Signor Presidente del Consiglio, finalmente (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)...
PRESIDENTE. Onorevole Di Pietro, attenda un attimo. Prego i colleghi di consentire all'oratore di svolgere il suo intervento (Commenti del deputato Colombo). Onorevole Colombo, la richiamo all'ordine. Prego, onorevole Di Pietro.
ANTONIO DI PIETRO. Signor Presidente, posso cominciare?
PRESIDENTE. Prego.
ANTONIO DI PIETRO. Finalmente, signor Presidente del Consiglio, finalmente, oggi inizia la fine del suo impero di cartapesta (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Sì, è così signor Presidente del Consiglio, perché qualunque sia il risultato numerico del voto di fiducia che otterrà, qualunque sia il voto che ha comprato, un dato è certo: lei non ha più quella maggioranza politica che le permette di governare, non ce l'ha più.
Quindi, le piaccia o non le piaccia, lei è arrivato al capolinea della sua esperienza politica e non le rimane che rassegnarsi al suo destino: consegnarsi, cioè, alla magistratura (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania) e, come un Noriega qualsiasi, farsi giudicare (Il Presidente del Consiglio esce dall'Aula - Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Misto-Noi Sud Libertà e Autonomia, I Popolari di Italia Domani). Stia qui, Presidente del Consiglio, pavido, pavido, pavido! Presidente del Consiglio che fugge, scappi, vada alle Bahamas, vada anche lei a nascondersi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania)...
FURIO COLOMBO. Sta scappando!
ANTONIO DI PIETRO. ...perché questo l'aspetta: affidarsi alla magistratura o fuggire. Questo si aspettano i cittadini che, in questi anni, non si sono fatti infinocchiare dalla sua propaganda fascista.
D'altronde, lei si è messo a fare politica non certo per servire il Paese, ma solo i suoi affari personali, soprattutto quelli giudiziari, fuggiasco Berlusconi. Fino a poco tempo fa, lo denunciavamo solo noi dell'Italia dei Valori: ci chiamavate, e ci chiamate ancora, giustizialisti, populisti, questurini, addirittura, avete coniato un termine che per voi sarebbe dispregiativo, cioè «dipietristi». Ebbene sì, quel che noi abbiamo detto per anni, oggi, qui in Parlamento, lo hanno ammesso anche molti parlamentari della sua maggioranza - a partire dal Presidente della Camera Fini - i quali si sono assunti una responsabilità per il Paese e per il suo interesse, ed io li ringrazio. Lo so, lei pensa di lavarsi la conoscenza con il solito ritornello: sono tutti comunisti di sinistra. E no, non è così Presidente del Consiglio. L'altro giorno, fuori di qui, addirittura gli imprenditori e le loro associazioni di categoria protestavano contro di lei per essere stati presi in giro, anche loro. Presidente Berlusconi, fuggitivo Berlusconi, non vorrà mica insinuare che anche il presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili, il dottor Buzzetti, sia un rivoluzionario comunista?
Presidente Berlusconi, ieri la guardavo, era diverso da oggi: oggi fugge, mentre ieri era tutto tronfio, si sbrodolava nei suoi calzoni (Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania), affermando di essere il leader più popolare del mondo. Sì, è vero, di lei all'estero parlano tutti, ma proprio per questo noi ci vergognano di lei: perché, all'estero, ne parlano tutti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi ci vergogniamo, fuggitivo Berlusconi, di avere un Presidente del Consiglio che all'estero viene irriso, deriso, ridicolizzato, preso in giro, messo all'angolo, sbeffeggiato, trattato come un buffone di corte.
Noi, da italiani, ci vergogniamo del nostro Presidente del Consiglio, specie quando va all'estero (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Noi ci vergogniamo di quel Presidente del Consiglio, che telefona alle questure per segnalare che Ruby è la nipote di Mubarak, di quel Presidente del Consiglio che considera Putin un dono di Dio, di quel Presidente del Consiglio che ritiene Gheddafi un leader della libertà.
Noi ci vergogniamo di lei, Presidente del Consiglio, perché quando va all'estero lei fa vergognare l'Italia. Noi dell'Italia dei Valori ci vergogniamo di avere un Presidente del Consiglio che compra, con promesse da marinaio, e forse a suon di bigliettoni, i voti dei deputati dell'opposizione per avere la maggioranza dei parlamentari che votano a suo favore. Ma si rende conto di quel che ha fatto, Presidente del Consiglio! Lei ha subornato la mente e la coscienza di alcuni parlamentari, approfittando delle loro debolezze esistenziali.
