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Anno VII n° 1 GENNAIO 2011 TERZA PAGINA |
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Click – Appropriazione indebita
Di Cricio
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Si può considerare una donna interessante, ma non bella. Alta, snella, si muove con decisione aggraziata. Non si riesce ad assegnarle un’età, certamente non è più un adolescente, ma non mostra ancora i segni della maturità. Capelli biondi raccolti, dolci labbra rosa, guance lisce e appena appena colorate e occhi azzurri che osservano tutto con attenzione.
La donna sta camminando per una via, si ferma, ha adocchiato qualcosa? Impugna una macchina fotografica che le penzola al collo, la porta agli occhi e click scatta una foto. È la sua mania, la sua vita. Per questo ha un soprannome: “la giornalista”, ma giornalista non è. Da anni va in giro registrando sulla pellicola le cose che le emozionano e quanto torna a casa, se ha finito il rollino, si affretta a svilupparlo. In uno stanzino della sua casa ha installato una camera oscura. Appena arriva si richiude in questo bugigattolo, prende un cilindro nero, ne svita il coperchio ed estrae due ruote di plexiglas unite insieme, poi nel cilindro mette il liquido di sviluppo. Adesso viene il momento più delicato, spenta la luce, incomincia a caricare la pellicola con un movimento regolare delle due ruote di plexiglas: avanti e indietro. Quando la pellicola è caricata stacca il rollino e immerge le ruote, con tutta la pellicola avvolta, nel tubo con lo sviluppo e inizia a contare: uno scimpanzé, due scimpanzé, tre scimpanzé... non è matta è un modo abbastanza preciso per contare i secondi che passano. Nel frattempo chiude il tubo nero, lo agita sotto sopra, accende la luce guarda il tempo sull'orologio. Devono trascorrere un numero di minuti precisi da quando ha immerso la pellicola nello sviluppo ed a ogni minuto poi si deve dare un’agitata al tubo. Passato il tempo necessario ecco il lavaggio per rimuovere lo sviluppo, quindi si cambia liquido: è il momento del fissaggio. Ma la nostra amica è impaziente di vedere i risultati della giornata. Apre la scatola e alla luce fioca della lampadina srotola con attenzione la pellicola. L'argento biancastro non impressionato è ancora sulla pellicola ma appaiono nette le immagini delle foto. Può essere soddisfatta sembrano venute bene! Riavvolge e rimette il tutto nel fissaggio, ora può allontanarsi e mangiare qualcosa. Poi la laverà in acqua corrente e metterà la pellicola ad asciugare; domani o dopodomani stamperà le foto che le interessano. Adesso viene per lei la parte più bella della serata. Prende un pacco di fotografie stampate ieri e inizia a sfogliarle lentamente. Ogni foto è stato un click voluto, un’emozione vissuta attraverso l'obiettivo della sua macchina fotografica. Ecco “il pensatore” una statua di legno che trasmette il terrore di chi vede qualcosa che sta distruggendo tutto. Cosa vedranno quegli occhi vuoti, non scolpiti? Forse un’alluvione che ricorda il diluvio universale e che sta distruggendo tutto: campi, case, opifici. L'acqua invade i campi, i boschetti, le case e trascina le bestie ululanti verso il mare. Qualcuno aggrappato a un tronco galleggiante cerca di sopravvivere lasciandosi trascinare dalla corrente, una famiglia è sul tetto della casa e spera che l'acqua non arrivi fino lì. Ma forse il pensatore vede tutto dalla finestra della sua casa, vede sì il disastro, ma è al sicuro sulla cima di un colle. Oppure il “pensatore” è un monaco che osserva il suo monastero avvolto dalle fiamme. Fiamme che lo divorano e stanno distruggendo anche la sua preziosa biblioteca. La sua disperazione viene dalla perdita di tutti gli scritti che contengono il suo sapere. Come farà adesso? Mette la foto da parte e prosegue a sfogliare le foto. Eccone un'altra è un paesaggio arcadico. Il sentiero di questa foto dove porterà? La “giornalista” si lascia trascinare dai sogni, sa bene dove ha scattato questa foto, ma la sua immaginazione crea paesaggi nuovi e incredibili. Quel sentiero conduce a una casa immersa nel sole dove tutto è bello e sorridente. Lì si vive in pace con tutti, serenità e allegria riempiono le stanze illuminate dalla una luce calda e tutti quelli che vi abitano si dedicano a creare cose meravigliose per il gusto di fare. Già in questo pezzo di strada si sente quella tranquillità che pervade le stanze e i giardini della casa. Passeggiare qui dà serenità e soddisfazione interiore. La donna apre un album, prende della colla e su due pagine incolla le fotografie, poi con una penna speciale scrive i suoi pensieri a fianco e sotto le foto. Questo è uno dei tanti album di foto che ha fatto. Tutti occupano in una libreria un’intera parete del suo ampio studio. Sono il suo tesoro ed il suo segreto. Si alza e va a prendere un album che appare più visitato degli altri, quasi consunto da un uso frequente. Con un colpo sicuro lo apre a una certa pagina, e appare una foto stranamente a colori tra le tantissime in bianco e nero. Il sole sta scomparendo all'orizzonte tra le brume del mare dopo una giornata stupenda con lui. Una giornata di tante passate andando in giro per boschi, città, campagne a cercare... cosa non si sa. Forse di stare insieme? Di conoscersi meglio? Tanta strada, tante cose, ma ora il sole è tramontato, non c'è più la luce calda catturata dallo scatto. Non c'è più l'intimità di quel caldo tramonto. Anche questo è in album fotografico di quella strana raccolta. Ma perché strana? No, non è strana! Quando si guarda attraverso l'obiettivo di una macchina fotografica, ognuno coglie una parte della realtà e la vede attraverso il filtro della sua fantasia. Il clik ferma sulla pellicola l'unione di vero e cose create dalla mente del fotografo. Esiste la statua del pensatore? Sì certo, ma il taglio dell'immagine riproduce i pensieri del fotografo. Esiste quel sentiero? Ma di sicuro, ma l'intreccio di luci ed ombre è scelto dal sogno del fotografo. Esiste quella figura che si staglia nel sole al tramonto? Come no, è viva e vegeta ancora, ma il calore che si sente è forse solo nella fantasia del fotografo. Fino ad ora nessuno ha potuto vedere questi album che sono sempre chiusi a chiave nella libreria, solo qualche immagine è qualche volta trapelata. Se qualcuno aprisse quegli album troverebbe foto, che sono meno reali della realtà e più sogno di chi le ha fatte. Questo è il segreto degli album fotografici... di tutti noi. Ogni foto cristallizza una realtà, la ruba al vissuto e la mescola con il pensiero di chi la scatta che si appropria di quello che vede senza poter rispettare la verità. Chi la raccoglie, fa una scelta sulla base di quello che legge in essa e, quando la rivede, i ricordi spesso sopraffanno quanto si possa leggere nell'immagine. Tutte le foto non sono mai la realtà oggettiva, ma sono sempre una soggettiva, anche quelle dei fotoreporter. Tutte le foto, anche quelle “brutte” sono un opera d'arte se scatenano un emozione. |
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