna indennità economica per l'accompagnamento alle gite; ergo, se si vogliono fare gite, ci vogliono degli insegnanti totalmente volontari.
Ebbene dopo la normale reazione di sconcerto dei genitori , qualcuno di loro ha proposto contributi economici volontari; inoltre gli insegnanti hanno riferito di aver ricevuto proposte allettanti dalle agenzie di viaggio che, per fronteggiare un danno economico enorme (la sola scuola di mio figlio muove circa 500.000 euro all'anno), sono disposte a pagare di tasca propria gli insegnanti accompagnatori, offrendo inoltre prezzi di partecipazione allettanti: ecco fatto la privatizzazione indotta!
E i polli di Lorenzo Tramaglino si beccano fra di loro.
Tutte le tabelle esposte sono tratte dal 44° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/ 2010
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