Lei è un Presidente del Consiglio! Non può comportarsi in questo modo. Sì, perché le ricordo che è un delitto comprare il consenso parlamentare, e comunque è un atto moralmente riprovevole. Non mi venga a dire che non è reato perché lei sa che la Costituzione garantisce i membri Parlamento nella loro libertà di voto. Libertà di voto, sì, purché sia un voto veramente libero, colleghi.
EDMONDO CIRIELLI. Il voto di qua è libero, il voto di là non è libero!
ANTONIO DI PIETRO. Il voto di libero deve avvenire come moto spontaneo di coscienza, senza interferenze, senza condizionamenti esterni; soprattutto non deve essere il frutto di una corruzione parlamentare. Il voto non è libero quando, come ha fatto lei, viene venduto, scambiato, ricattato, costretto, indotto. Lei, signor Presidente del Consiglio, è moralmente riprovevole, perché lei, comprando il voto di alcuni parlamentari, ha violentato la Costituzione (Proteste del deputato Cristalli)!
PRESIDENTE. Onorevole Cristaldi, si segga!
ANTONIO DI PIETRO. Lei ha umiliato il ruolo nel Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Lei, con il voto che oggi ha comprato, ha ridotto grandemente le condizioni minime di agibilità democratica in questo Parlamento e nel Paese (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).
Lei, Presidente del Consiglio, oggi deve affrontare una verità e non deve rifugiarsi dietro alle sue bugie. Bugie, sì, come bugiardo e ipocrita è stato il discorso con cui ieri lei ha chiesto la fiducia.
GERARDO SOGLIA. Calunnie! È un bugiardo!
ANTONIO DI PIETRO. Lei, ieri, ha descritto un Paese che non c'è, un Paese delle meraviglie che è solo nella sua mente e nei suoi sogni narcisistici.
Lei ha parlato di 100 miliardi di euro messi a disposizione per rilanciare l'economia del Paese. Ma quali 100 miliardi di euro? Ma dove stanno? Ma chi li ha visti? Forse si riferiva ai suoi investimenti a sud di Antigua, ottenuti in cambio dell'annullamento del debito che quel Paese pirata aveva con l'Italia. Sì, perché lei è abituato a pagare con i soldi degli italiani i suoi affari. Così ha fatto e sta facendo con Gheddafi in Libia, e così ha fatto e sta facendo con Putin in Russia.
Il Paese reale, però, signor Presidente del Consiglio che fugge, si trova in una situazione totalmente diversa da quella che lei ha descritto. Provi a mettere fuori il naso da Montecitorio o da Palazzo Grazioli e se ne rende conto. Fuori di qui, ogni giorno ci sono persone di ogni categoria sociale che Pag. 18protestano e non ne possono più di essere prese in giro da lei e dal suo Governo. Fuori di qui, ieri mattina, addirittura, c'erano i poliziotti che protestavano perché stanchi di pagarsi pure la benzina per correre appresso ai delinquenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori; commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà). Fuori di qui, oggi ci sono migliaia di studenti e docenti, che non sono delinquenti per il solo fatto che protestano, signora Gelmini, ma sono giovani disperati a cui avete tolto pure il futuro. Fuori di qui, ci sono i lavoratori senza contratto, ricattati dai tanti «Marchionni-strozzini» di turno. Fuori di qui, ci sono i precari senza futuro di ogni categoria di lavoro. Fuori di qui non c'è quel Paese delle meraviglie che lei descrive: ci sono i giovani e i meno giovani che hanno perso il lavoro e che non l'hanno mai avuto. Fuori di qui, ci sono i cittadini de L'Aquila, terremotati due volte: prima dal destino, poi delle sue frottole. Fuori di qui, ci sono tante persone bisognose a cui avete tolto la solidarietà, a cui avete tolto ogni speranza e ogni aspettativa. Fuori di qui, ci sono persone che vogliono un po' di giustizia.
NICOLÒ CRISTALDI. Fuori di qui! Fuori!
ANTONIO DI PIETRO. Fuori di qui! Sì, signor Presidente del Consiglio, fuori di qui! Fuori dal Parlamento e da questo Governo, perché voi avete ridotto l'Italia a un Paese delle banane! Fuori di qui! Prima se ne va, meglio è (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!
GERARDO SOGLIA. Vai fuori di qui! Non meriti di stare qua! Vergogna!
PRESIDENTE. Pregherei i colleghi che intendono rientrare, di farlo in modo sollecito. Prego, onorevoli colleghi.
Argomenti correlati: #berlusconi, #camera dei deputati, #di pietro, #fiducia, #governo, #idv, #parlamento, #politica
Tutto il materiale pubblicato è coperto da ©CopyRight vietata riproduzione
anche parziale
RSS
|
Vedi tutti gli articoli di
|
Condividi
|
stampa
|
Il sito utilizza cockies solo a fini statistici, non per profilazione. Parti terze potrebero usare cockeis di profilazione
|