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Una testimonianza diretta

Lettera da L’Aquila

Ecco il “miracolo aquilano” realizzato da Berlusconi

Di Marianna Savastano

Ti riscrivo in poche parole cosa succede nella mia città.

Fino al 6 aprile, la mia era una città sonnacchiosa e molto molto noiosa, ma sicuramente una città interessante (a L’Aquila è nata una delle prime università ed è stata una delle prime città in cui si sono stampati i libri) culturalmente e architettonicamente. Dal 6 aprile niente è stato più lo stesso, a cominciare dalla paura delle scosse, dallo sfollamento alla realizzazione per molti di non avere più una casa (trascuro il problema dei morti perché per quello non ci sono parole). Ma la cosa più grave e più disturbante è stato diventare terreno di sperimentazioni politiche e propagandistiche per il nostro premier.

La mattina del 6 aprile alle 8 Berlusconi già parlava di newtown, (ricordo benissimo che ho sentito queste affermazioni dalla radio della macchina), senza aver ancora capito cosa stava succedendo, senza sapere il numero esatto di morti e l'ammontare dei danni: lui voleva fare L'Aquila 2.

Il progetto CASE era già pronto da tempo e si aspettava solo l'occasione per piazzarlo, tant'è che il suo progettista, l'ing. Calvi, era presente alla famosa riunione grandi rischi che si è tenuta a L'Aquila la settimana prima del sisma (quella, per intenderci, in cui ci dicevano di stare tranquilli).

La maggior parte dei soldi della ricostruzione, quindi, è stata spesa in questa faraonica impresa: senza chiedere niente a noi cittadini, naturalmente in deroga a tutti i vincoli paesaggistici, gare d'appalto ecc, senza limiti di spesa. Alla fine ogni casa è costata circa 2700 euro al metro quadro (tieni conto che il rimborso che ci sarà, se ci sarà per ricostruire le case distrutte, sarà di 800 euro al metro quadro).

Da una newtown che secondo i progetti, doveva essere piazzata a 30 km da L’Aquila , si è passati a 19 insediamenti intorno alla città. Fin dall'inizio si era capito che la coperta era corta, tant'è che gli appartamenti sono stati divisi e ridivisi varie volte, fino a raggiungere metrature ridicole; allora le varie amministrazioni comunali hanno costruito i MAP, moduli ad abitazione provvisori, che in sostanza sono come il progetto case, solo che sono posati sul suolo e non su quelle famose piastre dove, per inciso, ci si possono costruire dei grattacieli e loro ci hanno messo delle case di cartongesso e legno!

La stragrande maggioranza dei terremotati si sono arrangiati da soli: alcuni perché dovevano lavorare per forza, altri per non lasciare incustodite le proprietà (i ladri fanno come gli pare nelle case dell'Aquila), perché avevano degli animali da custodire ecc. Loro prendono un contributo di autonoma sistemazione ridicolo e che arriva a intermittenza.

Il punto è che lo Stato non è andato ad indagare dove fosse quest’autonoma sistemazione. La protezione ha pensato di togliersi un impiccio e se ne disinteressa; quindi molti vivono in garage trasformati, "nei famosi containers" comprati da loro stessi, in casette di legno costruite da loro (ormai se giri la campagna Aquilana sembra di stare in Trentino). Alcuni addirittura vivono nelle case semidistrutte. Lo stato dovrebbe ringraziarli di avergli salvato la faccia perché sistemare tutte queste persone con la solo propaganda non è possibile!

Ma torniamo al progetto case, come ripeto abbiamo 19 complessi sistemati nei dintorni della città. Immagina quindi i problemi di trasporti, di controllo da parte dei vigili (sempre lo stesso numero di prima del 6 aprile ecc), la fornitura dei servizi, ecc…

Io ho i miei suoceri nel complesso di Paganica 2, nel complesso e nelle vicinanze non c'è un negozio, non c'è un bar, una farmacia, un giornalaio: NIENTE! Non ci passa neanche l'autobus! Per ogni cosa, noi figli dobbiamo partire, andare a prenderli e portarli dove occorre, ma i vecchi che non hanno delle persone a disposizione?

Sono cattedrali in mezzo al deserto! Vogliamo parlare del loro grado di senescenza?

La casa dei nostri migliori amici cadeva a pezzi dopo 6 mesi dalla consegna! Le mattonelle del bagno si sono staccate e l'umidità è imperante. Quasi tutte le case hanno infiltrazioni di acqua, problemi elettrici e agli infissi.
Tu mi dirai: “ma li hanno costruiti in poco tempo!” Si, ma 2700 euro a metro quadro "tengono la coda", come si dice da noi!

Tutti questi soldi sono stati sottratti alla ricostruzione vera, quella delle nostre case, che avrebbero avuto bisogno di pochi interventi per avere l'abitabilità. Invece si è voluto cogliere l’occasione del terremoto per costruire ex novo, spianando colline, stuprando il paesaggio in maniera ignobile.

Una piccola parentesi dedicata ai Musp, moduli ad uso scolastico provvisorio, che da una parte hanno permesso il ritorno in città degli studenti, ma che sono costati una tombola e hanno la stessa resa dei map, hanno difetti strutturali evidenti. Nel Musp più grande dell'Aquila si è staccato il tetto un paio di volte, in quello che ho sotto casa sta franando il terrapieno su cui è costruito… Da quello che vedo gli unici moduli provvisori decenti sono i muep, moduli a uso ecclesiastico provvisorio, le chiese per intenderci, che sono fatte con materiali che sembrano migliori.

Ora, in tutto questo paesaggio sconsolante, fatto di persone di serie A, che vivono nel progetto case costato oro, quelli di serie B che vivono nei map costati 8oo euro al metro quadro, quelli di serie C, che vivono negli alberghi e nelle caserme, e quelli di serie D, che si sono arrangiati come potevano, la situazione economica è tragica.

Tutte le attività del centro storico sono chiuse; qualcuno ha provato a riaprire nei vari centri commerciali sorti intorno alla città, con affitti enormi e incassi esigui. Ormai la città si regge sulla cassa integrazione, non c’è una sola attività che non ricorra alla CIG: alcuni per poche ore altri " a tempo pieno". Quando finirà la CIG, la quantità di denaro disponibile crollerà e le attività commerciali dovranno chiudere. In più da luglio abbiamo ricominciato a pagare le tasse e a gennaio cominceremo a restituire l'anno non pagato, quindi da gennaio i cittadini Aquilani pagheranno più tasse di tutti gli italiani! E le bollette, che sono tuttora sospese, arriveranno inesorabilmente e non sappiamo il loro ammontare, ne se saranno ratealizzate. È chiaro quindi che al dissesto delle case, seguirà inesorabilmente il dissesto dell’economia.

Questo è il miracolo aquilano, e Berlusconi non si vede a L’Aquila dal settembre 2009…

Argomenti:   #aquila ,        #berlusconi ,        #disastro ,        #ricostruzione ,        #terremoto



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