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 Anno VII n° 1 GENNAIO 2011    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


Il fatto che fa discutere
Globalizazione e diritti
Riflessioni su “Mirafiori” dopo l’intervista di Fazio a Landini
Di Giacomo Nigro


I gravi fatti di Tunisia di questi giorni fanno molto riflettere, ma le notizie di casa nostra incombono e, in fondo, sono sullo stesso piano; guardiamo quindi all'esito del referendum di Mirafiori. Leggo: "Affluenza record: più del 96%. Dopo lo spoglio dei primi quattro seggi il no era in leggero vantaggio poi la situazione si è ribaltata grazie al voto decisivo degli impiegati."Ecco cosa accade quando il padrone alza la voce: torna sempre di moda il "divide et impera", più o meno si è ripetuto quello che è accaduto con la marcia degli pseudo quarantamila, i colletti bianchi che non si sporcano le mani e non si spezzano la schiena alla catena e hanno avuto la meglio.

Intanto tra i metalmeccanici delle aziende dell'indotto prevale la preoccupazione che il contratto di Marchionne possa essere proposto anche nelle altre fabbriche, senza più tenere conto del contratto nazionale. Ieri sera, come spesso avviene, ho seguito Fabio Fazio che spesso fa il pesce in barile, per mestiere e anche perché è seriamente preoccupato di perdere il suo posto. Durante l'intervista a Landini della FIOM/CGIL si è anche trattato di globalizzazione della lotta sindacale. Io la trovo una bufala: se pensiamo che i cinesi la pensino come noi sui diritti dell'uomo siamo fuori strada, così come lo siamo quando vogliamo imporre alle donne afghane di rinunciare al burka, perché a noi non piace, senza chiederci se a loro garba. L'errore è sempre lo stesso: annullare le tradizioni e le nazionalità non è possibile, nell'ambito della globalizzazione trascuriamo che quasi la metà della popolazione mondiale vive come si viveva centinaia e, in qualche caso, migliaia di anni fa. Vaglielo a raccontare al sindacato a quegli uomini. Landini è stato bravo a difendere la sconfitta, trasformandola in vittoria; vedremo come la mette con la Camusso che tornerà alla carica con la firma tecnica. Avere, poi, una legge sulla rappresentanza sindacale da questo governo è come cercare l'araba fenice. Né Prodi, né D'Alema fecero quella sacrosanta legge, né tantomeno la fecero all'epoca dello Statuto dei Lavoratori. E' più comodo aver un sindacato che rappresenta cento persone che conta quanto un'altro che ne rappresenta 5.000.000: divide et impera!



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