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 Anno VII n° 1 GENNAIO 2011    -   FATTI & OPINIONI


Senato Della Repubblica - Dal Resoconto stenografico della seduta n. 482 del 23/12/2010 (Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
PETERLINI (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE). - Riforma dell’Università: dichiarazioni di voto
Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario (Approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati)


Signor Presidente, signor Ministro, signori Sottosegretari, intervengo in rappresentanza delle minoranze linguistiche e delle autonomie per illustrare la nostra posizione in merito ad un disegno di legge pitturato, da una parte, puramente bianco e, dall'altra, puramente nero; ma non è, né bianco, né nero. Non si può naturalmente discutere di questa riforma senza tener conto delle critiche espresse dai giovani, che da ormai due anni chiedono di essere ascoltati. Va da sé che chi manifestando usa la violenza discredita tutto il movimento studentesco e siamo molto contenti che la giornata di ieri si sia svolta in gran parte in tranquillità e quello lanciato dagli studenti sia proprio un messaggio pacifico.

Gli studenti protestano contro la riforma ma, in verità - questo è il mio distinguo, il loro è un grido di dolore che ha radici molto più profonde e preoccupazioni molto più ampie di quelle di questo disegno di legge che ne è diventato il bersaglio.

Le giovani generazioni denunciano, in verità, la grave situazione della disoccupazione, della perenne precarietà, dei tagli che colpiscono i soggetti più deboli. Nessuno può negare, infatti, la difficilissima situazione nella quale si trovano oggi le giovani generazioni in un Paese che non offre prospettive: moltissimi di loro ormai hanno perso la speranza di poter trovare un lavoro corrispondente alla propria qualifica. Basta mangiare nei ristoranti di Roma, dove ai tavoli servono ragazzi laureati summa cum laude. Questi hanno perso la speranza di costruirsi un futuro e mettere su famiglia. Il loro grido non può stupirci, deve invece spronarci a dare risposte concrete.

Dato assai negativo e dolente della riforma stessa, invece, sono i tagli, anche se contenuti in provvedimenti diversi. Siamo tutti d'accordo sul fatto che si debbano evitare gli sprechi e le assunzioni fuori controllo.

Ciò, tuttavia, non deve significare investire meno sull'università ma, al contrario, dovrebbe essere una spinta per porre in essere strumenti decisionali e risorse mirate ad aumentare i livelli di efficienza del sistema di istruzione. Il futuro di una società si vede nelle sue università ed un Paese ha il dovere di investire sui giovani e sul loro futuro.

Tuttavia, tutto questo non giustifica respingere tout court tutta la riforma che contiene, invece, importanti passi in avanti. Gli aspetti positivi del provvedimento sono: l'accento posto sulla valorizzazione del merito nel reclutamento dei ricercatori e del personale docente; l'ampliamento dell'autonomia degli atenei, giustamente controbilanciato dall'assai necessaria valutazione dei risultati delle università (che finora mancava); nonché il rinnovamento della governance al posto del puro Governo delle istituzioni.

La riforma mostra la volontà di colmare finalmente i gravi ritardi caratterizzanti l'università italiana rispetto a quella di altri Paesi europei (e io posso essere testimone di ciò, avendo studiato in Italia e anche all'estero) e di risanare i guasti delle precedenti riforme che, in particolare, hanno assegnato autonomia all'università senza però accompagnarla con adeguati meccanismi di verifica.

Importantissimo è anche l'aver voluto abbattere le gerarchie baronali, strutture vecchie ed antiquate e di ostacolo ad un vero processo di modernizzazione. Vorrei ora ringraziare il Governo per l'attenzione mostrata anche agli atenei multilingue, come quelli di Bolzano, di Trento e della valle d'Aosta, con l'accoglimento di alcune nostre proposte tese al rafforzamento dell'indirizzo internazionale e plurilingua di tali università. Rimane aperto un punto, per quanto riguarda le classi di laurea delle lingue appartenenti alle minoranze linguistiche, alle quali il Governo ha promesso (e ne è testimone il sottosegretario Pizza) di voler provvedere, tramite il ministro Gelmini, con un decreto.

Mi dispiace che, dopo un lavoro svolto in Commissione in gran parte in un clima di grande serenità e ottima collaborazione, ci sia stata una rottura tra maggioranza e opposizione che io trovo deplorevole. Ormai non si tratta più di un esame proficuo, ma di una battaglia politica e lo dico come uno che, naturalmente, ha osservato più dall'esterno tutto quanto è successo in questi ultimi giorni.

Rimangono, naturalmente, vari punti dolenti: l'insufficiente finanziamento, il mancato coinvolgimento degli studenti, le grandi difficoltà per i ricercatori ed una carriera molto spinosa e poco attraente per i giovani.

La Camera ha addirittura peggiorato il testo. Abbiamo votato, per tutti questi motivoi, la maggior parte degli emendamenti proposti dall'opposizione, per contribuire al miglioramento del testo.

Abbiamo votato però anche la maggior parte degli articoli perché la riforma rimane urgente, è necessaria e costituisce almeno un primo passo importante verso un sistema universitario più moderno.

Ci dispiace che le risorse messe a disposizione non corrispondono alle vere esigenze di un Paese moderno che dovrebbe puntare di più sui giovani. Do atto però alla signora ministro Gelmini di essersi impegnata in prima persona in tal senso. Lo stesso vale per il presidente della 7a Commissione, senatore Possa, il sottosegretario Pizza e il relatore Valditara.

Annuncio, per i motivi esposti, l'astensione dal voto dei senatori della Südtiroler Volkspartei e dell'Union Valdôtaine. (Applausi dal Gruppo UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE).



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